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Si deve parlare ai bambini di inferno e diavoli?

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La mamma si trova di fronte alla figlia di terza elementare che a scuola è venuta a sapere che Dio non è buono ma cattivo, castiga i peccatori, li manda all’inferno per sempre, anche se sono bambini. Continua così il dialogo immaginario con il cardinale sulla famiglia che educa alla fede.

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EMINENZA,

mia figlia è tornata da scuola con gli occhi pieni di lacrime. Le ho chiesto cosa fosse successo. Mi ha raccontato, a fatica, che la maestra ha detto che Dio castiga i peccatori e li manda a “brustolire all’inferno”, anche i bambini che non fanno i compiti e che litigano con i compagni, che non obbediscono! Io ho cercato di consolarla e le ho detto che Dio è buono e che il diavolo per le bambine come lei non esiste e neppure l’inferno. E’ cosa da grandi! Poi sono andata dalla maestra. La credevo di una certa età e invece era una giovane. Mi ha spiegato che usa quell’argomento per tenere buoni i bambini e le bambine: “Un po’ di paura aiuta a tenere la disciplina e il motto, Dio ti vede… e castiga , vale ancora oggi”. Lei era cresciuta così! A me pare sia cresciuta sbagliata! Lei che ne dice, Eminenza? Condivide questa pedagogia?

LA RISPOSTA

Ricordo anch’io il “Dio ti vede” di quando ero bambino: un triangolo con l’occhio attento, vigile ma ho imparato presto che è più importante sapere che il Dio che ti vede è, prima di tutto, un Dio che ti ama. L’amore ottiene più risultati della paura dei castighi, che può andare bene fino a quando si è piccoli. Oggi, mi pare, che le paure dei piccoli non siano tanto di Dio che castiga e manda all’inferno, quanto della violenza degli adulti, dell’abbandono affettivo, della solitudine. Per molti bambini è, la paura dei “mostri” che vede in TV e, da quando alcuni genitori sono affetti da razzismo, anche dello straniero, “nero o giallo” che sia.

Lei continui a parlare alla sua bimba dell’amore di Dio, che è Padre e lo è di tutti, senza tante categorie, create dall’arroganza e dalla sufficienza degli adulti. Racconti pure che Dio ama i peccatori, che siede a tavola con loro. Parli alla sua bimba di Dio che si fa uomo, ravvivandole la dolcezza del Natale, che sta arrivando, preparato dal tempo di Avvento.

Quanto alla giovane maestra, dica che ci sono altri modi per castigare, o meglio, per dirla in termini più moderni, per intervenire in modo autorevole: se conquista il cuore dei suoi bimbi, basterà non rivolgere loro la parola, non rispondere ad una loro domanda, negare il sorriso e diventa un “castigo”, che li fa star male e riflettere. Senza esagerare, naturalmente, sulla durata del silenzio e senza ricorrere al Diavolo e all’inferno che fa “brustolire”, perché oggi le fiamme dell’inferno non spaventano più di tanto i bambini, mentre soffrono quando non sono circondati dalle premure del papà e della mamma, dell’attenzione educativa delle maestre.

Sull’esistenza dell’inferno e del diavolo, non sono certamente argomenti da citare ai bambini in tenerea età. Sulla loro esistenza Lei comunque rilegga il Vangelo: ne parla Gesù, che fa di tutto perché nessuno vada all’inferno! E’ pure la volontà del Padre.

Con la sua bimba, si dia da fare perchè incontri il Dio Creatore, che può ammirare nella bellezza della natura, il Dio Amore che le è rivelato dal volto di papà e mamma, il Figlio di Dio, che può ritrovare nella comunità cristiana riunita, la domenica, nella preghiera eucaristica.

Personalmente, amo pensare più al Paradiso che all’inferno.