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“Se il professore in classe attacca Berlusconi”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Il lupo perde il pelo ma non il vizio: non cessa la “moda” da parte di alcuni professori (naturalmente di sinistra) d’invadere gli spazi scolastici con la propaganda politica. L’obiettivo, ovviamente, è quello di forgiare le nuove generazioni, convertendole al “credo” delle sinistre.

Il nuovo caso si è verificato all’interno dell’Istituto di Istruzione Superiore Cattaneo-Dall’Aglio di Catelnovo ne' Monti, precisamente al Liceo delle Scienze Sociali. La scuola non è nuova a questo tipo di “iniziative partitiche”. Io stesso avevo denunciato diversi episodi irregolari da parte di alcuni componenti il corpo insegnanti e di diversi studenti.

Il Cattaneo-Dall’Aglio è noto per i metodi offerti da alcuni studenti durante uno sciopero: diversi ragazzi impedirono ai colleghi e agli insegnanti di entrare in classe. All’inizio del 2008 un sedicenne venne addirittura aggredito e insultato perché dichiaratamente non di sinistra. Ovviamente nessuna ammonizione da parte della Preside.

Il nuovo caso riguarda un professore noto per la sua militanza a sinistra, con il vizietto di trascinare in classe la sua smania di fare politica.

L’insegnante, certamente di parte e per nulla obiettivo, ha abituato i suoi studenti ad assistere, quotidianamente, a comizi politici. Il bersaglio, ovviamente, è sempre lo stesso: il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Come ripetuto più volte, è un diritto degli insegnanti promuovere o partecipare ad azioni di protesta contro la politica governativa, ma nelle sedi preposte, quali ad esempio le assemblee sindacali. La scuola e le classi non sono certo il luogo idoneo a questo tipo di “rimostranze”. Comportamenti vietati.

Siamo stanchi di subire la condotta irresponsabile di alcuni insegnanti che considerano la scuola come una cellula o un bar. Ci siamo stufati dei professori-politici, guarda caso sempre di sinistra. Insegnanti con giornali di estrema sinistra sotto il braccio che insegnano poco e, evidentemente, non si fanno neppure tanti scrupoli a strumentalizzare ragazzi quindicenni che non hanno gli strumenti per contrattaccare.

(Fabio Filippi)

