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Provincia / Progetto Diade

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Un progetto che indaghi sulla violenza nell’ambito delle relazioni di cura, sia su quella (fisica, psicologica o sessuale... ) verso le cosiddette badanti, sia sulle varie forme di violenza o di maltrattamenti verso gli anziani assistiti.

Si chiama "Diade - Rete territoriale per la prevenzione della violenza nell’ambito delle relazioni di cura" e sarà realizzato a partire da luglio dalla Provincia di Reggio Emilia - insieme all'Ausl, alla cooperativa "Anziani e non solo" e all'associazione "Non da sola" - grazie anche ad un finanziamento di 141.500 euro ottenuto dal Ministero per le Pari opportunità (35.300 euro il costo rimanente di cui si farà carico la stessa Provincia).

"Si tratta di un riconoscimento importante all'impegno che la Provincia, da tempo, sta promuovendo nell'ambito della lotta a qualsiasi forma di violenza nei confronti delle donne e che personalmente mi vede impegnata anche in ambito europeo", sottolinea la presidente Sonia Masini.

Il progetto "Diade" è in effetti rivolto a tutelare principalmente le donne: quasi tutte donne sono le badanti che operano sul nostro territorio e così come donne sono in maggioranza (oltre il 70%) gli over 85 reggiani.

L'originalità del progetto - che durerà 18 mesi e sarà coordinato da Maria Lodovica Fratti (dirigente del Servizio Programmazione sociale, sanitaria e abitativa della Provincia) e da Loredana Ligabue (amministratrice del Consorzio "Anziani e non solo") - sta nell'indagare le condizioni e le criticità di una categoria sviluppatasi enormemente negli ultimi anni, quella della badanti, che di volta in volta può assumere il ruolo tanto di vittima quanto di agente delle azioni violente.

Oltre alle forma di violenza connesse alle condizioni di vita e di lavoro delle badanti (donne migranti, talvolta clandestine, spesso prive di formazione al ruolo, con difficoltà nell’accesso ai servizi, che operano in condizione di isolamento, a volte di costrizione/segregazione a favore di anziani spesso affetti da patologie della sfera cognitiva), si indagherà infatti anche sugli eventuali maltrattamenti di cui possono essere vittime le anziani assistite. L’attenzione sarà dunque rivolta all’incontro di due fragilità – l’immigrazione e l’anzianità – coniugate nel lavoro di cura come contesto a rischio di espressione di fenomeni violenti.

Obiettivo del progetto, che si realizzerà nei comuni del Distretto sanitario di Reggio Emilia, è principalmente quello di ascoltare e confrontarsi con badanti e anziani al fine di definire il fenomeno, sviluppare competenze per contrastare eventuali violenze, individuare linee guida e percorsi operativi. Saranno altresì coinvolti, con l'obiettivo di creare una rete territoriale, gli enti e i servizi (pubblici e privati, formali e informali) che, a vario titolo, si occupano di questo settore: servizi sociali territoriali, mediatori linguistici e culturali, associazioni di genere, servizi a favore degli immigrati, sindacati anziani ecc.