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Statale 63 / “Chiediamo conto dell’incuria in cui viene lasciata!”

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Lettera aperta al sindaco di Collagna Ugo Caccialupi.

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Leggevo nei giorni scorsi sul Carlino Reggio che un noto partito politico si appresta ad attrezzare un gazebo al posto della stazione Tav di Reggio Emilia, questo per dare visibilità all’inconcludenza politica della nostra Provincia. In poche parole si è costruito un bellissimo asse di alta velocità senza dar modo all’utente di poterne usufruire: il solito metodo all’italiana, si vuol far inaugurare una struttura senza averla ultimata. In Italia è cosa ben nota, vedi anche SS 63.

Poche pagine più avanti, nella cronaca della montagna, vi è una pagina dedicata appunto alla SS 63, dove si legge: "Sale la protesta”. Ma che protesta, in giro si vede solo remissione e rassegnazione.

Dalla bocca del sindaco di Collagna escono parole che un normale cittadino difficilmente riesce a comprendere, le si possono comprendere solo se si riporta la memoria al passato, quando le strade si facevano a mano, con l’ausilio di vanga, zappa, badile e cariola.

Oggi, caro sindaco, ci sono escavatrici, camion, trivelle, fotoelettriche per lavorare anche di notte, il cittadino vuole tempi certi e veloci. Siamo nel terzo millenio, si costruiscono ponti e gallerie di chilometri, ma da noi no, 80 metri di frana dividono in due il territorio, forse il detto “volere è potere” non vale più?

Mi si dirà: e i soldi? E io rispondo! E il danno economico, i disagi dei cittadini che per recarsi in ospedale a Castelnovo debbono passare dal Lagastrello? Chi lo paga? Per poi non parlare del danno arrecato alla stazione sciistica e di conseguenza alla Provincia ed ai comuni che hanno finanziato con milioni di euro detta stazione.

Mi risulta che di cantonieri Anas non ve ne siano più, non ci sono soldi! Ma i soldi per venire da Bologna in elicottero ci sono, per venire in macchina con l’autista ci sono! È una VERGOGNA, bisognerebbe chiedere conto del danno causato dall’incuria in cui è gestita la nostra statale!

Mi piacerebbe conoscere le spese sostenute dall’Anas per la gestione del personale che risiede negli uffici e cosa fanno questi geometri, ingegneri, geologi; quante auto hanno e chi paga l’elicottero! Doppia vergogna.

Mi creda, non ne dò la colpa a Lei, persona che stimo e conosco personalmente, ma mi creda da italiano sono stanco, da imprenditore mi cadono le braccia, da montanaro sono incavolato nero.

Non ne possiamo più, noi votiamo i nostri politici nella speranza che gestiscano nel migliore dei modi la nostra montagna, ma alla voce SS 63 il vostro voto è 0--.

La lascio con un consiglio o forse una preghiera: raduni i sindaci e il 14 giorno dell’inaugurazione della Tav, andate anche voi ad allestire un gazebo sui binari; le posso assicurare che molti cittadini la seguiranno.

(Roberto Malvolti)

3 COMMENTS

  1. Qualcuno sapeva della frana?
    Scavatori, macchine operatrici, carotatrici, geologi, ingegneri, progettisti avranno fatto a suo tempo la variante ora franata, ad opera d’arte. Ma non sarà che se andiamo da qualche vecchio contadino di Collagna o Cerreto Alpi o Ponte del Barone ci dirà: lì, a memoria d’uomo, la frana c’è sempre stata???? Tu, Roberto, che conosci tantissima gente potresti chiederlo…

    (c.a.)

  2. Concordo
    Concordo pienamente con Roberto Malvolti sulla protesta per la strada non… statale 63 con gazebo all’inaugurazione T.A.V. e aggiungo anche per i tanto pubblicizzati Ponti di Calatrava: quanti soldi spesi, tutti per la pianura, e per la NOSTRA MONTAGNA…….O-O-O.

    (Paolo Ferretti)

  3. Hai ragione
    Tutto vero, la montagna si sgretola, i dipendenti Anas potrebbero almeno prendere un badile e pulire le cunette. Non costa niente ed eviterebbe all’acqua di scorrere per la strada e quindi gelare (vedi uscite gallerie).

    (Fabrizio Zanelli)