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Appennino: sempre più disoccupazione

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In montagna aumentano i disoccupati del 30 per cento, calano degli avviamenti al lavoro del 33 per cento e si registra un forte incremento del ricorso agli ammortizzatori sociali, soprattutto nell'artigianato.

Questi i dati aggiornati rilevati dall'osservatorio sull'occupazione Anteverto, illustrati nel corso di un incontro che si è svolto nei giorni scorsi, nella sede del Centro per l'impiego di Castelnovo ne' Monti, alla presenza anche dell'assessore al lavoro della Provincia Gianluca Ferrari.

I rappresentanti del mondo imprenditoriale presenti all'incontro hanno sottolineato la propria preoccupazione per la difficile situazione, che tende a peggiorare, con un calo costante degli ordini, difficoltà nell'accesso al credito e prolungamento, quando possibile, dei periodi di cassa integrazione. Un quadro peraltro confermato dalla Camera di commercio e che mette in evidenza la consistente frenata nel distretto dell'attività imprenditoriale nell'ultimo trimestre del 2008, con un calo di circa il 2 per cento delle imprese. Si tratta del dato più consistente a livello provinciale.

E' stato inoltre evidenziato il calo dell'export e a confermare la crescente difficoltà delle imprese c'è anche l'incremento dei fallimenti e delle insolvenze nei pagamenti.

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A fronte di questa situazione, sono state richiamati dall'assessore Ferrari le iniziative messe in campo a livello provinciale: "L'accordo con il sistema bancario per l'anticipazione sociale della cassa integrazione straordinaria, che ad oggi ha visto l'adesione di Banca reggiana, Banca di Cavola e Sassuolo, Cassa Padana, Unicredit, e altri in procinto di aggiungersi; l'accordo con l'Inps per velocizzare delle procedure di autorizzazione della Cassa integrazione ordinaria; l'estensione dell'esperienza dell'Unità provinciale anticrisi e dei tavoli distrettuali Anteverto anche in singoli Comuni che hanno istituito Unità locali anticrisi; l'impegno consistente di investimenti formativi volti a individuare i settori e le figure professionali su cui investire per il dopo crisi".

Nello specifico della zona della montagna, l'assessore ha sottolineato come "la formazione professionale debba essere orientata ad accendere nuove economie, che puntino sulle peculiarità dell'area. Mi riferisco ai settori di ambiente, energie rinnovabili, agroalimentare di qualità, marketing territoriale e turismo e beni culturali". Più in generale l'assessore Ferrari ha espresso la necessità di "coniugare azioni di politica attiva combinata a sostegni al reddito per coloro che non possono usufruire di ammortizzatori sociali. A questo si aggiungono una serie di provvedimenti collegati al contenimento delle tariffe e dei costi dei servizi per coloro che vivono situazioni di difficoltà occupazionale combinati con iniziative per favorire l'accesso al credito soprattutto delle piccole e medie imprese".

Gli enti locali presenti hanno confermato il loro impegno, in questa difficile congiuntura economica, anche attraverso piani straordinari di investimenti e opere pubbliche. Il solo comune di Castelnovo ne' Monti ha dichiarato un impegno in questa direzione per i prossimi mesi di oltre 500mila euro. I rappresentanti delle imprese hanno sottolineato la necessità di snellire il più possibile le procedure amministrative da parte degli enti pubblici e, al contempo, hanno sottolineato come sia necessaria anche una crescita di competenze da parte dell'imprenditore stesso, che non sempre è in grado di seguire correttamente le procedure amministrative, quindi concorre in qualche modo a determinare ritardi nella concessione dei provvedimenti amministrativi richiesti.

La Comunità montana ha fatto appello invece a tutti i livelli istituzionali, provinciale e regionale in particolare, affinché sia velocizzata l'attuazione degli interventi a favore delle imprese, previsti dalle linee di finanziamento dell'Unione europea, in particolare i piani di investimento produttivo e il piano di sviluppo rurale.

"E' in crisi modello capitalistico in quanto tale - ha affermato l'assessore Ferrari - e se finora il territorio reggiano è stato in grado di resistere più di altri contesti locali, è stato anche grazie alle diverse iniziative messe in campo con il contributo di tutti gli attori istituzionali, economici e sociali. Riteniamo però che l'attuale situazione di difficoltà potrebbe vedere il picco verso l'autunno".

L'assessore ha infine detto: "In tutto questo quadro rimane fortemente insufficiente e confusa l'azione del governo, che non sempre sembra valutare la portata della situazione. Infatti, non c'è a livello nazionale una adeguata azione in materia di ammortizzatori sociali per tutti i disoccupati, non vi è ancora un'azione significativa nei confronti del sistema bancario per sbloccare il credito alle imprese e per dettare nuove regole che privilegino gli investimenti produttivi rispetto alla speculazione finanziaria e non c'è un piano preciso e significativo di investimenti in ricerca e sviluppo. Nemmeno sul fronte delle opere pubbliche vediamo un piano organico, ma solo non roboanti annunci propagandistici".

2 COMMENTS

  1. Urgono nuove idee!
    C’è bisogno più che mai di puntare su nuovi mercati. Pechè non puntare sul turismo (quello vero, non quello dei pensionati… con tutto il rispetto)? Mi piacerebbe molto che i nostri amministratori locali “spingessero” in questa direzione! Non lamentiamoci e basta, siate propositivi, specialmente voi.
    Per contrastare la crisi (e la decadenza che comunque c’è stata indipendentemente da questo periodo) ci sarebbe bisogno di strade e infrastrutture e di idee di sviluppo vero. Non fossilizziamoci… è ora di far funzionare il nostro proverbiale cervello “fino”.

    (Alessandro)

  2. Provincializzare la 63
    Sulla viabilità ormai si è detto di tutto: io butto lì una proposta, provocatoria ma non del tutto. Chiediamo che la gestione della statale 63 passi definitivamente alla Provincia. Da quando questo è successo per la 513 la strada è notevolmente migliorata! Forse si dovrà dire addio a progetti di alto target come l’idea del traforo del Cerreto, ma anche nella situazione attuale non sono molto convinto che si potrà mai realizzarlo. Almeno la manutenzione sarà più puntuale e la gente saprà più velocemente a chi rivolgersi. Quando alcuni anni fa si scelse di lasciare soltanto la 63 in capo allo Stato, c’era l’idea che in questo modo le avrebbero prestato più attenzione: così non è stato, quindi si rivaluti quella scelta.

    (Commento firmato)