42 COMMENTS

  1. Politica e scuola
    Vorrei scrivere un paio di riflessioni personali, da ex studente del “Cattaneo-Dall’Aglio”, in merito a questo articolo. Premetto di non aver frequentato il liceo delle scienze sociali e di non essere a conoscenza dell’avvenimento in questione: il discorso che mi sta a cuore è più generale.
    Ho notato, in questi cinque anni trascorsi a Castelnovo sulla collinetta della scuola, che ciclicamente politici e politicanti locali estraggono a sorpresa l’argomento “Cattaneo-Dall’Aglio” per fare sterile propaganda alimentando ogni possibile, inutile polemica. Non sto a riportare quante volte io abbia visto i vari autori degli attacchi dentro a scuola a sincerarsi dei fatti che trattavano o a verificare che ciò che riportavano avesse un riscontro reale (anzi, lo faccio! ZERO!).
    Ora però, in questo articolo, si tirano in ballo una sequela di avvenimenti più o meno verosimili che vale la pena approfondire.
    “Il ‘Cattaneo-Dall’Aglio’ è noto per i metodi offerti da alcuni studenti durante uno sciopero: diversi ragazzi impedirono ai colleghi e agli insegnanti di entrare in classe”… Strano, non ricordo scioperi del genere. Forse perché non esistono scioperi degli studenti? Forse quella a cui fa riferimento, signor Filippi, è la tristemente celebre “OKKUPAZIONE” (una “presa” della scuola di alcuni ragazzi contro la riforma Moratti che a detta di molti, me compreso, fu semplicemente un pretesto per saltare una mattinata di scuola); in questo caso penso sappia meglio di me che l’azione fu compiuta autonomamente da studenti e che l’unica responsabilità del “Cattaneo” era quella di… esistere.
    “All’inizio del 2008 un sedicenne venne addirittura aggredito e insultato perché dichiaratamente non di sinistra. Ovviamente nessuna ammonizione da parte della preside”… Strano, anche in questo caso quello che so io non coincide con il modo in cui lei espone il fatto. Non mi risulta che siano mai stati aggrediti ragazzi perché dichiaratamente non di sinistra (anche perché, se fosse vero, metà della scuola si ritroverebbe contusa in ospedale!); mi risulta, invece, che sistematicamente si siano consumate violenze ed insulti a sfondo razziale su ragazzi immigrati da parte di esaltati repressi tra cui anche rappresentanti del movimento dei giovani padani, fiorente ed attivo nella scuola. Non se ne parla mai sui giornali? E parliamone, di questi bravi ragazzi nostrani! Il pestaggio a cui fa riferimento, un fatto vile e vergognoso, non aveva nulla a che fare con la politica… La reazione della preside c’è stata ed è stata ovviamente di condanna, non cadiamo in banalità grossolane…
    E quante volte la politica ha messo il suo (LUNGO!) naso all’interno del “Cattaneo-Dall’Aglio” per idiozie totali, ce lo ricordiamo? Volantini satirici riciclati da internet, suonerie di cellulari, borsette… Cercare, ogni tanto, argomenti seri? Lo trovo io, un argomento serio!
    Lo scorso anno, alle elezioni per i rappresentanti degli studenti, è stata presentata una lista denominata “PER UNA SCUOLA PULITA”. La lista era quella dei giovani padani, che anche l’anno precedente avevano ottenuto un discreto successo elettorale eleggendo un rappresentante. “PER UNA SCUOLA PULITA” (pulita da cosa? Dalla sporcizia o forse… da altro?), presentandosi con un ampio carnet di punti demenziali (“Miss Padania alla festa d’istituto!” su tutti…) è riuscita a far eleggere un rappresentante. Qualcosa da segnalare? No, nulla di particolare… Se non fosse che il volantinaggio della suddetta lista la presentava con il nome MGP, Movimento dei Giovani Padani. Interpellati a riguardo di fronte ad una platea di studenti, i membri della lista hanno giustificato questa rinominazione repentina con questa frase: “I volantini ce li ha stampati la Lega Nord, il nome che trovate sopra è diverso ma la lista è quella”. È normale, non so la risposta e chiedo!, che un PARTITO POLITICO stampi il materiale di volantinaggio di una lista scolastica? Perché di questo non si è parlato? Ah, i giochini della politica…
    “Quello che faccio io se è illegale va bene, ma se tu fai qualcosa che non mi piace ti sbatto sui giornali!”. È normale, infine, che una SCUOLA sia COSTANTEMENTE sotto attacco da parte di chi vuole mostrarla agli altri come un soggetto politico per fini, “mi consenta” (cit.), solamente elettorali?
    Saluti.

    (Giuliano Gabrini)

    P.S. – L’unico argomento di interesse che riguarda (anche) “Cattaneo Dall’Aglio” per l’opinione pubblica, a mio parere, è la spaventosa noncuranza con cui i vari governi (destra e sinistra, nessuna esclusione) si ostinano a trattare il sistema scolastico, abolendo/tagliando risorse a destra e a manca per destinarle a fini che è vergognoso definire anche solo “discutibili”. Forse, così, una futura privatizzazione scolastica sarà più indolore…

  2. Ma come si può…!!!
    E’ difficile parlare bene del nostro Silvio nazionale… Guardi questo video. Sono solo 8 minuti, ma colmi di tanta verità che a me fa MOLTA paura…
    @Lhttp://www.youtube.com/watch?v=9zw5Z6Yq7U0@=http://www.youtube.com/watch?v=9zw5Z6Yq7U0#L

    (G.V.)


  3. Scrivo due righe di risposta per rispetto dei tanti lettori di @CRedacon#C, fra i quali genitori, docenti e studenti; non certo per l’autore dell’articolo, peraltro anch’egli genitore, che ricordo alcuni anni fa mentre distribuiva il suo materiale elettorale ALL’INTERNO di una scuola della montagna. Respingo con forza le tante affermazioni gratuite del Sig. Filippi. Difendo e sostengo i miei docenti che, con intelligenza e professionalità, svolgono il loro lavoro, pur in condizioni sempre più difficili e meno certe.

