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Eluana (3) / Il prezzo della vita

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Ma, dicono, è un vegetale.

Anch'io mi sento un vegetale, anzi peggio di un vegetale, perchè consumo senza produrre, parlo senza dire nulla, mi muovo, mi agito, ma non servo a niente.

Dopo un vita attiva, in giro per il mondo, interessante, vissuta, che mi ha insegnato tanto, adesso faccio il pensionato inutile.

Cosa importa se respiro senza una macchina, se mi nutro (e mi nutro bene!) senza sondino? Il problema coinvolge il mio stesso essere e la motivazione che mi tiene in vita. Secondo taluni ragionamenti che ho letto, ed ho dovuto leggere nella stampa, giunti al mio punto dovrebbe diventare obbligatoria l'eutanasia, non fosse altro che per alleggerire i conti dello Stato. L'esistenza in vita viene condizionata da ciò che si dona e da ciò che si riceve, quasi come in un rapporto che valuta costi e benefici.

La vita, così, perde valore per entrare nel novero dei prezzi; non un valore assoluto, ma un prezzo relativo; in quest'ordine il mio prezzo relativo ha un segno negativo, è al passivo, e come me tantissimi altri, con i quali mi incontro al mattino a sorbire il caffè e commentare i quotidiani. Ho cercato di convincerli che, nella logica che ho qui riscontrato, siamo gente inutile e passiva, ma non c'è verso; ho cercato di chiarire che la pensione che percepiamo è un furto perpetrato contro gli altri che devono mantenercela.

Ho assistito mia madre, deceduta a 96 anni; abbandonai il mio lavoro all'estero, per il quale ero stato sollecitato a proseguire, proprio per potermi trovare accanto a lei e l'ho fatto. Negli ultimi tempi aveva anche piaghe da decubito; veniva giornalmente un'infermiera per le pulizie e per accudirla, ma non mi dava fastidio e non lo ritenevo un dovere, ma una parte di me stesso.

Ora mi rendo conto che quando sarò meno autonomo e indipendente sarò di fastidio ai miei figli, perchè è cambiata la filosofia dell'essere, per diventare filosofia dell'apparire, e questo mi sconforta.

(Rosario Amico Roxas)

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Pezzi correlati:
- Su Eluana (1) (15 luglio 2008)
- Ancora su Eluana (2) (16 luglio 2008)

1 COMMENT

  1. Carissimo “Abu” Roxas
    Carissimo “Abu” Roxas, che piacere incontrarla anche su Redacon oltre che su “Il dialogo”! Non commento il fatto di Eluana, per rispetto a lei, al padre e anche a chi deve far applicare le leggi vigenti. Ognuno di noi, mi creda, ha storie come la sua di familiari assistiti anche per molti anni, tra sondini e piaghe da decubito: è la vita e potrebbe essere anche la nostra vita, alla fine. Inermi come il Crocefisso. Non capisco, però, come lei possa sentirsi inutile, in questo momento, con tutta la gente bisognosa di tutto che c’è intorno. Non è una bestemmia? Pensionato inutile? La prego: non si paragoni a chi è crocefisso in un letto d’ospedale, non è accettabile. Riconverta i suoi talenti per altri usi, non c’è mai un vero motivo per seppellirli e poi lamentarsi cadendo in quella “tristezza” che, mi pare, San Tommaso annoverava tra i peccati capitali.
    Con simpatia,

    (Normanna Albertini)