Home Cronaca L’intervento / “Rimuovete (oltre alla casa) la staccionata della vergogna!”

L’intervento / “Rimuovete (oltre alla casa) la staccionata della vergogna!”

1
0

Riceviamo e pubblichiamo.

-----

Penso proprio che ironizzare con toni scherzosi di fronte a certe tragedie non nobiliti nessuno. Purtroppo questa vita, che io considero un grande palcoscenico di volta in volta accessibile a tutti per esternare grida di gioia, il più delle volte solleva grida di dolore. E’ chiaro che dopo i fatti viene istintivo pensare alla caccia alle streghe e parlare di colpe, a volte vaghe e poco specifiche tipiche dello scaricabarile. Però purtroppo la verità è che la coscienza vive perennemente allo stato latente e non viene mai abbracciata dall’uomo.

Mi riferisco al crollo della casa dello studente dell’Aquila, di recente costruzione, che trova, anche se con minore entità ed in un contesto per fortuna diverso, un chiaro riferimento al crollo dei soffitti dell’Istituto Cattaneo-Dall’Aglio di Castelnovo ne’ Monti; ricordo la subitanea presenza dell’assessore ai lavori pubblici che con grande sorpresa ed enfasi pronunciò la frase: “Qualcosa qui non ha funzionato”; ed io subito altrettanto sorpreso ho pensato ad una capsula spaziale. Beh, lasciamo perdere! Anche se viene spontaneo ricordare una vecchia parabola di carattere prettamente francescano che suona così: “Padre, c’è un nuovo frate”. “Bene, giù acqua e continuate”.

E qui si riscontra una certa analogia nei fatti ma con intendimento diversi; il riferimento è agli appalti e mentre sto scrivendo queste poche righe seguo la trasmissione “Anno zero” di Santoro e proprio in questo momento Travaglio, tutto trionfante, adagia la copertina sull’ultima pagina delle sue immacolate scritture col plauso di tutta la platea di questi automi di parte. Dopo pochi minuti ancora applausi per le vignette sul precariato presentate da una signora che le ha avute in eredità da quel certo Vauro momentaneamente in esilio. Sì, non c’era la zuppa ma certamente non è mancato il pan bagnato.

Ma adesso torniamo a casa perché vorrei rivolgere alcune domande all’Amministrazione comunale. La prima è: per quanto tempo dovremo subire ancora la visione di quella casa pericolante sita in via Roma dove era ubicata la barberia Marco? Dovremo aspettare un terremoto? Questa casa fatiscente non glorifica nessuno e tanto meno il paese, costretto a passare davanti a quella orribile staccionata che suggella un’autentica volgarità e che manifesta anche una totale noncuranza da parte dell’Amministrazione comunale. E’ inutile stampare opuscoli a testimonianza di una realtà moderna e slow, ospitale, sempre alla ricerca di un crescente sviluppo, ricca di idee e manifestazioni, se poi in pieno centro cittadino non si riesce a rimuovere questa staccionata della vergogna. Per quanto tempo ancora subiremo tutto ciò?

(Giorgio Benevelli)