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Il Consiglio della Comunità Montana approva all’unanimità, nell’ultima seduta, una mozione sulla manutenzione del territorio

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E’ stato l’ultimo Consiglio comunitario di questa consigliatura che si concluderà con le elezioni amministrative di giugno; certamente è stato l’ultimo Consiglio con 39 consiglieri (tre per ciascun comune), visto che il nuovo Statuto, di cui si parlerà più avanti, prevede un massimo di due consiglieri per comune nel prossimo consiglio comunitario.

C’era da affrontare un ordine del giorno impegnativo che prevedeva il consuntivo 2008, il preventivo 2009, interpellanze e mozioni.

Il vicepresidente Alberto Ovi ha illustrato le cifre del consuntivo 2008 che ha visto impegni e spese per circa 4 milioni di euro chiudendo con un piccolo avanzo.

Il preventivo 2009 prevede invece impegni per quasi 6 milioni di euro, nonostante il taglio significativo delle risorse del fondo ordinario dello Stato, che passa dai 470.000 euro del 2008 ai 109.000 del 2009, differenza poi compensata da un intervento della Regione.

Tra gli interventi più significativi si possono citare: l’ampliamento dell’area produttiva di Fora di Cavola che verrà realizzato con modalità ecocompatibili, il nuovo canile comprensoriale che dovrebbe risolvere per diversi anni il problema del randagismo sul territorio, un ulteriore lotto del centro di protezione civile di Castelnovo ne’ Monti, l’importante intervento da un milione di euro per la forestazione.

Altri impegni di spesa riguardano gli aiuti per far fronte alla crisi economica a favore di imprese e famiglie, l’ambiente, il turismo, la cultura, le attività sportive.

Un ulteriore comparto di attività che comportano spese significative riguarda le gestioni associate: dallo sportello unico, al canile comprensoriale, ai servizi per la gestione del territorio, alla protezione civile, al difensore civico.

La opposizione ha lamentato da una parte le lentezze che si sono registrate nella realizzazione di progetti importanti per lo sviluppo (Fora di Cavola e banda larga ad esempio), dall’altra che il ruolo del Consiglio Comunitario è stato trascurato dalla giunta e dall'opposizione.

Si è anche discusso sulla presa d’atto del nuovo Statuto della Comunità Montana, adeguato alla legge regionale 10/2008, che tuttavia non si è potuto adottare in quanto non tutti i tredici comuni del territorio lo hanno approvato con la maggioranza qualificata prevista. Toccherà quindi alla Regione sostituirsi ai cinque comuni che non hanno provveduto, nei termini e/o con la maggioranza prevista, per rendere operativo l’atto. Il Consiglio Comunitario che verrà sarà comunque composto, almeno in fase costitutiva, da 26 consiglieri (2 per comune) anzichè da 39.

A seguito di una interpellanza del consigliere Cavandoli si è parlato del ruolo del difensore civico (servizio associato) che dovrà essere maggiormente conosciuto ed utilizzato dai cittadini essendo un servizio utile e gratuito.

L’assessore Correggi ha risposto poi ad una interpellanza, sempre del consigliere Cavandoli, sulla recente sentenza della Corte Costituzionale che riconosce che, in mancanza del servizio, il canone per la depurazione non è dovuto. Avvalendosi di una risposta sul tema data da ENIA l’assessore ha detto che l’azienda si sta attrezzando per dare seguito positivo alla sentenza, ma che si suppone che gli utenti interessati sul territorio non dovrebbero superare l’1,5 /2% del totale.

A fronte di una mozione della opposizione riguardante la situazione occupazionale della stazione sciiistica di Febbio dopo il fallimento della società Alto Crinale, la Presidente Montemerli si è impegnata ad un incontro con i dipendenti interessati, che aspettano stipendi non pagati, ed il sindacato che li assiste e ciò ha comportato il ritiro della mozione stessa.

Infine si è avuto un voto unanime su di una mozione, presentata dalla opposizione e concordata poi con la maggioranza, che affronta il tema della manutenzione territoriale e dei benefici effetti che un impegno maggiore su queste questioni, in termini di progettazione e di risorse, avrebbe sulla crisi economica ed occupazionale. La mozione prevede un impegno della presidenza e della Giunta a convocare i parlamentari e i consiglieri regionali, insieme con la Provincia, per affrontare queste questioni.

