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Le difficoltà del commerciare in montagna

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La crisi economica picchia un po’ dappertutto. E anche sui nostri monti, ovvio. Abbiamo voluto fare due veloci chiacchiere con un imprenditore che si occupa di commercio e assistenza tecnica, con esercizio a Castelnovo ne’ Monti. Manteniamo, come suo desiderio, l’anonimato.

Dalla scala globale: “Circa la crisi finanziaria in atto dico… vorrei dire no agli allarmismi: sarebbe un disastro generale… “. A quella locale. La premessa serve infatti a chi abbiamo dinanzi per affermare, subito dopo, che “questa situazione origina relativa paura negli acquirenti, che comprano tra l’altro con sempre meno soldi in tasca. Un fenomeno che si osserva chiaramente anche qui”.

E come?
“Con rate, con finanziamenti tramite banca da restituire in un certo tempo… Si può osservare come quest’ultima forma di pagamento si estenda sempre di più anche per somme minori: anche questo un segno indubitabile della maggiore difficoltà di tante persone a disporre di liquidi“.

Come vede il quadro del commercio a Castelnovo ne’ Monti?
“I maggiori operatori del settore non hanno grossi problemi. Mi riferisco soprattutto a chi gestisce un esercizio ormai consolidato e a chi è proprietario. Ma per gli altri è difficile. Non parliamo di chi vuole aprire una nuova attività… pensiamo a quanto incidono gli affitti. Lavoro da trent’anni nel mio settore, ma le difficoltà sono cominciate circa 5-6 anni fa”.

Ha individuato un motivo particolare?
“Certo, da quando ho perso commesse pubbliche. Da qualche anno enti come comuni e scuole per i loro acquisti – soprattutto per gli acquisti più consistenti – si rivolgono sempre più spesso fuori dal nostro paese e dal nostro territorio, dove riescono a spuntare prezzi più convenienti grazie al Consip”.

Risparmiano, già…
“Sì, però questo stato di cose rischia di mettere a repentaglio la nostra sussistenza. Mi verrebbe da chiedere ai comuni: perché non destinano una, anche piccola, quota delle loro spese agli acquisti alle aziende che lavorano nelle loro zone di competenza? Non sarebbe anche questo un modo, sostenendo le prime, per aiutare di più anche le seconde?”.