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Legambiente contro ATC4 Montagna. Ritiro della rappresentante ambientalista dal Consiglio

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Massimo Becchi, presidente di Legambiente Reggio Emilia, firma un comunicato stampa per spiegare i motivi dell'uscita polemica dal Consiglio dell'ATC4 Montagna di Federica Reverberi, rappresentante degli ambientalisti.

Ecco quanto scrive Legambiente: “E’ bene che gli ambientalisti non siedano di fatto nel consiglio dell’ATC4 Montagna di Reggio, ed in tal senso apprendiamo con sollievo delle dimissioni delle nostra socia e guardia ecologica Federica Reverberi. Non ha infatti più alcun senso stare in un ambito di caccia che non ti fa neppure vedere i verbali del Consiglio (ad una consigliera… ) e le cui decisioni vengono prese fra Scaruffi e pochii fedelissimi al di fuori delle sedi istituzionali. La situazione infatti di questo ambito di caccia è forse la peggiore di tutta la regione, con un mercanteggio della selvaggina che ha portato ad utili consistenti, molti dei quali sulla pelle dei caprioli, quando un ambito di caccia avrebbe il compito di regolare il prelievo venatorio, non di favorire il libero mercato".

“Anche noi siamo favorevoli – continua Becchi – alle proposte avanzate da alcuni cacciatori di dividere la zona montagna in due ambiti di caccia, limitando così gli interessi che inevitabilmente ci sono in questi casi.
In questo senso stiamo lavorando a livello regionale, anche per avere uno nuovo statuto degli ATC che faccia chiarezza sulla loro natura giuridica (oggi ambigua fra pubblico e privato) e garantisca una rappresentanza reale alle varie componenti del comitato stesso: cacciatori, agricoltori, ambientalisti e amministratori”.

“In questo quadro – conclude Becchi – occorre quanto prima trovare altre figure che sostituiscano l’attuale presidente Scaruffi, ben sapendo che per anni alle associazioni venatorie questa gestione ha fatto comodo, permettendo privilegi e favoritismi indubbiamente significativi. In tal senso avere ambientalisti all’interno dell’ ATC non ha più senso.”

6 COMMENTS

  1. Accuse come macigni…
    Che la gestione di questo Atc fosse quantomeno discutibile lo dicevo già da anni. Le accuse che leggo qui e sulla stampa (SE PROVATE) sono gravissime, con profili, ritengo, di rilievo penale. Da parte mia, chiederò alla mia associazione venatoria,(Liberacaccia) di inviare al Comitato Direttivo dell’Atc Re4 Montagna formale diffida.

    (Umberto Gianferrari)

  2. La Provincia intervenga
    A fronte di queste testimonianze i dubbi sulla corretta gestione dell’ATC RE4
    assumono dimensioni più che rilevanti. In effetti questa è solo una delle innumerevoli circostanze in cui emergono lamentele in ordine ai metodi di conduzione di questo ambito territoriale di caccia. Ritengo che a questo punto la Provincia debba intervenire, come peraltro è previsto dalla legge regionale n. 8/94, che addirittura le consente in certi casi di commissariare l’ATC. In particolare la Provincia ha l’obbligo di tranquillizzare, se è il caso, le centinaia di cacciatori che aderiscono all’ATC, ovvero, se ricorrono gli estremi, adottare urgentemente i provvedimenti che le competono. Il suo eventuale, perdurante silenzio non potrà che far pensare ad una sorta di deprecabile complicità.

    (dott. Enzo Vallisneri)

  3. Controllati & controllori
    Se non erro, è con delibera della Giunta regionale n. 2258/2000 che viene ribadito il concetto che l’ATC (struttura associativa senza scopo di lucro) svolge attività di pubblico interesse, sotto il controllo della Provincia, a cui spettano le funzioni amministrative in materia di caccia e protezione della fauna. Tant’è che la Provincia stessa entra DIRETTAMENTE NELLA GESTIONE, nominando nel Comitato Direttivo suoi rappresentanti. Ora mi chiedo: SE il Comitato Direttivo di un ATC, che so, di Rimini, ha gestito male, come si può ragionevolmente pretendere che la Provincia di Rimini intervenga a sanare una situazione della quale essa stessa, pro quota, coi propri rappresentanti è di fatto complice? Credo che si debba intervenire a livello sovra-provinciale; per questo mi attiverò a livello regionale e parlamentare.

