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Rissa tra studenti sulla corriera

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Rissa sulla corriera tra studenti. E' successo ieri mattina. Una mamma (si identifica, ma si firma così, e tale la manteniamo) ne dà notizia sotto forma di lettera indirizzata al sindaco di Castelnovo ne' Monti. Ve la proponiamo di seguito.

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Caro sindaco, sono una mamma. Una delle tante mamme che ieri mattina hanno mandato i propri figli, sereni. Come è giusto che siano a questa età. Sicuri e protetti da una comunità che tutela e protegge i propri giovani? Sulla corriera, per un nonnulla, un ragazzino viene aggredito verbalmente da alcuni stranieri. Presto l'atmosfera si infiamma, le uscite vengono bloccate dagli stessi stranieri minacciosi e venuti alle mani, sotto gli occhi attoniti di ragazzi e ragazze con lo zaino, pronti per l'interrogazione di storia o speranzosi di non essere "beccati" in latino. Esplode la rissa, gialli contro blu, quadrati contro cerchi, fioriti contro a quadretti.

Non importa il colore o il formato o l'etnia di appartenenza. Importa riflettere sulla violenza e sul pericolo in agguato quando serpeggia un malessere nascosto. Siamo tutti responsabili. Dei valori trasmessi, dei messaggi che passiamo. Si fanno tante rotondine e rotondette, si organizzano comizi e teatrini politici pubblicitari. Ma cosa si aspetta per fare le cose utili davvero? Aspettiamo che ci scappi la coltellata? La sparatoria? Anche i suoi figli frequentano le scuole pubbliche, non prendono la corriera, ma vivono immersi nello stesso clima. Se non ci adoperiamo per creare cultura e serenità le bande di scoiattoli contro marmotte continueranno a credere che i conflitti si risolvono con le mani, e chiamando i rinforzi.

Stamattina c'erano ragazzi con occhi viola e cerotti sul capo. E pattuglie di carabinieri davanti alle scuole. E' questo il mondo che vogliamo per i nostri figli? Quale sicurezza viene garantita? Non sono contraria allo straniero. Sono contraria alla faciloneria e al buonismo stupido e inetto con cui si gesticono le cose. Il lassismo di chi lascia che sia e poi si piange su giovani abusati e sulla miseria che spesso porta a delinquere. Chiedo sicurezza e protezione, che i nostri figli possano andare a scuola sereni, e che l'unica paura sia quella del compito in classe, non di andare al pronto soccorso.

(Una mamma)

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  1. Chi deve crescere i propri figli?
    Salve, sono molto dispiaciuto che succedano queste cose, specialmente se in mezzo ci capitano ragazzi che non c’entrano niente… Ma se in mezzo a queste risse ci si trovano ragazzi che non hanno una “famiglia” che li controlla al di dietro o che comunque hanno una libertà sopra alle righe… beh… penso che prima di chiedere aiuto alle autorità dovrebbero essere i genitori stessi a diventare un autorità… Ho 24 anni e la mia prima uscita al sabato sera l’ho fatta a 16 anni… e nel bar del paese… mentre Castelnovo l’ho visto solo all’età di 18 anni. A parte che quando andavo a scuola i miei non mi hanno mai fatto mancare niente, sicuramente, ma mi hanno anche fatto capire come si sta al mondo e, cosa più importante, mi hanno insegnato cos’è il RISPETTO… e a volte anche con le maniere forti… tuttora penso che quelle “botte” mi hanno aiutato molto e sono contento di averle prese. Penso che quello che succede oggi è che le famiglie non fanno più il loro compito e penso diano un’eccessiva libetà ai propri figli. Anche solo guardare certi programmi alla tv è una libertà eccessiva. Vengono accontentati in tutto e per tutto; per questo, secondo me, credono di essere al di sopra delle stesse persone che li hanno creati, i propri genitori. Iniziate a tenere più sotto controllo i vostri figli, a tirare le briglie e fargli capire che quello che viene detto da una persona più anziana è saggezza, anche se non sempre. Questo discorso è per quelle persone che danno queste eccessive libertà o che magari coprono il proprio figlio quando la scuola li chiama a casa per dire che il figlio è stato visto al bar invece di essere a scuola e il genitore dice: “No, no, mio figlio è a casa… “. Per quei genitori che invece fanno il loro dovere e si comportano da genitori, beh, continuate così e vedrete che un giorno vostro figlio vi ringrazierà. Non sarò abbastanza grande neanche io per sapere come si fa il genitore, ma penso che se lo fossi riuscirei a farlo meglio di alcuni esempi che vedo in giro.

