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“La modernità della ‘Predica di Natale’ di Camillo Prampolini”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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“ …Voi potete andare in Chiesa ogni giorno, voi potete ogni giorno confessarvi e comunicarvi, voi potete recitare quante preghiere volete, ma se assistete indifferenti alle miserie e alle ingiustizie che vi circondano se nulla fate perché esse debbano scomparire voi non avete nulla in comune con Cristo… voi non avete diritto di chiamarvi cristiani… ”.

(tratto dalla Predica di Natale, di Camillo Prampolini, 1897).

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Quante miserie e quante ingiustizie, vecchie e nuove, ci circondano e ci riguardano in questi tempi difficili… e quanto risuonano attuali e moderne le parole di Prampolini.
Etica, morale, giustizia, libertà individuali: parole desuete, quasi scontate, sono ritornate prezioso riferimento di fronte alla crisi del lavoro, ai fallimenti
e ai saccheggi dell’alta finanza, alla crisi della giustizia, alla “questione morale” che sta inesorabilmente distruggendo la politica.

L’illusoria via del capitalismo, della globalizzazione, di una certa “realtà virtuale” costruita dai mezzi di dis-informazione e priva di fondamenta ha portato alla omologazione politica e culturale (bipartitismo, bipolarismo… ) mascherata come “efficientismo manageriale”.
Lo Stato Sociale è stato impoverito, la pubblica Amministrazione screditata a favore di un non ben precisato pragmatismo di facciata, col risultato di ingrandire il solco tra poveri e ricchi, tra sofferenza e privilegi, tra bisogno e superfluo. In questo momento di particolare difficoltà, anche dell’economia e del lavoro, le ingiustizie diventano ancor più grandi e meno sopportabili in ragione delle debolezze sociali.

Ecco, allora, che la "Predica di Natale" di Camillo Prampolini risulta moderna, perché ci invita ad inseguire il bisogno naturale di giustizia, per raggiungere la libertà, percorrendo il più elementare e naturale degli insegnamenti: quello di Cristo. Un Cristo senza orpelli, cerimonie, agghindature… un Cristo non bigotto, semplicemente reale e onesto, presente laddove non c’è giustizia, dove non c’è uguaglianza. Un Cristo Socialista, si disse sul finire dell’800. “Quel dire” fu pagato con la scomunica.

Molti di loro (i cristiani) sono convinti che si salveranno nel Paradiso, anche se non si capisce come riescano a tollerare l’idea (ingiusta) che altri non si salvino. “Come si può dirsi cristiani ed assistere indifferenti alle miserie e ingiustizie” che attraversano questo nostro Natale.

La social-card (moderna tessera della carità) è un atto di disuguaglianza; il riscatto dei poveri si trova nella Giustizia Sociale, non nell’ostentata carità di uno Stato debole, incapace di difendere il bene comune dal prevalere degli interessi individuali. L’economia, come la politica, non può essere senza regole e senza freni (“abbandonata – diceva Rathenau – al caso e alla prontezza di mano”) ma deve essere regolata dallo Stato di Diritto. Non è concepibile privatizzare i guadagni e socializzare le perdite. La Giustizia sociale non può ricorrere, una tantum, a colpi di carità.

I nuovi poveri, gli operai, i lavoratori in cassa integrazione, gli immigrati, i giovani precari, gli ammalati senza cure, i pensionati senza soldi, i piccoli risparmiatori derubati… Costoro possono dirsi Cristiani, perché cercano giustizia e non sono liberi dal bisogno.
L’attualità e modernità del riformismo socialista, del socialismo liberale, è in questo bisogno, in questa necessità.

“Se assistete indifferenti alle miserie… ”. Le parole di Prampolini sono un ammonimento ed un invito.

Nella ricorrenza della promulgazione delle leggi razziali, il presidente della Camera dei Deputati, On. Gianfranco Fini, si è chiesto: “Perché la società italiana si sia adeguata… e perché salvo talune luminose eccezioni, non siano state registrate manifestazioni particolari di resistenza …nemmeno da parte della chiesa cattolica”.

Oggi, nella ricorrenza (anche) del Natale possiamo dirci orgogliosi di avere tra i padri socialisti Giacomo Matteotti, che non rimase attore indifferente, ma fece resistenza e si comportò da vero cristiano. E’ un Natale di poche luci, ma si intravedono una certezza ed una speranza.

La certezza che il pensiero e l’ideale del socialismo reggiano sono vivi e moderni; la speranza che il Cristo-Socialista ritorni nel cuore e nell’entusiasmo dei giovani.

Buone feste di Natale.

(Enzo Piccinni)

2 COMMENTS

  1. Grazie Enzo
    Grazie Enzo, volevo fare i complimenti per avere ricordato questa frase saggia di un famoso personaggio politico e per avere descritto le tue riflessioni nel rapportare questa frase a questi nostri tempi moderni. Ho aspettato invano e con curiosità qualche commento da parte dei soliti politici nostrani, sempre pronti a rovesciare e sfruttare a loro favore ogni situazione con le loro motivazioni e giri di parole. Niente, forse saranno molto impegnati con questo periodo di festività.
    Erano altri tempi quelli; di solito si manteneva la parola data soltanto guardandosi negli occhi e una stretta di mano valeva più di uno scritto. Sono sicuro che in passato erano numerosi i personaggi da portare ad esempio, nella loro saggezza avevano delle massime inattaccabili ed un alto valore di comportamento nella vita. Purtroppo però con il tempo si sono sempre più rarefatti e le loro massime sono state poco seguite.
    Volevo soltanto ricordare una frase che conservo ancora tele-visivamente di un grande Papa; chi non lo ricorda? “Tornando a casa troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa… ”. Purtroppo oggi qualcuno potrebbe dire: “Tornando a casa regalate ai vostri figli una playstation, in questo modo si incentiverà l’economia… (cinese?), si potrà parcheggiare il proprio figlio per molto tempo, qualche volta potrà giocare anche il papà mentre la mamma sarà impegnata con le amiche-ci….!!!”.
    E il tema della pace nel mondo così caro a questo Papa?? Non ho parole per quanto succede sempre più frequentemente. Purtroppo la pace non fa guadagnare i soldoni ai fabbricanti di armi… e nemmeno materie prime.
    Per ultimo, volevo fare una domanda: qual è quel politico moderno che si può paragonare a Camillo Prampolini?? Qualcuno ha una risposta??
    Grazie.

    (Elio Bellocchi)

  2. Continua così
    Bella la frase di Prampolini, che trovo attuale, e complimenti a Piccinni per l’articolo. Sono molto d’accordo con quanto inserito nel commento e mi è piaciuto il collegamento di Cristo e il Socialismo, ma erano altri tempi, tempi in cui i politici del passato consideravano la politica come una missione, un servizio da rivolgere ad altri, ai piu deboli, al popolo, vedi l’On. Marconi, De Gasperi, Cavour, ecc. Tempi in cui il valore della libertà poteva essere rincorso anche con il sacrificio della vita. Oggi vi sono altri partiti e altri politici, forse più impegnati in schermaglie interne o a cercare soddisfazioni personali che non a risolvere i problemi reali o dare risposte alle esigenze delle persone. Ma ritengo che la colpa sia anche nostra; bisognerebbe fare sentire maggiormente le voci contrarie, le opinioni diverse, interessarsi di più alle tematiche e intervenire nei dibattiti. Enzo, l’articolo che hai scitto va in questa direzione, ne aspettiamo molti altri. Saluti.

    (Aronne Ruffini)