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Farsi amici i poveri: possibile, oggi?

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I poveri sono coloro che soffrono, che hanno bisogno di aiuto. Chiunque sia! Da qualunque regione o nazione venga: il misero, l’ubriacone, il mentecatto delle nostre periferie, il tossico incarognito nella sua dipendenza da anni come colui che accatta alle fermate dei semafori, con la miseria del suo corpo mutilato che ricorda l’Opera da Tre soldi di Bertolt Brecht o la corte dei miracoli di Bunuel in Nazarin. L’immigrato clandestino o in regola ma senza lavoro. Le ragazzine e i ragazzini che subiscono violenza,le donne costrette a prostituirsi. Gli anziani soli.. L’ex-carcerato, che non trova chi gli dà un lavoro, il giovane che non ha uno straccio di titolo di studio, privo di cultura ed analfabeta… I poveri sono tanti, un elenco lunghissimo, sono come la rena del mare, fitti come alberi di un bosco in montagna.

Quale atteggiamento con loro? Farseli amici pare improponibile ai più; forse riescono in questa opera di avvicinamento solo quelli della Caritas o ai credenti convinti che il lasciapassare per il Regno dei Cieli sia darsi da fare per i poveri. Solo loro? Stando al Profeta di Nazaret che fonda il loro agire, molti altri saranno riconosciuti da Dio anche se non hanno letto il Vangelo o professato una qualsiasi fede se hanno aiutato i poveri: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, sete e mi avete dato da bere, forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. in carcere”.

Questi altri non sapevano che il gesto di bontà e di misericordia che stavano compiendo era rivolto al Figlio di Dio, che nell’ora del giudizio non dimenticava i poveri e gli infelici. “Beati i poveri!”, li aveva chiamati e i gesti di amore rivolti loro, da credenti o non, diventano ricompensa perché, chi si è fatto amici i poveri e li ha
aiutati, confortati, sostenuti in qualche modo, avrà la vita per sempre, godrà i cieli in eterno.

E’ davvero qualcosa di strano che lo stesso Figlio di Dio abbia voluto apparire come un povero, un emarginato, un escluso, un immigrato, uno che, pur non stendendo la mano fuori del tempio, non aveva “un sasso dove posare il capo” e, morendo, neppure una tomba. Ogni gesto di attenzione al povero è rivolto Lui; non alla fine dei tempi, ma oggi stesso, nel quotidiano. Farsi amici dei poveri è di tutti: certamente non li avrai contro!