    (Umberto Gianferrari, cacciatore)

  4. Con immenso dispiacere
    Apprendo da Redacon, che ha pubblicato l’articolo di Massimo Becchi, delle dimissioni di Federica Reverberi dal direttivo dell’ATC Montagna. Con rammarico e profondo disgusto, leggo che le dimissioni sono dovute all’atteggiamento a lei riservato dal presidente Scaruffi. Se quanto letto corrisponde al vero, e non ho motivo di dubitarne, ha dell’incredibile e del paradossale: echeggiano ancora nell’aria le parole di Scaruffi all’assemblea di bilancio del 28/12/2007, quando asseriva: “Chi vuol vedere il bilancio e gli atti lo può fare liberamente, è tutto alla luce del sole!”.
    Bel sole, devo ammettere, ma mi aspettavo che questo accadesse!!! Ho sempre detto una cosa limpida e chiara di questa ATC, gestione privatistica, e poi ci si stupisce che 500 persone abbiano firmato?! Appresa la notizia, ho contattato Federica, la quale mi ha confermato che, oltre a richieste verbali, ha inviato due richieste scritte al presidente, che ha sempre negato la visione degli atti. Ora mi chiedo: perchè questo atteggiamento? Perchè si nega ad un componente del direttivo, delegato da un’associazione, la visione di atti PUBBLICI?!!! Eppure le leggi parlano chiaro, sia quelle nazionali, 157/92, che quelle regionali; persino lo statuto dell’ATC! Ed allora che fare? Semplice: da socio quale sono dell’ATC, giovedì farò richiesta scritta agli enti preposti, Provincia e Regione, di fare lumi sull’accaduto. Rinnovo la mia stima e la mia solidarietà a Federica, un’ambientalista che alle parole fa seguire i fatti, una persona che è sempre stata al nostro fianco in quelle iniziative ecologiste da noi organizzate.
    Un saluto e grazie come sempre.

    (Roberto Malvolti)

  5. Sogno o son desto?
    Leggendo il @CCarlino#C ho appreso dalla voce del presidente Scaruffi che di dimissioni non si tratta in “quanto la Reverberi non faceva parte del Comitato direttivo”!!!. Ho contattattato sia la Reverberi che l’avv. Ognibene, la quale cura gli interessi del Wwf e mi ha confermato la regolarità della nomina della Reverberi all’interno del direttivo ATC montagna. L’insediamento è stato necessario per SOSTITUIRE un precedente delegato Wwf. Inoltre la stessa Reverberi riceveva regolarmente le lettere di convocazione del direttivo ATC 4. Allora mi chiedo se è vero quanto asserito da Scaruffi: cosa ci faceva la Reverberi nel comitato se non ci poteva stare? Come si permetteva ad una persona estraena a partecipare a riunioni del comitato se non ci poteva stare, così violando la legge 157/92? Come mai, se lei non era del direttivo, riceveva gli inviti? Sono sicuro che ne vedremo delle belle, in quanto sono in possesso sia delle lettere di nomina che delle lettere di invito della Reverberi alle riunioni del comitato. Da parte mia non finisce qui, voglio far luce sulla vicenda, per capire chi ha infranto le regole. Vi terrò aggiornati.

    (Roberto Malvolti)

  6. Tutto alla luce del sole?
    Per poter visionare il bilancio 2007 ho dovuto fare una richiesta pubblica, in assemblea, e due richieste dell’avv. Ognibene. Ho notato aspetti interessanti; peccato che il presidente mi abbia impedito di fare copia . Anni addietro, per avere i nomi dei componenti il comitato direttivo, sono dovuto andare coi Carabinieri; pareva che senza i militari dell’Arma quei nomi, fossero protetti da privacy… Spero proprio che si faccia luce sulla gestione di questo ATC, che si occupa di patrimonio dello Stato, non dimentichiamolo. Ho anche sentito dire che la Regione Emilia-Romagna abbia appena bocciato il Piano faunistico venatorio della Provincia di Reggio Emilia; una bella vergogna, se fosse vero. Oltre che presentarlo in ritardo, presentarlo sbagliato!

    (Umberto Gianferrari)