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Vespa cinese, la Regione interviene subito

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Il Servizio Fitosanitario della Regione, con propria determinazione dei giorni scorsi e di prossima pubblicazione sul Bollettino Ufficiale, ha emanato disposizioni e prescrizioni in merito alla “zona focolaio” individuata in Comune di Carpineti, dove è stata riscontrata, per la prima volta in Emilia-Romagna, la presenza del cinipide del castagno (Dryocosmus Kuriphilus Yasumatsu), più noto come Vespa cinese.

Si tratta di uno degli insetti più dannosi per il castagno, simile ad una piccola vespa, originario del nord della Cina, non presente in Europa e in Italia fino al 2002, anno in cui è stato introdotto incidentalmente nel cuneense, e successivamente segnalato in Campania, Lazio e Toscana.

La vespa cinese è resistente ai pesticidi chimici e l’unica possibilità di intervento è la lotta biologica attraverso un altro insetto che si sta cercando di allevare, ad esempio, presso l’Università della Tuscia, ma che non potrà essere disponibile prima di un anno.

L’infestazione si rileva dalla presenza, in primavera, di caratteristiche “galle” di forma tondeggiante di colore verde e rossastro sui germogli apicali e laterali dei rami.

All’interno delle galle si alimentano le larve dell’insetto, che compromettono lo sviluppo vegetativo delle piante e la loro fruttificazione.

Tenuto conto delle disposizioni ministeriali che disciplinano le misure di emergenza per impedire la diffusione del cinipide del castagno, la Regione, constatata la presenza dell’insetto in tre castagneti posti in località la Svolta di Carpineti, ha individuato la “zona focolaio” e la relativa “zona tampone” con un limite di 15 Km di raggio, che a tal punto comprende i comuni della Comunità Montana (esclusi Collagna e Ligonchio) e della collina, nonché alcuni comuni adiacenti modenesi e parmensi.

All’interno di tale perimetro debbono essere tagliate e distrutte tramite il fuoco tutte le piante di castagno con sintomi della presenza dell’insetto in questione (le galle), ed è vietato lo spostamento dei vegetali di castagno destinati alla propagazione (ad eccezione dei frutti e delle sementi), al di fuori e all’interno del perimetro medesimo.

Gli interventi e le misure obbligatorie di lotta alla infestazione sono a cura e spese dei proprietari o conduttori dei luoghi dove sono presenti piante “sensibili”.

Il Servizio Agricoltura della Comunità Montana, in contatto in particolare con il Consorzio Fitosanitario provinciale, il Comune di Carpineti e il Consorzio castanicoltori, sta seguendo l’evolversi della vicenda, anche per rappresentare alla Regione, nel caso si riscontrassero in futuro gravi danni economici e ambientali, la necessità di un sostegno connesso agli interventi di lotta alla infestazione.