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Rappresaglia di Cervarolo: “Ci sono reticenze e pregiudizi ancora oggi”

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La ricostruzione delle circostanze relative la rappresaglia di Cervarolo trova ancora oggi resistenze e pregiudizi. L’attenzione, non solo storica, è rimasta esclusivamente puntata sui militari tedeschi, e le eventuali complicità fasciste. Le responsabilità partigiane ed alleate sono rimaste occulte e coperte dall’egemonia culturale che inevitabilmente segue un conflitto mondiale.

Nel Marzo 1944, furono gli Alleati a fronte dei lavori di apprestamento della Linea Verde, a richiedere un aumento delle azioni partigiane nelle retrovie nemiche. Fino ad allora, in montagna, la Resistenza non aveva mai attaccato i tedeschi, ed anche i presidi fascisti lamentavano perdite minime. Il Partito comunista, che non aveva ancora una propria formazione in montagna, inviò il Commissario Politico Eros Didimo Ferrari, e nel modenese Osvaldo Poppi.

Per le nuove esigenze belliche viene costituita una grossa formazione con 3 distaccamenti, composta tra i 120 ed i 140 uomini, con l’ambizioso obiettivo di prendere Ligonchio, far saltare il Ponte della Gatta, accerchiare Villa Minozzo: ai 70\80 armati di Barbolini, comandante modenese si aggiungono circa 70 uomini dei comunisti Eros e Riccardo Cocconi, Miro.

A Cerrè Sologno i gruppi di Eros e Barbolini si scontrano con gli italo-tedeschi inviati in montagna a seguito dell’allarme provocato appunto dalla nuova strategia. Si tratta di soldati inesperti, avieri ed autisti dell’aeroporto e giovani volontari francesi. Lo scontro viene deciso dall’arrivo del distaccamento di ritorno dalla Gatta. Barbolini, ferito, nella sua Relazione accusa Eros di aver parlato di sbandamento e che sua sorella, Norma Barbolini, lo accusò di vigliaccheria.

Ma, preso il comando, con 22 prigionieri e le armi tedesche, Eros dirige su Cervarolo,già sede della banda Rossi, e nella tappa a Monterorsaro fucila 6 prigionieri che lascia sulla neve avanti il paese: gesto di inaudita gravità, diretto a scatenare repressione su cui far leva per spostare i montanari a favore della guerriglia. La salvezza di Monteorsaro va ascritta al Tenente Riemann dell’aviazione, che successivamente rifiuterà di partecipare ad azioni repressive, che si lascerà convincere da un militare della GNR, tal Brini, e da un abitante, Leo Di Simone, che i civili sono estranei all’eccidio dei prigionieri.

La formazione partigiana arriva a Cervarolo la sera del 17 marzo, pernotta in Ca’ Giannicca, rimane tutto il giorno successivo, e prima dell’alba del 19, Eros convoca gli uomini e decide per lo sbandamento. Sempre secondo il comandate Barbolini ed altri, la decisione venne presa senza la giustificazione di un presunto accerchiamento. Anche Ermanno Gorrieri critica questa decisione, e la mancanza di azioni diversive dirette almeno ad allontanare gli inseguitori dai centri abitati usati come santuari ribelli. Con gli abitanti rimarrà solo il Parroco Don Pigozzi, che subirà il martirio sull’aia insieme a 24 italiani.

La rappresaglia è stata eseguita da una compagnia del reparto esplorante della Divisione Hermann Goering, ed a decidere il sanguinoso tributo fu l’ordine del Capitano Heimann. Crimine e criminale di guerra. Le autorità della Rsi reggiane rimasero succubi dell’iniziativa nazista, ed i militi fascisti presenti in zona, ebbero un ruolo passivo, ma ci furono eccezioni: 2 agenti Rsi, Rosina Esposti Mazzetti ed Umberto Adami sono uccisi dai militari della H.Goering, perché insistono a indicare altri luoghi come rifugi partigiani. Il Militarkommandantur di Bagni di Lucca riferisce che sono state uccise “persone innocenti, tra le quali 7 fascisti e informatori particolarmente fidati”. A Riparotonda, è l’Ufficiale Medico Gnr Pietro Azzolini ad intervenire per salvare l’abitato da rappresaglie, e poi si farà tramite fra il Vescovo e Marconi per portare aiuto agli abitanti (verrà assassinato a giugno dai partigiani).

A metà Aprile 1945, in presenza di una puntata tedesca su Ligonchio, Eros, autorizzerà il Commissario Oscar a fucilare sopra Cervarolo 19 prigionieri detenuti nel carcere partigiano.

Il comportamento di Eros non deve essere interpretato come una personalità deviata e crudele, ma come l’applicazione sistematica di tattiche e strategie dirette ad egemonizzare a favore del PC la guerriglia, appoggiandosi proprio sulle opposte logiche di sterminio naziste. Infatti, nel modenese il PC utilizza in modo analogo il Commissario Politico Osvaldo Poppi, il quale, affiancandosi al ribelle Nello Pini, utilizza la rappresaglia nazista di Monchio, che precede di pochi giorni Cervarolo, per scatenare una strage partigiana a Cerredolo di Toano, che trasformerà l’ammasso del grano in un mattatoio: il risultato assicurerà egemonia e terrore, due elementi fondamentali per condurre con successo una guerra rivoluzionaria.

Luca Tadolini (Centro Studi Italia)

1 COMMENT

  1. Insomma… si è riscritta una importante pagina…
    Insomma, a sentire Tadolini, si è riscritta una importante pagina… BRAVI, ONESTI, CORAGGIOSI SUCCUBI SIA I MILITI FASCISTI, UN PO’ P$IU’ PREPOTENTI I TERDESCHI, MA SICURAMENTE CRIMINALI I PARTIGIANI E I LORO FIANCHEGGIATORI. Complimenti, Sig. Tadolini, per quanto scritto. Purtroppo la verità storica è altro, sia in Italia che nel resto d’Europa, e nessuna revisione postuma di nessun istituto di “PARTE” potrà cancellare.

    (Massimo Bonini)