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Crisi del Parmigiano Reggiano. Pasticcio in salsa italiana e delusione per l’incontro col Ministro …che non c’è

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ROMA (8 ottobre 2008) - Un colpo così, forse, dalle terre padane il ministro dell'agricoltura, Luca Zaia, mica se lo aspettava. Perchè nel volgere di pochi minuti gli piovono addosso gli strali della Provincia di Reggio, della Regione e, ultimo solo in ordine di tempo, del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano.

Cosa è successo?
"Che questo incontro è stato un vero fallimento: un incontro pressoché inutile dal punto di vista operativo e quasi provocatorio sotto il profilo politico". Così si esprime l'assessore provinciale Roberta Rivi per esprimere la propria delusione al termine dell'incontro di oggi al Ministero delle Politiche agricole richiesto con urgenza per fronteggiare la crisi del Parmigiano-Reggiano.

Formaggio, lo ricordiamo, cui l'agricoltura montana deve la sua 'sopravvivenza' (è il caso di dire... ), soprattutto in un momento di forte crisi come attuale.

Per l'appunto era scesa, infatti, una delegazione guidata dall'assessore regionale Tiberio Rabboni e composta dagli assessori della Province di Reggio, Modena, Parma e Bologna, e con tanto dei vertici del Consorzio e delle associazioni di categoria: ma a quanto pare il ministro Luca Zaia non si è nemmeno presentato.

"C'erano il suo capo di gabinetto e il suo staff - dice la Rivi -, ma soprattutto c'era anche una analoga delegazione del Grana Padano, una presenza inopportuna non solo perché non concordata, ma soprattutto perché si tratta di due prodotti, di due mercati e di due situazioni decisamente diverse".

"Il ministro Zaia e, dunque, il Governo non hanno certamente dimostrato l'attenzione necessaria a fronteggiare la crisi delle quotazioni del Parmigiano-Reggiano che, sarà bene ricordare, negli ultimi tempi per le nostre aziende agricole ha significato una perdita di reddito di oltre il 40%, anche in conseguenza di un aumento dei costi di produzione del 20%", conclude Roberta Rivi.
Unico risultato ottenuto oggi a Roma, l'impegno da parte del Ministero a convocare una commissione operativa insieme
ad una rappresentanza del Parmigiano-Reggiano.

Non è finita. Sulla questione esprime la propria delusione anche il presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, Giuseppe Alai
"Il confronto - recita una nota ufficiale del Consorzio di via Kennedy - ha visto fianco a fianco (e con un po’ d’imbarazzo superato grazie al fair play degli interessati) gli esponenti del Parmigiano-Reggiano e del Grana Padano".
“Una scelta che non condividiamo – dice Alai – perché i problemi dei due formaggi si differenziano per natura ed intensità, così come si differenziano le esigenze, le richieste e le proposte che abbiamo presentato”.
Venerdì si metterà al lavoro un tavolo tutto ministeriale attorno ai temi affrontati oggi, “ma anche in questo caso – spiega Alai – saranno congiuntamente trattati i problemi dei due più importanti formaggi italiani; le nostre obiezioni, dunque, restano, e sollecitiamo pertanto il ministero a scindere le due questioni, perché il problema non è trovare accordi tra i due Consorzi, ma rispondere concretamente, in fretta e soprattutto coerentemente a bisogni che sono oggettivamente diversi”.

Quanto alle proposte e alle sollecitazioni, chiare e molto concrete quelle presentate dal presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, a partire dalla richiesta della dichiarazione dello “stato di crisi” del settore, aprendo così la strada ad interventi immediati che riguardano – in primo luogo – il ritiro dal mercato di una quota di prodotto (tramite l’Agea e con destinazioni diverse dai mercati tradizionali) tale da garantire una ripresa delle quotazioni.

Sostegni immediati sono stati chiesti dal Consorzio a sostegno della promozione delle esportazioni, così da rafforzare gli ingenti investimenti già messi in atto dal Consorzio in stretta collaborazione con gli esportatori: “si tratta di iniziative e progetti concreti – e non di generica promozione – finalizzate a produrre risultati a breve, ovvero ad innalzare le vendite in diversi Paesi”, spiega Alai; “al ministero abbiamo dunque chiesto di supportare queste azioni che per la prima volta vedono strettamente legati operatori economici e Consorzio di tutela, uniti dall’unico interesse di esportare quote crescenti di prodotto”.

Dal Consorzio del Parmigiano-Reggiano sono poi venute altre specifiche richieste che riguardano in modo diretto la commercializzazione e, conseguentemente, possono incidere sulle quotazioni.
Tra queste, la richiesta di una verifica riguardante un necessario e rapido accordo con l’autorità antitrust per sospendere per un triennio l’attuale disciplina, consentendo di generare condizioni di pari dignità tra chi offre il prodotto (in modo oggi molto frammentato) e chi lo acquista (in modo ben più concentrato, e quindi con un potere negoziale enorme rispetto a quello dei produttori).
Dal Consorzio, inoltre, la richiesta di un’analisi sulla correttezza della disciplina che regola le vendite sottocosto e quelle promozionali, alla quale – spiega Alai - vanno affiancati incontri e nuove relazioni con la GDO”.
“Il nostro – conclude il presidente del Consorzio – è stato uno sguardo a tutto campo sui problemi che interessano il Parmigiano-Reggiano, che si è tradotto non in legittime ma sterili lamentazioni, quanto piuttosto in richieste precise e in proposte concrete che si possono rendere in gran parte operative anche in tempi brevi. Su queste chiediamo risposte altrettanto precise, che tengano conto della specificità della crisi del Parmigiano-Reggiano e delle peculiarità proprie del nostro sistema imprenditoriale (dagli allevamenti alle strutture di trasformazione) fondato su un’agricoltura d’alta specializzazione e su una artigianalità di lavorazione che non trova riscontri in prodotti di così largo consumo”. “C’è, in sostanza, un impatto economico e sociale sul territorio di straordinaria portata, che richiede azioni e attenzioni altrettanto straordinarie”.

E da Roma? Fonti vicine al ministro, dicono a Redacon, giungerà a breve replica del ministro per le rime. Se avremo ragguagli ve li forniremo quanto prima per quella che, sicuramente, è destinata a diventare una querelle di portata nazionale e, vieppiù, che vede loro malgrado coinvolte le migliaia di aziende agricole che afferiscono agli oltre 400 caseifici di Parmigiano Reggiano ancora attivi sul terriotorio.

Infine, registriamo per lunedì prossimo, 13 ottobre, la convocazione fatta dalla presidente della Provincia, Sonia Masini e dall'assessore Rivi, rivolta ai parlamentari reggiani, i sindaci, la Comunità montana, ai vertici del Consorzio, alla Camera di commercio, alle associazioni di categoria, ai sindacati e ai caseifici proprio per "condividere alcuni interventi che nell'immediato possano aiutare le aziende agricole a uscire dall'emergenza e nel contempo elaborare una strategia utile a valorizzare in prospettiva uno dei prodotti simbolo dell'agroalimentare italiano". All'incontro - che si terrà lunedì 13 ottobre a partire dalle 9.30 nella Sala del Consiglio provinciale alla presenza dell'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni - sono stati invitati anche gli assessori delle Province del comprensorio di produzione.