Home Cronaca Africa: le verità nascoste

Africa: le verità nascoste

5
1

Qualcuno conoscendomi potrebbe dire: ecco si fa pubblicità! Perchè? Perchè inserirò quattro link che rimandano al mio sito pro-Africa. Esso, realizzato grazie a mappe del secolo decimonono riporta le cronache degli ultimi stati liberi africani. L'argomento di cui tratteremo. Ma adotterò una visuale più ampia: se già mi sono occupato su altri spazi web dell'argomento, perchè non farlo su questo? Evidentemente l'argomento mi appassiona. Inoltre i collegamenti sono tutti rigorosamente legati alle sovracitate mappe per avere visione di quanto dice l'articolo in maniera migliore.
Invito anzitutto a vedere la mappa su cui baseremo questa breve discussione.

Ebbene, i confini in nero li conosciamo tutti, sono quelli degli stati africani attuali. Le macchie di colore invece indicano gli stati che vi erano prima. Diciamo nel secolo decimonono. Come?!? Direte voi! Sono così diversi da quelli odierni? Sì, quelli odierni sono stati tracciati a tavolino. Ancora un collegamento. Ebbene, quello che vedete è l'Adamaoua, un califfato sorto nel diciannovesimo secolo insieme a Sokoto e a Gando nell'area compresa tra Nigeria e Cameroun. Ed è proprio questo il punto, nella cartina si nota benissimo un confine metà arancio metà fucsia che indica la linea di spartizione anglo-teutona. Quella linea non segna il confine dello stato, ma lo trancia in due spezzoni. Inutile dire che l'etnia Vupe che abita la zona si trova ora divisa tra la Nigeria anglofona e il Cameroun germanico.

Le linee che dividono gli stati africani comunque sono state fatte in base a un criterio: perpendicolari alla costa. Ammazza! Che stile! "Divide ac impera", dicevano nell'antica Roma e ci avevano indovinato. Quando si parla di "guerre tribali" come se gli africani fossero primitivi bisognerebbe dire che i conflitti odierni presenti in Africa sono dovuti a queste spartizioni, che nei villaggi manco sanno cosa sia la democrazia occidentale. All'ospedale ho conosciuto una ragazza dolcissima. Ah sì, perchè mi sono fatto un mese d'ospedale, dimenticavo. Veniva da Axum, il Vaticano della religione cristiana etiope. L'Etiopia, oltre ad essere l'unico stato di radici cristiane presente in Africa è anche l'unico che ha resistito al colonialismo. Perchè?

Ancora una volta perdonatemi ma mi serve il collegamento.
Come potete notare, l'Etiopia rientra in un grande confine di colore azzurro, disposto quasi a cornice. Quello era il confine che nei trattati sarebbe spettato all'Italia. Ma gli italiani d'ottocento erano in grado di conquistare l'Etiopia? Certo che no! Infatti persero miseramente e l'Abissinia divenne l'unico stato africano indipendente. Sicchè i colori della sua bandiera furono elevati a colori dell'Africa e dei Rastafari. Rosso, giallo e verde. Non sono la bandiera giamaicana come molti credono, ma i colori etiopi!

Poi l'Italia ci riprovò sotto il controllo del Duce e l'etiopia conobbe la sua breve dominazione straniera.
Ma allora perchè è uno dei paesi più poveri al mondo? Anzitutto manca il contatto col mare, ma la ragione profonda è un'altra. Abbandonata la paura di essere conquistata dall'Italia, l'Etiopia si allargò in territorio somalo fino a toccare i confini della odierna Somalia, ma di fatto inglobando un territorio di lingua somala e religione muslmana: l'Ogaden; sì grosso da diventare la maggiore etnia del paese. Torniamo alla mappa iniziale: tutta la zona sud dell'Etiopia è colorata in rosso che indica l'etnia somala, ormai maggioranza nel paese. Per questo ho chiesto alla mia amica se era copta o musulmana.

Pensateci su.

1 COMMENT