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Caccia / “Ricorrere al Consiglio di Stato?”

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Il 29 aprile scorso ho letto un articolo pubblicato sul Carlino dal titolo: "Bocciati i cacciatori, non si spara in periferia". L'articolo fa riferimento ad una sentenza del Consiglio di Stato che pone delle regole precise all'esercizio dell'attività venatoria nelle vicinanze di abitazioni.

Francamente mi stupisco che sia necessario ricorrere al Consiglio di Stato per porre delle regole che ritengo alla base di una civile e rispettosa convivenza tra cacciatori e gli abitanti delle zone di caccia.

Infine, ma non per questo meno importante, ritengo che i soldi spesi per sostenere questa causa potevano essere impiegati per qualcosa di utile alla caccia stessa, come ad esempio rimborsare quei agricoltori che da anni stanno aspettando di essere risarciti dei danni provocati dalla fauna selvatica alle coltivazioni agricole.

(Giuseppe Bettuzzi)

3 COMMENTS

  1. …e Confagricoltura?
    Se non erro, sig. Bettuzzi, lei è consigliere di Confagricoltura. Condivido: ci vuole fegato per fare battaglie come quella da lei citata; ogni cacciatore sa bene che vi sono norme precise al riguardo. Sparare in periferia? Roba da Tex Willer! Al posto di Federcaccia mi occuperei invece, seriamente, dei 500 cacciatori definiti DISSIDENTI/SECESSIONISTI. Quando scade la consegna del silenzio che qualcuno avrebbe promesso a certi politici? Eppoi, credo sia illusorio aspettarsi che un’ssociazione venatoria sborsi denari o promuova azioni legali a favore degli agricoltori. Per questo, ci sono – o meglio, ci dovrebbero essere – le associazioni agricole. Che fa la “sua ” Confagricoltura al riguardo? Nulla? Quasi nulla? Sono uno dei pochi privilegiati che ha potuto esaminare, in dettaglio, il bilancio 2007 di Atc Montagna. Mi sono segnato alcune operazioni gestionali che riguardano gli agricoltori che lei rappresenta o dovrebbe rappresentare. Mi contatti, che ne parliamo… Se le interessa, naturalmente.

    ([email protected])

  2. Questo non lo sapevo!!!
    Carissimo Giuseppe, vedo che di persone che utilizzano la propria mente e le proprie facoltà ne esistono ancora. Tu sicuramente fai parte di queste, mi auguro che avrai letto la mia lettera inviata a @CTuttomontagna#C, dove ripercorrevo da “libero cittadino” le problematiche derivate dalla gestione venatoria in montagna. Anch’io ho letto l’articolo in questione e mi ha meravigliato molto il fatto che persone vogliano andare a sparare al limite della “città”, come altrettanto mi ha stupito di leggere quanto te asserito, e cioè che vi sono ancora molti contadini che attendono il risarcimento dei danni.
    Come scritto nella mia missiva sopra menzionata, una parte di colpa è da attribuire alle associazioni agricole, che hanno permesso questo tipo di gestione e, ancor più grave, che abbiano designato per 7 anni all’interno del “direttivo ATC 4” dei delegati CACCIATORI, che, a fronte di promesse, hanno sicuramente avallato una gestione “PRO CACCIA” e non “PRO CONTADINI”. Mi auguro che questa lunga parentesi sia finita e che nel prossimo direttivo le 4 “scranne” riservate alle associazioni agricole siano occupare da contadini PURI; e che siano persone lungimiranti, in grado con le proprie idee di portare avanti una gestione corretta e limpida.
    Distintamente ti saluto.

    (Roberto Malvolti)


  3. Anch’io resto molto stupito che siano difese persone che non possono di certo chiamarsi cacciatori mettendo a rischio l’inculumità dei cittadini. In quanto ai risarcimenti agli agricoltori, è proprio il caso di dire che dopo il danno, la beffa! Il ruolo sociale della figura dell’agricoltore sta nella salvaguardia di un territorio, non nel mantenere gratis la selvaggina per pochi. Dove sono le istituzioni o quanti dovrebbero tutelare i diritti dell’agricoltore?

    (Mariano)