Home Cronaca Lavori socialmente utili?

Lavori socialmente utili?

2
6

Rispetto per il pubblico verde? Pfui! Educazione civica? Sigh! Questi emeriti e sconosciuti atteggiamenti di elementare stare al mondo stavolta si applicano bene alla pineta di monte Bagnolo, a Castelnovo ne’ Monti. Soprattutto nella parte alta, del monumento. Anche un lettore ci ha scritto ("Sono due mesi che ogni domenica vado a camminare presso la pineta di Castelnovo, ma trovo rifiuti per terra, cestini pieni, rami spezzati in mezzo al percorso e vari rovi, razze e nefandezze che non vengono rimosse... Se è così che valorizziamo i nostri parchi non lamentiamoci se il turismo poi ci snobba. Sembra il parco di Napoli... No comment... "). In questi ultimi giorni in effetti l’ambiente si presenta piuttosto degradato.

Sporcizia diffusa. Tutti (tutti, neanche uno si è salvato) i lampioncini di vetro rotti e qualcuno (quelli a terra, di metallo) anche piegato, scalinate del monumento che si stanno sfaldando (ma qui il problema forse non riguarda solo il vandalismo), lo stesso obelisco usato a mo’ di lavagna… Fa dispiacere vedere questo deserto di comportamento di chi pensa così, forse, di passare il tempo, di divertirsi. Peccato che alla collettività tutte queste cose costino. Ma, certo, che divertimento sarebbe se non fosse così? Fossero individuati, i responsabili dei danni, non potrebbero risarcire semplicemente con qualche lavoretto socialmente utile ripristinando il tutto per benino? Disfare e fare è tutto un lavorare. E il divertimento ci va dietro…

* * *

Qualche immagine

6 COMMENTS

  1. La madre dei cretini è sempre incinta
    Il problema non è tanto realizzare opere pubbliche, ma è tenerci dietro; in sostanza la parola magica è… MANUTENZIONE! Nella pineta di monte Bagnolo è stato fatto un intervento importante non molto tempo fa, su iniziativa del Centro commerciale naturale e del Comune di Castelnovo. Essendo al centro del paese e perfettamente accessibile, doveva diventare parco cittadino. In effetti l’intervento realizzato sull’anello della pineta (510 m) ha reso possibile la fruibilità di tutti: bambini, anziani, carrozzine, ecc. Ci si può camminare con il bagnato e con il buio, visto che su tutto il percorso sono stati realizzati drenaggi, muretti di contenimento e un’illuminazione eccellente. Proprio questa sotto tiro dei perfetti imbecilli: chissà che abilità, che divertimento… Sicuramente la stupidità è ai massimi livelli, spero almeno sia stata fatta una denuncia.

    (Gianni Grisanti)

  2. Distinzioni
    Direi che dobbiamo tenere ben distinte due cose:
    – la mancata manutenzione da parte del Comune; ricordiamo agli amministratori locali che è anche da queste cose che il turista sceglie dove fermarsi!
    – la mancanza di educazione e senso civico da parte dei vandali responsabili dei danni; qui chiamerei in causa la scuola e le famiglie, evidentementi incapaci di suscitare nelle persone l’idea ed il concetto di bene comune.
    Fermo restando che i responsabili dello scempio vanno identificati, devono pagare i danni e puniti secondo quanto prescritto dalla legge.

    (Alessandro)

  3. Perchè chiamare in causa la scuola?
    Secondo me chi deve essere chiamato in causa sono proprio i genitori, perchè quando andavo a scuola io i professori erano li per insegnare al 90% e per educare al 10%, mentre adesso sono dietro alla cattedra per educare al 90% e per insegnare al 10%. Posso dire questo perchè ho 25 anni e da due sto insegnando e vedendo come vanno le cose… Se volete che la scuola educhi si deve tornare alla vecchia bacchetta e ceci e vedrete che allora le percentuali cambieranno, ma finchè la famiglia dietro non dà l’esempio non è sicuramente la scuola con i mezzi che ha ora a raddrizzare la schiena ai ragazzi. Anche perchè i ragazzi a scuola ora imparano che le regole vengono fatte per essere infrante e in fin dei conti le punizioni non sono poi così dure da sopportare… Che si inizi a far pagare i danni fatti al parco alle famiglie dei vandali e a dare il potere alle scuole di usare mezzi più persuasivi sull’educazione dei ragazzi… e vedrete il cambiamento.

    (Commento firmato)

  4. Meditiamo gente
    Ho 3 figli: il primo ha 24 anni e l’ultima ne ha 10. Quindi è un po’ che “frequento” la scuola… A livello di educazione civica alle elementari fanno un gran lavoro: dal riciclaggio dei rifiuti all’educazione stradale al rispetto delle cose altrui, che poi via via va scemano alle superiori. Se poi a casa non trovano il riscontro sull’educazione ricevuta a scuola è tutto inutile..! L’adulto deve dare l’esempio, soprattutto se è un genitore (vorrei sottolineare che i ragazzi imbecilli o devastatori sono una netta minoranza). Se in famiglia vige il “chi se ne frega”, la scuola non può fare miracoli..! Se i genitori non insegnano che la cosa pubblica è frutto del loro lavoro (visto lo squinterno di tasse), questi sono i risultati. Un po’ di tempo fa accompagnavo dei ragazzi a una gara di atletica: al ritorno uno di loro apre il finestrino e butta un sacchettino di una marendina appena consumata. Sono andato in bestia! Mi sono fermato per raccoglierlo e ho sgridato il ragazzo. Sconcertato e alquanto sorpreso chiede scusa e dice: ho sempre buttato dal finestrino ma nessuno mi ha mai detto niente. Meditiamo, gente…

    (Gianni Grisanti)

  5. Precisazione
    Se vogliamo approfondire il discorso: non mi riferivo agli insegnanti ma all’istituzione scuola. Ci vorrebbe a mio parere maggior severità e disciplina nonchè autorevolezza dell’istituzione (anche verso i genitori stessi, se opportuno… ). E magari qualche ora in più di educazione civica non farebbe male…

    (Alessandro)

  6. Piccoli graffittari crescono
    Io non ho esperienza di padre, ma di zio. Da piccolissime, le mie nipotine erano solite disegnare su qualunque superficie possibile: pare che questo avessero imparato dalle insegnanti. Quella del “pennarello libero” (ad esempio) dava di certo un’idea della libertà senza confini… Ma poi, da grandi, ci insegnano che la nostra libertà finisce laddove inizia quella dell’altro. Meglio regolarsi così, fino dalla più tenera età… Sia fuori che dentro la scuola.

    (Umberto Gianferrari)