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Vetto / “Piazza Marconi pretesto per attaccare l’Amministrazione?”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Durante il Consiglio comunale del 12 gennaio scorso il sindaco di Vetto ci aveva detto che non si può continuamente citare piazza Marconi per attaccare la Giunta municipale.

Il nostro primo cittadino è dunque contrariato dal fatto che come minoranza consiliare ci siamo a più riprese occupati di detta piazza, ma deve farsene una ragione, ed era nostro dovere farlo dal momento che l’intervento eseguito in questo spazio pubblico (che aveva soltanto bisogno di veder rinnovata la pavimentazione, dopo l’usura del tempo) simboleggia l’ostinata e incomprensibile volontà, da parte della Giunta in carica, di trasformare qualcosa che aveva ben funzionato in tutti questi anni, quasi a voler cancellare quanto messo in piedi dagli amministratori vettesi della cosiddetta prima Repubblica.

Al progetto che è stato realizzato sulla piazza, cambiandone la fisionomia, noi, si badi bene, non abbiamo mai mosso critiche di natura estetica, perché su questo piano ciascuno ha la propria opinione e sensibilità, ma abbiamo insistito fin da subito, cioè da quando il progetto era ancora una idea di massima, sugli aspetti funzionali, trattandosi di un’area nata per ricavarvi un parcheggio auto al servizio delle attività economico-commerciali del capoluogo vettese, anche con l’occhio rivolto alla clientela di passaggio.

Ad inizio inverno, cioè nei mesi scorsi, ci trovammo poi a segnalare le difficoltà che i mezzi adesso incontrano ad operare nella piazza per lo sgombero neve, e non siamo certamente i soli ad averlo notato; dopo di che abbiamo anche richiamato l’attenzione sulla scivolosità che la superficie della piazza - diversamente da altre zone pedonali - ha presentato ogni qualvolta si è abbassata la temperatura, come verosimile conseguenza del materiale cui si è ricorsi nel costruire l’attuale lastricato, o per altri motivi legati comunque a questa nuova opera.

Questa è la reale ed oggettiva sostanza dei fatti, che ci pareva doveroso non sottacere, facendo anche da portavoce di quanti ci hanno espresso il loro disappunto; sostanza dei fatti che rimane tale anche se il sindaco può dispiacersi nel sentirsela ricordare. Molto probabilmente l’inaugurazione della nuova piazza avverrà in primavera, o comunque nella bella stagione, quando neve e gelo saranno lasciati alle spalle, e quindi un po' dimenticati, ma i problemi si riproporranno puntualmente al prossimo inverno.

A tutto questo si aggiunga che il muretto costruito a centro piazza, sommato ai camminamenti e alla vasca-zampilli, ha di fatto eliminato una fila di posti macchina, rispetto alle precedenti due, più altri spazi, sottraendo in tal modo alla capienza del parcheggio non meno di dodici posti auto.

Dodici posti auto non sono una bazzecola, ma c’è di più: se da un lato la Giunta in carica non ha mostrato alcuna preoccupazione nel ridurre la capacità dei nostri parcheggi, proprio in un’area strategica del centro, con altrettanta noncuranza ha lasciato che il nostro Comune sia tuttora sprovvisto di una pesa pubblica, e questo succede proprio quando ovunque leggiamo che in montagna si vuole recuperare la ruralità e salvaguardare l’economia agricola, e promuovere l’utilizzazione produttiva delle risorse forestali e boschive, anche in funzione delle biomasse che vi si possono ricavare come fonte di energia alternativa (il che richiede la possibilità di poter pesare abbastanza agevolmente il rispettivo prodotto, dei campi o del bosco).

Non è un caso se da anni (a far data dall’ottobre 2004) noi andiamo sostenendo il ripristino di questo servizio, o col riparare la vecchia pesa esistente a fianco del Municipio, ferma da anni, ovvero installando un nuovo impianto, sempre del tipo automatizzato, in altro sito del capoluogo, vedasi una delle altre piazze; in questa seconda eventualità l’area occupata sarebbe di gran lunga inferiore ai dodici posti auto andati perduti in piazza Marconi.

Si tenga altresì conto che il nuovo impianto potrebbe anche essere del tipo non interrato, ma la Giunta non ha ritenuto di fare ricognizioni in tal senso. Alle nostre richieste si è indistintamente risposto che la spesa, in ambedue le fattispecie, sarebbe in ogni caso troppo elevata (ma noi obiettiamo che occorrerebbe in primo luogo conoscerne l’ammontare).

Forse il sindaco e la Giunta pensano a nuove ed inusuali forme di agricoltura, un'agricoltura che non produce più fieno né paglia e neppure legname o altri prodotti similari, oppure ritengono che gli interessati debbano autogestirsi, rivolgendosi cioè alle pese dei privati, ma questa linea di pensiero non ci trova affatto d’accordo. Concretezza vuole che si resti coi piedi per terra e si dia innanzitutto sostegno a quelle attività che appartengono alle nostre abitudini e tradizioni.

(Giovanni Ferrari, capogruppo minoranza consiliare di Vetto)