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Rientrati i volontari del GAOM dopo quasi un mese di lavoro in Etiopia

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Da ormai una settimana, i volontari del GAOM impegnati in Etiopia per poco più di tre settimane, hanno concluso la loro esperienza di lavoro a Shashemane, baraccopoli a 300 Km da Addis Abeba. Soddisfatti (ed abbronzati) parlano volentieri dei progetti conclusi ed intrapresi.

Il poliambulatorio della baraccopoli, di cui nel corso dell'anno, grazie al lavoro degli artigiani locali, è stata conclusa la ristrutturazione, conta oggi sei ambulatori. Gli allevamenti di galline ovaiole e di vacche frisone continuano a produrre rispettivamente uova, per il sostentamento dei lebbrosi, e latte, venduto al mercato dai ragazzi di strada.

Le coltivazioni per produrre mangimi per galline e mucche sono in espansione. A questo scopo infatti il GAOM ha acquistato vari nuovi terreni che i ragazzi locali adibiranno a coltivazioni. Il progetto relativo all’itticoltura è stato posticipato a causa di alcuni problemi burocratici che hanno impedito l’acquisto dei lotti su cui si sarebbero dovute allestire le vasche.
Mentre anche la scuola di arti e mestieri per i ragazzi di strada è tutta da organizzare, si affaccia la possibilità di un nuovo progetto, ancora tutto da inventare, suggerito dalla realtà del carcere conosciuta quest’anno.

Oltre a tutto questo, ciò che rende veramente soddisfatti i volontari del GAOM è che a capo di ogni lavoro intrapreso in Etiopia c’è un gruppo di africani che lavora e gestisce ogni progetto, perché, come non si stancano mai di ripetere i volontari: “l’Africa è degli africani, che devono imparare a camminare da soli”.

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