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In Brasile l’acqua si distribuisce malamente

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Pubblichiamo l'ultima lettera di don Marco Ferrari, che come sappiamo si trova in missione in Brasile.

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Eccoci, carissimi, approssimarsi la fine di un altro anno, i mese di dicembre è iniziato all’insegna di un po’ dacqua. Da molte parti, qui in Bahia, temporali e molta cqua, qui da noi in alcune zone ha riempito pozze e isterne, in altre regioni della parrocchia solo una ioggerella fine. Al sud del Brasile, se avete accompagnato i giornali, sono in preda ad un vero e proprio disastro: alluvioni che hanno visto fin ora 111 morti, migliaia di persone hanno perso casa o quello che c’era dentro. Quali differenze in questo continente chiamato Brasile. Qualcuno diceva: “C’è differenza anche nella distribuzione dell’acqua, a chi troppa e a chi niente”. Ma non è la mentalità della gente semplice che accetta tutto perché sa che viene da Dio e che riconosce nei disastri la mano dell’uomo…

Inutile parlare della crisi economica a livello mondiale, ma proprio stasera ascoltavo una storia che vi racconto.

C’è una fabbrica di scarpe qui in Ipirà che produce per la Diadora migliaia di paia al giorno, con circa 1500 persone assunte, lavoro industriale, stipendio da miseria, vero e proprio sfruttamento. Una signora dopo la Messa raccontava che in questi giorni non fanno altro che licenziare. Ieri per esempio hanno licenziato 200 persone, non so se lo possono fare ma lo fanno, i sindacati quando ci sono sono impotenti. Dicono che sono diminuite le vendite… Tra queste 200 persone la signora raccontava di una mamma che implorava il capo piangendo chiedendo di non essere licenziata perché ha 2 figlie e non sa come mantenerle, quel piccolo stipendio mensile le mancherà molto. Era tutto quello che aveva! Ovviamente niente da fare, i numeri sono numeri. Una delle tante storie di miserie come accadono in tante altre parti del mondo, probabilmente di questi tempi anche in Italia.

Anche se per i piccoli agricoltori delle campagne la vera risi è data dalla mancanza di pioggia, c’è chi, anche da noi, che risente di questa ondata di recessione. Speriamo bene e preghiamo!

Mi aspetta un bel mese di dicembre, senza molto respiro, non vi sto a fare l’elenco delle attività, lavori e progetti. Se vi interessano, una parte le trovate sul sito della parrocchia. Venerdì mi hanno invitato in comune per la consegna del titolo di cittadino ipiraense. E’ solo una semplice riconoscenza, pensano che abbia fatto chissà che cosa e che sia un’autorità… Pazienza, lasciamoli pensare! Da queste parti i titoli piacciono.

Queridos, um Feliz Natal a todos e um bom Advento, na espera do Senhor Jesus que vem.

Pe. Marco