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Non si può servire a due padroni: o l’uomo o Mammona!

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Nel linguaggio evangelico, sarebbe: “O Dio o Mammona”. Mi sono permesso di modificare il testo, per sottolineare quanto sia vero il pericolo che il “denaro” rappresenta nei rapporti con le persone. Mammona, il denaro, dall’evangelista Matteo viene quasi considerato una persona. Così piace pensarlo anche a me: Mammona è il padrone furbo, scaltro, quasi impossibile da ingannare. Se cadi nelle sue reti, risulta quanto mai arduo venirne fuori! Mammona rende insensibili gli animi, spegne le emozioni, impedisce il dialogo, la comunicazione, inquina ogni rapporto d’amore, rovina anche quel poco di bene che possiamo fare.

“Tra mio figlio e duecento euro? Preferisco duecento euro!”, mi diceva un giorno una mamma! Francesco d’Assisi, anni fa, al denaro del padre, alle sue sicurezze, ha preferito sposare “sora povertà”. E’ un nome che ci spaventa quello della povertà, dell’essenzialità della vita. “Senza denaro, senza accumulare, senza mettere da parte, rischiamo di diventare merce di scambio o stracci da buttare, non si conta niente!”. Lo dicono in tanti, ma non lo ha detto un ragazzino della Valtellina: “Siamo poveri ma mio papà e mia mamma si vogliono bene”. Aveva 8 anni, ma aveva capito tutto. Mammona, reso idolo, non riempie il cuore, divide, crea tensioni, allontana dalla famiglia, dalle persone, spesso si accompagna alla violenza, al furto, alla menzogna, alla truffa! Mammona non ti dirà mai: Io ti amo! Non avrà mai i gesti di affetto di un padre o di una madre, di una donna o di un bambino! Si raccoglie poco da Mammona!

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