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Dipendere affettivamente: le relazioni difficili

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Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense

Dante Alighieri, Inferno V canto

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Definire la dipendenza affettiva è compito difficoltoso. Ci si addentra in un campo i cui confini sono molto vaghi. Affetti e sentimenti appartengono alla sfera vitale dell’uomo. L’affettività è un ambito che coinvolge l’individuo per tutta la vita.

L’amore è caratteristica peculiare dell’essere umano, che ha funzioni e capacità che vanno oltre la fisiologia (Damasio, 1995). Amare è ciò che rende l’essere umano nobile, per alcuni l’amore è la motivazione, il senso dell’esistenza. Oggetto della filosofia e della letteratura, l’Amore è stato analizzato, definito, esaltato cantato e narrato da celebri autori. Eroine sofferenti, tradite, a volte persino suicide popolano le pagine dei testi classici. Nella tradizione classica è possibile riconoscere Didone, regina cartaginese innamorata perdutamente di Enea, come una dipendente affettiva del mondo ellenico. Oltraggiata nell’orgoglio, Didone si toglie la vita maledicendo Enea.
Il sentimento di amore è sostituito dall’amante abbandonata con una passione altrettanto viscerale: l’odio. Al pari del desiderio di avere e possedere l’amato altrettanto forte è il desiderio di vendetta e di rifiutare il partner amato e odiato al contempo (obbedendo a Eros e Thanatos, direbbe Freud).

Sarebbe interessante analizzare le figure femminili della letteratura con sintomi di dipendenza affettiva e fare un paragone con i personaggi letterari semplicemente “innamorati”, ma questo esula dal presente studio. Uno per tutti l’amore della fedele Penelope, fiduciosa nel ritorno del suo amato, in serena attesa, si occupa di tessere la propria tela, simbolo di autosufficienza e pienezza interiore: Penelope rappresenta il contrario della dipendente affettiva. Pur amando e avendo perso l’amato Ulisse, nel mentre avventuriero nel mondo, trova stratagemmi utili alla propria sopravvivenza, affrontando il suo destino con dignità. Penelope non soccombe, fa fronte alla perdita. E ne sarà ripagata.

L’essere umano prova sentimenti, instaura relazioni. I teorici dell’attaccamento (Bowlby, 1969) hanno analizzato i rapporti che il bambino instaura con le prime figure di accudimento, da cui derivano le sue basi relazionali future. Da Freud in poi la psicanalisi ha ipotizzato, e poi teorizzato che l’individuo investe sull’altro le proprie pulsioni, la propria energia primaria, facendone oggetto della propria libido, alternando fasi di scissione, introiezione, fagocitazione ed infine una fase risolutiva di auspicabile integrazione armonica delle figure genitoriali arrivando così alla fine del processo di maturazione personale ad interiorizzarle, seguendo un processo di sviluppo stadiale che sfocia nell’età adulta, nella fase della maturità genitale e affettiva. Abraham, Melanie Klein, Bion parlano di elementi scissi presenti nel bambino, ricomposti, grazie al genitore “sufficientemente buono” (Winnicott, 1965). Così l’individuo una volta cresciuto instaura relazioni amorose e sociali, sviluppa una competenza emotiva e impara a gestire il proprio stare con se stesso (Cigala, 2004); e sa altresì relazionarsi all’altro sapendo gestire la propria vita affettiva e le proprie emozioni in maniera appropriata. Le cose non sembrano funzionare proprio così, visto le enormi difficoltà di relazione che si manifestano nella coppia attuale. Se accettiamo queste teorie, dobbiamo anche osservare che spesso avvengono distorsioni e mancate integrazione nei vari passaggi per cui da adulti ci si ritrova pieni di ferite irrisolte, spesso rancorosi con genitori che non abbiamo per nulla ritenuto buoni.

Se osserviamo le relazioni amorose, spesso sembriamo incapaci di gestire emozioni, sentimenti, gelosia, libertà, e spazi.

(Tratto dal Blog Amore o Dipendenza Affettiva?/)