    (Commento firmato)

  2. Mettiamo la ronda in corriera…
    Non si capisce come è iniziata… E’ vero che gli adulti dovrebbero trasmettere più senso civico e rispetto, e molto probabilmente è questo il problema, ma se il ragazzino prima di essere aggredito verbalmente ha esordito con “negri di m.” forse gli “stranieri” hanno ragione a instillargli un po’ di rispetto… Sta accadendo la stessa cosa che accadde in America negli anni ’20: con gli sbarchi degli immigrati e il loro progressivo aumento la società presente si spaventa un pochino, si sconcerta… Bisognerebbe far capire ai piu “paurosi del diverso” che siamo tutti sulla stessa barca-corriera e che il vero diverso è chi ci manipola mettendoci tutti gli uni contro gli altri (vedi il governo odierno e gran parte dell’opposizione). Proprio non capisco cosa spinge due giovani a litigare visto che in fondo saranno così uguali… dei precari senza lavoro.

    (Commento firmato)

  3. Negli ultimi 15 anni forte degenerazione
    Sono un autista A.E. e vorrei sottolineare che episodi sgradevoli accadono giornalmente sugli autobus di linea. Parlo di insulti da parte di ragazzi più “vecchi” verso coetanei più giovani o più deboli. Essendo genitore appoggio il commento della mamma che ha scritto al sindaco; il rispetto e l’educazione sono concetti persi nel tempo. Le famiglie devono avere il ruolo di educatori e coi figli bisogna sapere dire di “NO”. Essere duri non gli toglie niente e gli dà carattere. Il figlio nello stesso tempo ha il diritto di essere rispettato e aiutato a crescere; ed essere severi dando delle regole di rispetto sostiene il lungo percorso alla maturità. Forse sugli autobus il gruppo è forte, ma presi singolarmente sono spesso ragazzi con dei problemi alle spalle e con una fragilità interiore profonda. Essendo autista da 27 anni posso affermare che negli ultimi 15 abbiamo avuto una forte degenerazione di questi episodi spiacevoli, ritengo dovuti alla voglia da parte dei giovani di mettersi in “luce” a qualunque costo, perchè quello che gli offre la società e la loro gioventù non gli basta più.

    (Alberto Boni)


  4. Se invece di italiani fossero stati gli “stranieri” a usare l’espressione “italiani di m….”? Ve lo siete mai chiesti? Io so per esperienza diretta che questo è possibile! Ciò non giustifica la violenza da parte di nessuno. In quanto al ragazzo che sottolineava la responsabilità dei genitori sono perfettamente d’accordo, però la responsabilità è di tutti i genitori, non solo di quelli italiani. E se per cultura i genitori “stranieri” non credono questo utile deve essergli insegnato e preteso!!! Così come si pretende dai genitori italiani. Solo se si affrontano le cose in modo imparziale si potrà avere accettazione e tolleranza verso gli “stranieri”.

    (Commento firmato)