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LA MOZIONE SUGLI INTERVENTI DI MANUTENZIONE DEL TERRITORIO APPROVATA CON VOTO UNANIME

Crisi occupazionale e interventi di manutenzione territoriale nell’ambito montano

Premesse
Lo stato del territorio montano, connotato da una alternanza di aree agricole e boschivo- forestali, nonché da un crescendo di spazi incolti ma anche da una diffusa criticità del reticolo idrografico, dalla presenza di diffusi fenomeni franosi dovuti anche alle caratteristiche geomorfologiche del territorio, è costantemente segnato da continui e preoccupanti danneggiamenti, spesso generati dai fenomeni meteorologici, al punto che anche quando tali eventi non raggiungono livelli calamitosi si sconta comunque un sommarsi di conseguenze, dalle frane alle esondazioni - senza contare gli smottamenti, spesso accompagnati da caduta massi - che feriscono il territorio, pregiudicano la mobilità nella sua rete stradale e, dunque, incidono pesantemente sulla vita delle nostre comunità.

Dire che l’ambito montano si trova in uno stato di persistente emergenza ambientale può essere eccessivo, tuttavia, senza cedere agli allarmismi, l’impressione è che vi si possa arrivare nel giro di non molto tempo, se non si mette in atto una sistematica opera di manutenzione e prevenzione idro-geologica, tesa anche a raccordare e sincronizzare le diverse azioni che possono mettersi in campo al riguardo.

Dovendo necessariamente procedere per fasi, si deve innanzitutto perseguire il ripristino dei danneggiamenti che si sono già prodotti, cominciando da quelli che possono avere conseguenze più dirette sulle attività quotidiane del nostro territorio, ovvero che possono ulteriormente evolvere con aggravio dei costi di recupero. Occorre quindi dare risposta ad eventi che rivestono carattere di contingenza e straordinarietà (e dunque di maggiore impellenza) ma diviene nel contempo necessario prefigurare una strategia preventiva a più lungo termine, che perduri cioè nel tempo, e che agisca altresì a più largo raggio.

A livello regionale e provinciale risulta esservi già un quadro complessivo e una mappatura delle criticità e dei rischi, sul piano idrogeologico, del comprensorio montano, occorre tuttavia mantenere viva l’attenzione e dare continuità al monitoraggio, d’intesa con gli altri livelli istituzionali e con il concorso del servizio nazionale di Protezione Civile; dall’analisi di tali dati dovrebbe a sua volta scaturire la scala delle priorità - quanto agli interventi da condurre - unitamente ad una stima, ancorché di massima, dei relativi costi. In tal modo si realizzerebbe, di fatto, un piano di interventi da cui avviare le iniziative politiche volte a reperire le corrispondenti risorse economiche, rivolgendosi al Ministero dell’Ambiente, alla Regione e alla Provincia, e anche per farvi confluire le risorse che ogni altro Ente può mettere a disposizione. Va altresì perseguita la diffusione dei dati e delle conoscenze contenute nella suddetta mappatura al fine di favorire una nuova e più appropriata cultura dell’uso del territorio.

Pur nella consapevolezza che ci si trova in un momento non facile quanto a disponibilità finanziarie, si ritiene che il mettersi nelle condizioni di poter programmare con organicità il ripristino dei danni già subiti dal nostro territorio e di prevenirne ulteriori altri sia il miglior modo per evitare le maggiori spese del domani, tenendo anche conto che i guasti o dissesti ambientali dell’ambito montano si ripercuotono inevitabilmente sul restante territorio provinciale.

Un piano che sia intanto finalizzato al superamento delle situazioni di emergenza già determinatesi va poi affiancato da un altro con previsioni a medio termine, maggiormente indirizzato alle opere di prevenzione, e che, oltre al ruolo svolto dalle istituzioni pubbliche, veda coinvolti nella manutenzione del territorio una pluralità di soggetti pubblici e privati.

A tal fine si ritiene indispensabile adoperarsi perché nel sentire comune venga riscoperto e percepito il valore della cura del territorio come cultura utile e condivisa, incentivando e sostenendo altresì il ricorso alle pratiche agricole tradizionali, anche da parte di quei proprietari di terreni che non si configurano come impresa agricola ma che intendono comunque mantenere o rimettere in attività i rispettivi terreni anche attraverso la semplificazione, per quanto possibile, delle incombenze e dei vincoli burocratici ed eventualmente anche attraverso la revisione delle procedure normative.

Obiettivi
Oltre ai risultati ottenibili sul piano della difesa ambientale, in questo modo si creerebbero fin da subito opportunità di lavoro per l’imprenditoria locale, che va adeguatamente coinvolta e sostenuta per una sua autonoma qualificazione verso attività legate alle vocazioni territoriali. Dovrebbero così prodursi positivi riflessi sul livello occupazionale della nostra montagna, che più di altri distretti provinciali sta accusando la crisi economica in atto..

Conclusioni
Il Consiglio della Comunità Montana impegna Presidenza e Giunta comunitaria ad attivarsi, coinvolgendo anche la Provincia, per dar corso alle iniziative di cui sopra e a programmare un incontro di questo Consiglio con tutti i parlamentari e consiglieri regionali reggiani, per sottoporre loro le tematiche di cui sopra e per illustrare più compiutamente le ragioni della presente mozione.