Home Cronaca Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, presenta NEVENATURA

Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, presenta NEVENATURA

4
1

Riceviamo e pubblichiamo.

-----

Questo febbraio 2009 in Appennino, può essere il mese di lancio di un nuovo prodotto turistico.
Lo abbiamo chiamato Neve Natura, parole che sintetizzano nuove opportunità e un’inedita interpretazione dell’inverno d’Appennino come stagione turistica.
Un tempo la neve era vista solo come un problema che si aggiungeva alla fatica di ogni giorno.
Circa 50 anni fa si è avviato il turismo dello sci e , con esso piccoli circuiti di valorizzazione economica di alcune poche elette località.
Le poche poi sono diventate pochissime.
In alcune di esse (in primis Cerreto Laghi) questo turismo è indiscutibilmente affermato.
In altre (Civago) è scomparso.
In altre fatica e dà la sensazione di potersi conservare ma non di potersi espandere.
Nell’insieme tutto ciò appare troppo poco per fare dell’inverno una stagione turistica per l’Appennino in misura tale da sostenere davvero un tessuto
economico, sociale e demografico.
Al di là di alcune benedette invasioni nelle domeniche
di bel tempo ci sono lunghissimi giorni settimane e mesi di vuoto.
Eppure la neve c’è, sempre e non solo quest’anno a coronare di bianco tutto il crinale dell’Appennino sopra i
1440 – 1500 metri.
E la neve al di là delle stazioni sciistiche non è comunque più sinonimo di freddo e isolamento, ma piuttosto un bene della natura e del paesaggio, rappresenta un
habitat naturale gradevole pulito e attraente che può costituire un richiamo per molti singoli e famiglie anche non sciatori e non atleti.
Attorno a ciò si può costruire un’offerta turistica culturale ambientale.
Nel febbraio 2007 Succiso ha conosciuto il primo turismo invernale nella sua storia con alcune classi di studenti che hanno sperimentato un modello di educazione ambientale molto poco tradizionale e molto radicato nell’identità del territorio, nella diversità delle stagioni e in un borgo storico ove il turismo era solo il ritorno degli emigrati d’estate.
Nel 2008 questa esperienza si è estesa a Civago e all’Appennino modenese e parmense.
Quest’anno Neve Natura cresce ulteriormente.
Non è più solo settimane di turismo scolastico, è diventato un prodotto fatto di pacchetti weekend comprensivi di attività culturali, in 4 parchi dell’Appennino emiliano e romagnolo.
Le ciaspole, un semplice attrezzo idoneo ad avvicinare facilmente gente di tutte le età all’Appennino in inverno e alle sue bellezze, sempre più diventano il simbolo di un
turismo dolce che non richiede grandi investimenti né grandi impianti, né grandi parcheggi ma che può fare buoni numeri.
E può diffondersi non in qualche chilometro quadrato benedetto dalle piste e lontano dai paesi, ma in tutti i borghi e gli esercizi pubblici dell’Alto Appennino.
I Briganti di Cerreto, Pratizzano, Abetina Reale, Bargetana, San Leonardo al Dolo e altri rifugi ed esercizi si stanno muovendo in proprio, facendo fare i primi passi a nuove forme di turismo e sport che potranno sempre più toccare più da vicino le comunità locali ed i vecchi borghi.
C’è un insieme di attività in questo Febbraio 2009: settimane studentesche dal martedì al
venerdì, weekend di Neve Natura e Cultura d’Appennino proposti come pacchetti turistici, traversata del Crinale del Parco con i cani da slitta, promozione di occasioni
culturali e di animazione delle località montane, avvio del Centro Neve natura di Pianvallese, con nuovi straordinari percorsi battuti, da Febbio all’Abetina Reale e ora fino al Passo delle Radici.
E’ una realtà che cresce e ha potenzialità di crescere ancora molto.
Di fronte alla drammaticità del calo demografico ed ora della crisi, tutto ciò può far sorridere, perché certamente non dà risposte immediate e tanto meno proporzionate ai problemi che toccano l’occupazione e il lavoro anche nei distretti industriali.
Però bisogna ricercare, innovare, creare nuovi prodotti, nuovi consumi, nuovi servizi anche a contenuto immateriale.
E nuovi lavori.
Ricostruire lavoro, presenze, economie sostenibili in Appennino non è riproporre il passato che è inequivocabilmente tramontato
o sta tramontando.
E lavorare su prodotti come Neve Natura non è solo tempo libero.
Non è cosa grande ma è cosa di qualità.
E’ parte di quelle attività strategiche per le imprese e i
territori che viene chiamata ricerca e sviluppo.
Non dà molto nell’immediato ma è essenziale per l’innovazione e per il futuro.
Da oggi a Febbio, località e stazione “in crisi” parte un segnale concreto.

(Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano)

1 COMMENT

  1. Obiettivo-strumenti-risultati
    Premetto che non sono nè un esperto di turismo nè coinvolto in nessuna forma di partecipazione politica, ma semplice cittadino ex montanaro che lavora da diversi anni nell’industria privata. Ma io sinceramente non riesco a capire nè il senso di questo articolo nè il messaggio che viene lanciato.
    Nell’industria privata siamo abituati a definire un obiettivo (quantificabile) e relativi mezzi e strategie per raggiungerlo; tradotto nel messaggio qui sopra sarebbe:
    Progetto: Neve Natura
    Obiettivo: num. presenze attese
    Strategia: su cosa puntare e quali canali
    Mezzi: quantificare gli investimenti monetari.
    Non vedo nessun dato certo, nessun riferimento ad obiettivi quantificabili; allora come facciamo a dire se è un’attività da ripetere o meno?
    Noto invece una banale demagogia, un “pour parler” che sinceramente stanca e non dà valore aggiunto alla nostra montagna.
    Sinceramente dovremmo prendere esempio da chi le cose le sa fare ed in modo professionale, prendo il Trentino e Alto Adige a riferimento, affidandoci a tecnici esperti in materia e non a “tuttologi” privi di competenze.
    E’ un peccato, anche se da lontano, vedere la nostra montagna decadere in questo modo.

    (Marco Poli)