Home Società Sono troppi i giovani che muoiono e non siamo in guerra!

Sono troppi i giovani che muoiono e non siamo in guerra!

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Muoiono per droga, per incidenti sulla strada, per suicidio, per solitudine! E’ giunto il tempo di cogliere questi loro segnali d’allarme e smetterla di fare polemiche ma affrontare i loro drammi in termini educativi, umani e religiosi.

Se i giovani non rispettano più il loro corpo, la loro salute, se intendono la libertà come il massimo dei valori per nulla coniugati alla responsabilità; se rifuggono dalla fatica di costruire la propria vita, giorno per giorno; se sono supini ai falsi profeti, ai falsi valori e non hanno più bisogno di “guard-rail”, di norme, se sono figli della nuove torri di Babele più che delle Cattedrali del Signore, allora c’è da preoccuparsi seriamente sul loro e nostro futuro!

Ma se la famiglia è luogo degli affetti, la scuola è spazio di educazione, se i “padroni del tempo libero” creano una nuova cultura dello stare insieme e da padroni diventano “servitori” dei giovani, se avremo il coraggio di proporre a noi e a loro una visione della vita non legata alla terra da godere ma a chi della terra è stato il Creatore, allora può darsi che qualche risposta in più la daremo!

Credo che stia per giungere il tempo in cui i ragazzi e i giovani rigetteranno questo mondo che li sta tenendo in ostaggio! Sono troppo intelligenti per non farlo! L’unica cosa che temo è che rifiuteranno anche noi, se non saremo capaci di leggere questa loro voglia di cambiamento! Quanto tempo passerà, prima che ci vomitino?

2 COMMENTS

  1. Basta con questa falsità
    Caro dottor Chiari, si tratta di un intero sistema marcio, ogni valore è scomparso, le persone vengono valutate solo in base a quanti soldi si ha in banca, e cosa si è capaci di fare, ogni valore umano, sembra essere scomparso; l’amore, l’amicizia, tutto viene visto in funzione del danaro, il sistema politico non fa altro che creare queste disparità e i giovani più sensibili non vedono vie di uscita. E tutto un intero sistema di valori che deve essere rivisto…

    (Antonio Parenti)

  2. E chi insegna a chi deve insegnare?
    Questa è solo una mia riflessione: c’è davvero molto da preoccuparsi! Ma chi sono, ora, i padroni del tempo libero? E come, questi, potrebbero fornire davvero un aiuto ai giovani? Portandoli più vicini alla religione, soltanto? Fornendo anche valori alternativi e comunque importanti e giusti? Ma quali?
    Tutto potrebbe essere come risposta, ma ciò che mi preoccupa è proprio che il giovane apprende il VALORE (o magari I VALORI) dagli adulti e dalla società educante; ma questi stessi soggetti che dovrebbero passare i valori alla loro prole li vanno via via perdendo senza nemmeno rendersene conto.
    E’ difficile capire dove intervenire. Abbiamo, sì, giovani senza valori e allo sbando con grandi sofferenze che si manifestano in disagi sociali, ma abbiamo anche “adulti” perenni adolescenti che hanno perduto (o forse mai avuto loro stessi) i valori e che non sanno cosa insegnare ai giovani (per cui: cosa realmente insegnare?).
    Forse più che intervenire sui giovani (sempre presi a scudo di difese troppo deboli) si dovrebbe intervenire realmente sugli adulti, sui padroni. Come ho notato qualche moto c’è stato e alcuni gruppi si sono riuniti per aiutarsi nel duro percorso dell’educazione dei giovani, ma è ancora un concetto poco comune e poco accettato. Si è più portati a ritenere (sempre) l’adulto un insegnante, e non l’adulto/genitore un soggetto a cui insegnare per meglio insegnare a sua volta: un adulto che deve prestare l’orecchio attento ai figli, che nella loro semplicità (a volte… ) lanciano messaggi MOLTO educativi per gli adulti.
    Oggi, in questo sistema che si regge su fondamenta divenute simili ai fantasmi di Harry Potter, non dobbiamo insegnare meglio ai giovani (non solo almeno), MA dobbiamo capire ed aiutare ed insegnare a chi deve farlo a sua volta. Altrimenti l’attuale circolo dei valori in continuo decadimento tra le generazioni non avrà più fine portandosi alla massima esasperazione…

    (Agostino G.)