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Dio è morto. O no?

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Non è facile credere in una stagione di smarrimento come la nostra, dove il tentativo di far prevalere un’antropologia senza Dio e senza Cristo, senza Chiesa, sembra stia prevalendo in Europa. E’ un’apostasia silenziosa che parte dall’uomo sazio che vive come se Dio non esistesse! Un papà si trova in difficoltà ad affrontare l’argomento con la figlia diciassettenne, tornata da scuola con un articolo del filosofo Umberto Galimberti, dove sostiene che “nessun Dio può salvarci”.

EMINENZA,

nostra figlia di 17 anni ha sposato la tesi di un filofoso, il quale dice cose che io non so contraddire. Tutta trionfante mi ha messo davanti un ritaglio di una rivista che le hanno dato a scuola dove questo uomo di scienza dice che “la religione morirà. Non è un auspicio né tanto meno una profezia. E’ già un fatto”. Dice anche che Dio è al tramonto: se una volta “il mondo era cadenzato dai suoi comandamenti, ora è regolato dalle ferree leggi della tecnica che a Dio non si rifanno più, perché di Dio hanno perso non solo il nome, ma anche il senso, l’origine e la traccia… ”.

Eminenza, non sono riuscito a risponderle, cioè gli ho risposto come potevo. Io sono solo un contadino e le leggi della terra, delle stagioni, delle piante e dei fiori mi dicono che Lui c’è e la scienza non è poi così infallibile: quella di ieri è stata contraddetta dalla scienza di oggi, come quella di oggi potrebbe essere contraddetta da quella di domani. Lei mi ha fatto un sorrisino che l’avrei presa a sberle, se non fosse che io sono contadino brianzolo, cresciuto da mio padre con il Vangelo in una mano e la zappa nell’altra, tutte due mani occupate in cose più serie di una sberla!
Che posso fare per aiutarla?

CARO PAPA’,

non è nuova nella storia dell’uomo, passata e recente, la tesi della morte di Dio, con la conseguente perdita della memoria e dell’eredità cristiana, dell’indifferenza agli insegnamenti della Chiesa. Siamo di fronte all’emergere d una nuova cultura, influenzata in larga parte dai mass- media e da contenuti che appaiono in contrasto con il Vangelo e con la dignità umana ma chi esclude Dio dai suoi orizzonti falsifica la realtà, perde il senso della sua stessa esistenza. Ripenso al catechismo dei miei anni d’oratorio quando mi insegnavano che l’uomo era creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore e così raggiungere la salvezza nell’Oltre, diciamolo senza vergogna, nel Paradiso.

Sua figlia è rimasta abbagliata da un brillante filosofo, che gode di una certa fama, ma è mortale creatura! Come le persone più semplici della nostra Brianza dovrà, prima o poi, incontrarsi con il mistero della malattia, della morte. In quel certo” giorno, sarà forse sommerso di dubbi che ora non ha. Se vive un grande amore, invocherà il “dopo”, che Cristo ci ha conquistato con la sua morte e risurrezione.

Forse questo argomento a sua figlia non interessa molto: i giovani guardano più alla vita che alla morte. Allora le dò un semplice suggerimento: non stia a discutere con lei più di tanto, le racconti invece la sua esperienza di Dio, come Dio le si è rivelato nel volto delle persone che ama e dalla quale è amato. Un mio don, morto un mese fa, aveva lasciato scritto che il volto di Dio lo vedeva attraverso il volto di sua madre. Pensi alla gioia che proverà nel giorno in cui sua figlia potrà raccontare di avere incontrato Dio, nel volto d’amore di suo padre!