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Nuovo regolamento regionale per la gestione degli ungulati

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La Giunta della nostra Regione, con delibera n. 751 del 27/05/2008, ha approvato il "REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEGLI UNGULATI IN EMILIA-ROMAGNA".

Su tale delibera l'URCA (Unione regionale cacciatori dell'Appennino) di Reggio Emilia esprime il proprio parere: "Da un lato positivo e dall'altro completamente negativo".

E spiega, in una nota, le due facce del proprio giudizio: "Positivo dal punto di vista dell'aspetto di una moderna gestione del patrimonio ungulati, che attraverso l'intervento delle varie forme di caccia contribuisce a riportare le densità obiettivo degli ungulati sul territorio come stabilito dai Piani Faunistici Provinciali per un minor impatto con l'agricoltura e la determinazione di meno danni all'ambiente ed al territorio".

"Rileviamo però anche elementi negativi, perché con l'imposizione del numero di animali da prelevare per ogni cacciatore si va a vanificare il lavoro svolto dagli ATC e dai cacciatori di ungulati. Avremmo preferito che fossero gli ATC nella sua autonomia a decidere quanti animali fossero da destinare a cacciatori di altre Province o Regioni; questo per non vanificare il grande lavoro svolto dai cacciatori locali impegnati sul territorio dodici mesi all'anno attraverso i censimenti, i miglioramenti ambientali, la prevenzione danni, le colture a perdere e tante altre attività, per arrivare a stimare la densità di animali da prelevare come dice il Piano Faunistico Provinciale e per una tollerabilità sul territorio degli ungulati a favore degli agricoltori che coi danni provocati viene compromesso il proprio reddito".

"Se con questo regolamento la Regione vuol far cassa agli ATC per pagare i danni all'agricoltura, era sufficiente determinare un aumento dell'iscrizione agli ATC da parte di tutti cacciatori, dato che la stragrande maggioranza dei danni è provocata dal cinghiale, dagli storni e da altri animali e solo in minor parte dai cervidi, ma si è voluto solo colpire i selecontrollori".

In conclusione, secondo quest'associazione: "Col limite imposto il rischio è che la componente cacciatori smetta di lavorare sul territorio e vada a comprare un pacchetto di capi tanto gli viene a costare di meno, ma con grave dallo al territorio e così svanisce quanto di buono e innovativo ha questo regolamento".