Home Cronaca “Gemelliamo i nostri comuni con i villaggi poveri africani!”

“Gemelliamo i nostri comuni con i villaggi poveri africani!”

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(VETTO, 21.12.2008) - Il filmato è veramente suggestivo. Instilla quasi un sentimento di dolcezza, nonostante le situazioni documentate siano invece di grande difficoltà e miseria. Immagini sapientemente mixate e musicate che rendono al contempo - con la forza, immediatezza e capacità di trasmettere emozioni che sono proprie del mezzo - il lavoro dei volontari, la vita quotidiana dei residenti e gli splendidi scenari. Stiamo parlando della serata organizzata dal Gaom, Gruppo amici ospedali missionari di Castelnovo ne’ Monti. Si era a Vetto, ieri sera, in occasione della presentazione di un libro-reportage – come lo chiama il parroco locale, don Carlo Castellini, nella prefazione – scritto da Giovanni Ferrari, vettese, che si è recato nelle missioni di Gambo e Shashemane, in Etiopia, seguite dalla benemerita associazione.

Il noto medico castelnovese Riccardo Azzolini (che, per inciso, per questo suo impegno che dura da quasi venticinque anni è stato anche scelto dai collaboratori del periodico locale Tuttomontagna, nel numero appena uscito in edicola, quale “montanaro dell’anno”) ha introdotto l’incontro, moderato dall’ormai esperto volontario – nonché suo vice – Alberto Campari, che ha provveduto anche a “raccontare” ai presenti nel salone parrocchiale le immagini che scorrevano sullo schermo, girate nel febbraio scorso dal medico sassolese Adriano Lumetti.

Azzolini ha lanciato un’idea: “Perché non gemelliamo i nostri comuni con le località di quelle zone in cui stiamo lavorando con buoni frutti ormai da tempo? Sarebbe un modo per aiutarle concretamente, con l’opera dei volontari e l’appoggio dei missionari locali… “. “In questo modo – aggiunge – si potrebbero creare tante ‘oasi’ di relativo benessere in quelle zone martoriate”. Azzolini si è dichiarato ottimista, ha detto di notare progressi: “Il mondo potrebbe cambiare”. Sì, è vero, basterebbe poco. Volerlo.

Dal pubblico una voce si lancia contro lo scandalo di una Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite che dovrebbe occuparsi di queste questioni, che “si mangia (sic) gli aiuti”. Un’altra persona apprezza ma fa anche garbatamente notare che anche qui da noi c’è spazio, per chi ha buona volontà, per “fare missione”: “Pensiamo ad esempio ai tanti anziani soli… “.

Giovanni Ferrari, l’autore del libro, ha detto che “non si può far finta di niente di fronte al dramma della fame: è una battaglia assolutamente da combattere”. “Ma – avverte Campari – se qualcuno fosse intenzionato a fare volontariato in Africa lo invito a prendere contatto con noi non solo per gli aspetti organizzativi: prima di tutto occorre rendersi conto che bisogna imparare subito a conoscere, essere disposti a farsi conoscere e a rispettare la cultura, diversa, delle persone da cui ci si reca. Perché, non dimentichiamolo, là siamo a casa loro”.

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