  5. Gentile Signora, in merito alla problematica da Lei sollevata la invito, se lo riterrà opportuno e costruttivo, a venirmi a trovare in Municipio, per capire nei dettagli ciò che è successo e per organizzare, ove necessario, la presenza sui pullman scolastici Act dei nostri operatori di strada, come già fatto con successo su altre linee; azione che andrà concordata con le forze dell’ordine, il suo comune di residenza ed Act. Episodi analoghi sui pullman scolastici sono purtroppo frequenti in tutto il territorio provinciale, con gli enti locali che già molte volte sono intervenuti celermente con propri operatori, risolvendo i problemi senza clamore, anche in montagna. Condivido le sue affermazioni quando sostiene che siamo tutti responsabili rispetto ai comportamenti di ragazzi ed adolescenti: prima che sindaci, impiegati, operai, siamo tutti genitori ed è giusto il richiamo ai nostri doveri educativi. Un’istituzione d’altronde si occupa di tutta la vita della comunità, per cui sono necessarie anche le rotonde, la nuova piscina, la variante al Ponte Rosso, come la sicurezza per tutti i cittadini. Su quest’ultimo aspetto ho letto le sue esternazioni appena concluso un lungo incontro con il Capitano dei Carabinieri della Compagnia di Castelnovo, Mario Amoroso. Incontri che svolgiamo periodicamente ed in cui ci confrontiamo proprio sui temi della sicurezza sul territorio, ad ampio raggio. Mi permetto di citare in questo senso la vasta operazione compiuta dagli uomini dell’Arma sabato scorso, con 45 pattuglie impegnate contro lo spaccio di sostanze stupefacenti in montagna. Colgo l’occasione per ringraziare il Capitano Amoroso ed i suoi uomini. Ricordo anche la chiusura, in accordo tra Questura e Comune, per alcune settimane, di un locale del capoluogo in cui erano stati somministrati alcolici ai minorenni; la presenza costante delle forze dell’ordine, tra le quali anche la nostra Polizia municipale, sulle strade nelle serate in cui i nostri giovani amano stare fuori e divertirsi; le azioni con la Polizia di stato nelle scuole (ad esempio con la Polizia stradale di Castelnovo saremo venerdì mattina alle medie ed il 16 marzo in teatro con uno spettacolo sulla sicurezza stradale e le norme del vivere civile). Tutte le forze dell’ordine dimostrano costantemente sensibilità ed attenzione verso la sicurezza dei ragazzi. Lei chiede sicurezza e protezione, che spettano alle istituzioni, mentre educazione e rispetto spettano a noi genitori. In attesa di incontrarla le porgo i più cordiali saluti.

    (Gian Luca Marconi, sindaco del Comune di Castelnovo ne’ Monti)

  6. Immigrazione: attualità e storia
    Visto che il tema proposto sembra allargarsi a quello più generale della convivenza tra “autoctoni” ed “immigrati”, vorrei proporre qualche aspetto per la discussione.
    Primo aspetto: le migrazioni globali sono un fenomeno inarrestabile e credo anche inarginabile. Finchè ci sono posti dove si stenta a campare ed altri dove si pensa (a torto o a ragione) che si potrebbe vivere meglio e far stare meglio la propria famiglia, ci sarà sempre chi sfida pericoli e leggi contrarie per cercare una propria crescita sociale.
    Secondo: spesso si citano gli Stati Uniti come “melting pot”, un calderone creato da secoli di immigrazione inglese, irlandese, francese, italiana, africana (forzata… ) sudamericana, asiatica. Ma l’Italia ha un passato altrettanto “misto”: prima i greci, poi i “punici” (africani), poi gli europei del nord (“barbari”), poi gli arabi nel sud Italia, poi le dominazioni francese e spagnola… Dovremmo ricordarci più spesso di quale sangue misto ci scorre nelle vene.
    Terzo aspetto: siamo stati a nostra volta un popolo di emigranti fino a ieri, subendo le medesime discriminazioni ed i luoghi comuni dettati dall’ignoranza che oggi pervadono in molti aspetti la nostra società. Tra l’altro nei momenti di crisi economica, in cui si sta peggio di prima, è storicamente provato che si tende a chiudersi ed a vedere nello straniero il primo capro espiatorio. Ma stiamo attenti: il passato da emigranti potrebbe, data la situazione economica mondiale, anche essere il prossimo futuro per molti di noi, e potremmo trovarci anche “dall’altra parte”, con un carico di pregiudizi sugli italiani che, vi assicuro, all’estero non è del tutto scomparso. Qualche avvisaglia c’è già: è di pochi giorni fa la notizia delle proteste in Inghilterra per un appalto regolarmente vinto da una impresa italiana, che avrebbe portato là lavoratori italiani, duramente osteggiata dagli operai inglesi al motto di “prima il lavoro ai locali che agli stranieri”. Non so se tutti questi aspetti c’entrino qualcosa con l’episodio citato: difficile sapere cosa è realmente stato quel “nonnulla” che ha causato la lite, se sia stata una provocazione o meno. Però di una cosa sono certo: se i ragazzi (e non solo loro) conoscessero di più la nostra storia, sarebbe molto positivo per loro e per tutta la nostra società.

