Una coppia di mattatori si è esibita ieri sera sul palcoscenico del teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti. Stiamo parlando di Anna Mazzamauro, incontrastata regina della commedia cinematografica italiana, e di Corrado Tedeschi, conosciuto dal grande pubblico attraverso trasmissioni televisive, condotte sempre con garbo e signorilità.
“Caro bugiardo” la commedia in scena, la storia narrata tramite l’epistolario scambiato nell’arco di quarant’anni tra il commediografo irlandese George Bernard Shaw e l’attrice inglese Stella Patrick Campbell.
In una breve intervista concessaci prima dello spettacolo Corrado Tedeschi spiega:
“Interpreti di eccezione hanno portato in scena 'Caro Bugiardo', come Giorgio Albertazzi ed Anna Proclemer; la produzione mi ha proposto questo testo ed io sono stato contento di prepararlo assieme ad Anna che conosco da tempo, avendo avuto modo di ospitarla durante alcune trasmissioni televisive”.
“Anna ha trasformato quella che originalmente era una lettura davanti a due leggii in una commedia vera e propria, curandone personalmente l’adattamento. In questa commedia, inoltre, ha la possibilità di mostrare il suo vero talento di attrice teatrale, troppo spesso è stata associata alla figura della signorina Silvani (personaggio popolarissimo dei film di Fantozzi, ndr), ma ora riscuote il riconoscimento che merita”.
Riguardo al pubblico dei piccoli teatri come quello di Castelnovo afferma: “E’ un pubblico più sincero ed entusiasta, ma non per questo più facile da accontentare di quello che frequenta i grandi teatri”.
Si pronuncia con un giudizio severo sui personaggi televisivi che calcano le tavole del teatro senza avere la giusta preparazione: “La televisione ha procurato un grande danno al teatro, si vedono personaggi che con il teatro nulla hanno a che fare ma che con esso vengono associati. Spero molto nei giovani, che sappiano cogliere la differenza tra i veri professionisti e quelli che si improvvisano tali”.
Lo spettacolo ha visto l’ininterrotto scambio di battute, frecciate e provocazioni tra due protagonisti che erano a tratti attori e a tratti gli stessi personaggi della commedia in un incessante, quanto sfumato, scambio di ruoli.
Credo valga una particolare menzione l’interpretazione della signora Mazzamauro che ha accompagnato Stella Campbell dalla leggiadra arroganza della gioventù e del pieno successo allo straziande dolore della perdita del figlio in guerra e, infine, al roco manifestarsi della malattia, della solitudine, della morte. Applausi a scena aperta hanno premiato il monologo sul figlio perduto, reso con particolare sensibilità e pathos.
Entrambi gli interpreti hanno saputo coinvolgere ed appassionare il folto pubblico e ne hanno riscosso il plauso più che meritato.
Molto curati i costumi, il cambio dei quali ha visto scivolare la collocazione temporale dall’oggi agli inizi del secolo scorso; anche la scenografia ha fatto la sua parte nell’agevolare il “battibecco” degli interpreti con l’allestimento di due camerini, attraverso i quali i due si sono scambiati recriminazioni e confessioni.
Pino Strabioli, che ha curato la regia, ha partecipato con un “cameo” facendo la voce fuori campo di un ipotetico giornalista.
Una vera serata di teatro insomma, anzi, di quel Teatro che sempre più spesso vorremmo vedere.