    (Commento firmato)

  7. Forse non so leggere
    Non conosco l’episodio e quindi non sono in grado di esprimere pareri su quanto accaduto sul pullman. Fino a prova contraria dobbiamo prendere per vero quanto affermato dalla mamma, oppure, se qualche persona ha delle informazioni diverse, è bene che le esprima. Partendo da queste considerazioni vorrei fare alcune riflessioni. Per quale motivo bisogna assolutamente trovare delle giustificazioni per il comportamento degli stranieri se questi hanno sbagliato? Gli aggressori erano maggiorenni o minorenni? Bloccare le uscite di un mezzo pubblico impedendo ai passeggeri di scendere è o non è reato??? Mi pare ovvio che se si tratta di una rissa tra coetanei, pur nella sua gravità, l’episodio deve essere ridimensionato; se invece fossero coinvolte delle persone maggiorenni la cosa sarebbe molto preoccupante. Per quanto riguarda l’intervento del sindaco, credo di cogliere nelle sue parole elementi di estrema gravità quando sostiene che episodi simili sono frequenti sui pullman scolastici anche in montagna e che i problemi sono stati risolti senza clamore. Credo invece che noi genitori dobbiamo essere a conoscenza di eventuali episodi negativi che accadono nella vita dei nostri ragazzi, perchè è con la collaborazione di TUTTI che i problemi possono essere risolti e non demandando solo a qualcuno, chiunque esso sia.

    (Commento firmato)

  8. Aprire gli occhi…
    Io vi posso solo raccontare alcuni aneddoti. Ho 30 anni e quindici anni fa le corriere erano già luogo di “nonnismo”; niente di preoccupante a parte qualche calcio nel sedere e qualche coppino preso dai ragazzi più grandi… Ovviamente, per quanto mi riguarda e per tanti altri si stava zitti e ci si scherzava su. Vedo però ultimamente il mancato rispetto per le persone più grandi (attenzione, dicendo più grandi non affermo che chi è più grande deve fare del male fisico grave ad altre persone). Più di una volta in alcuni locali mi tocca sopportare e compatire ragazzini di 14 anni, che nel passarci accanto, magari in una super ressa e prendendoci contro si girano dicondo: “Ma che c… fai??????!!!”. Ecco, se io a 14 anni dicevo così a un ragazzo di 30 mi arrivavano 4 sberle e me le tenevo senza tante balle e senza tanti articoli sul giornale. Forse i genitori di oggi peccano in educazione e nell’insegnamento del rispetto per le persone più grandi. Per quanto riguarda il presunto razzismo… Ne siete stupiti? Questo è quello a cui andremo incontro se andiamo avanti fomentando il razzismo. Gli immigrati, soprattutto in montagna, sono sempre stati presi per il sedere, ora sono raddoppiati e ogni tanto qualcuno reagisce. Siamo in un’isola felice che, parola mia, sarebbe meglio mantenere con una buona educazione cosmopolita.
    Grazie.

    (Mattia Rontevroli)

  9. Commento da una persona che c’era
    Premetto che io ero presente. Non c’entra assolutamente niente la questione razzismo o altro e tutti i presenti possono testimoniarlo. Tutto è iniziato con una banale discussione avvenuta il giorno prima per dei posti in corriera che secondo alcuni ragazzi albanesi “erano loro” pur essendo stati precedentemente occupati. Si pensava fosse finita li, ma a quanto pare per loro era stato commesso “uno sgarro” o cose del genere. Il giorno successivo hanno aspettato alla fermata delle corriere il ragazzo in più di dieci con il chiaro intento di “vendicarsi”. Il ragazzo è salito in corriera e uno di loro è venuto a chiamarlo fuori e subito lo hanno aggredito tutti. Ho detto questo per far riflettere le persone che hanno lanciato subito accuse di razzismo e gli consiglio di informarsi bene la prossima volta.

    (Maicol Guidetti)

  10. Per Maicol
    Dall’articolo non si capivano i fatti, ma dalle parole della signora si subodoravano “fatti razziali”. Ho solo seguito quel filo del discorso… Ora salta fuori che in verita è solo una lite per dei posti a sedere “prenotati per anzianità”… Boh… ai miei tempi (12 anni fa) chi prima arrivava prima si sedeva e tutti insieme si scherzava… Ragazzi, vi ripeto, non prendetevi a sberle per un sedile perchè il vostro futuro è legato insieme dalle parole “PRECARIO SENZA LAVORO”… Che in sè è contraddizione ma vedrai che si avvera…

    (Commento firmato)

  11. Titolo sbagliato
    Ricordo che anche quando ero ragazzino io c’erano spesso casi di “spedizioni”, che a volte finivano con scazzottate, ma poi, magari qualche tempo dopo, in bevute assieme. C’erano quelli di Casina contro quelli di Collagna, quelli di Castelnovo contro quelli di Felina, quelli dell’Appennino reggiano contro quelli di Spezia (questi ultimi scontri si consumavano al “Duplè” di Aulla… ). Ma nessuno finiva sui giornali con titoli “forcaioli” come “Spedizione albanese contro italiano”…

    (Commento firmato)

    (Commento firmato)

  12. Proposta
    Non era una questione di razzismo ma comunque di prepotenza. Non mi pare che esistano in pullman posti prenotati; molte volte i ragazzi stranieri hanno un atteggiamento arrogante e prepotente proprio per nascondere la loro fragilità, utilizzano l’attacco come miglior difesa, senza pensare che così non fanno altro che peggiorare la loro situazione. Probabilmente è anche un problema di diversa educazione; io però ho notato che nelle comunità straniere, almeno nei nostri paesi, esiste una gerarchia di gruppo. In pratica, dove esistono da anni gruppi di stranieri che lavorano e che sono perfettamente integrati, sono loro stessi i primi a non volere che alcuni membri della loro comunità rompano questi equilibri. Io propongo quindi di coinvolgere queste persone in incontri, che servano a risolvere il problema alla radice. Una sana convivenza farebbe bene sia a noi che a loro e vi posso garantire che molti di loro ci tengono. Per finire dò ragione a chi ha scritto non litigate perchè vi ritroverete tutti sulla stessa barca.

    (Monica Belli)


  13. Vorrei rispondere al commento “titolo sbagliato” sottolineando la premeditazione dell’atto e il numero di ragazzi albanesi partecipanti… Sono d’accordo con lei che le discussioni ci sono sempre state, che in qualche occasione si concludevano con una scazzottata e poi si faceva pace, ma cosi è un pestaggio vero e proprio e se lo prendiamo con leggerezza si sentiranno giustificati per una prossima volta.

    (Commento firmato)

  14. Anch’io sono una mamma
    Anch’io sono una mamma e le preoccupazioni per i figli sono cose che accomunano ogni genitore. Quello che non mi piace della lettera è che si dice che non è un problema di etnia o di colore ma subito si esordisce con uno “stranieri”, mentre il termine corretto sarebbe stato “ragazzi”, perchè ragazzi lo sono tutti. Spesso si notano molti ragazzi con atteggiamenti arroganti o prepotenti indipendentemente dalla provenienza. Il problema forse non è nemmeno loro ma della nostra generazione che non è riuscita ad educare i figli; domandiamoci dove abbiamo fallito; già, facciamo anche autocritica perchè i figli sono non solo i “nostri” ma sono i figli e lo specchio di un’intera società. Non è un problema di provenienze e di etnie ma di educazione e da lì bisogna partire. E per cortesia cominciamo dall’evitare titoli eccessivi che certo non sono educativi e buttano benzina sul fuoco, alimentano odi e divisioni. Cercare di essere obiettivi è il primo passo.

    (Monja Beneventi)