    (Paola Bacci, preside dell’Istituto Cattaneo-Dall’Aglio)


  4. Chi le ha scritto questa lettera? No, perchè mi sembra di leggere la trascrizione della stupenda telefonata di Silvio Berlusconi in diretta a “Porta a Porta” dove ogni secondo continuava a ripetere “di sinistra, naturalmente di sinistra, kgb, di sinistra”. Comunque, da studente non ho ancora sentito nulla al riguardo, è sicuro che le sue fonti siano documentate e veritiere sul fatto? No, perchè ormai va di moda tra i politici (DI DESTRA!!!!!!!!) inventarsi alcuni avvenimenti. Cito per esempio l’incredibile lettera delle fantomatiche brigate rivoluzionarie per il comunismo combattente scritta in “comic sans” e con un italiano alquanto ambiguo, rivolta ai principali esponenti DI DESTRAAA!!!
    @CLast but not least#C, la scuola, oggi come oggi, è uno dei pochi centri dove si possa dialogare di politica liberamente, senza alcuna influenza esterna. In periodi come questi, dove l’informazione (ok, poi attacchiamo la solita fanfara, ma poco mi importa) è compromessa dal complotto comunista di Murdoch e affini, da De Benedetti, noto rivoluzionario colombiano del cartello, è importantissimo informare i giovani, dato che l’ignoranza ormai è dilagante. Ma poi cosa intende per estrema sinistra? No, ma seriamente, tutto ciò mi ricorda il maccartismo statunitense. La paura rossa che cerca di incutere fa ridere, mio caro candidato per la poltrona rossa di Reggio Emilia, lei che de “Reggio dopo 64 anni rialzati” ne faceva un motto. Meno male che ce lo ha ricordato lei che prima vi era il fascismo e che stavamo tutti bene, la guerra l’avremmo vinta e che l’alleato tedesco ci avrebbe portato verso la via della salvezza.
    Ahhh, non ci sono più i liberali di una volta… No, perchè lei è di Forza Italia, vero? Il sogno americano, la libertà e tutte le menate berlusconiane (che poi, vabbè, il partito in sè è Dell’Utri) post tangentopoli.
    Personalmente io non mi sono affatto stufato dei professori-politici, di nessuna parte. Mi è sempre piaciuto il dialogo e il confronto; oppure pensa che tutti i professori d’Italia siano DI SINISTRAAA!!? Secondo me non ha ancora ben presente cosa sia la sinistra a tutti gli effetti… Lasci stare Belpietro e Feltri ed incominci a leggere qualcosa di interessante e altamente proficuo… Che ne so, Orwell; potrà trarre delle cose interessanti dai suoi libri e magari costruirci un programma politico per le prossime elezioni.
    Questo suo intervento non mi è piaciuto! Ma non per questo le toglierò il saluto!
    Distinti saluti.

    (Lalic Asmir)


  5. Anche questa è una lettura di parte, ovviamente di destra… Tra i professori ci sono persone intelligenti che parlano di politica e non fanno partitica, come anche coloro che si sbilanciano in opinioni partitiche (e non solo di sinistra, mi creda, anche se ultimamente si sfora nella barzelletta, un po’ come succedeva con i carabinieri), ma anche condividono fatti personali o che si sbilanciano nel dare giudizi su tutto. Ovviamente sbagliando. Io sono un’insegnante e so di cosa parlo, non per presunzione ma perché vivo la scuola e parlo con i colleghi. Si parla in aula insegnanti e nei corridoi, in consigli di classe e collegi docenti. Io sono di centrosinistra, forse si è capito, ma oramai avverto una certa stanchezza, riluttanza e forse anche un po’ di pudore nel parlare contro la destra. C’è sempre molto rispetto dell’opinione dell’altro, anche quando si perde la stima in un premier che davvero ci sta mettendo in imbarazzo. Ma per pudore, ripeto, si preferisce non parlarne. Credo che nella scuola ci siano altre problematiche, ben più importanti e davvero pesanti, di cui si potrebbe parlare…

    (Antonella)

  6. Sempre la stessa storia
    Sig. Filippi, da un politico di spessore come lei un elettore si aspetta proposte e raggiungimento di obiettivi e non i soliti piagnistei. Se siamo ancora a questi piagnucolamenti significa che ormai il pranzo è arrivato alla frutta? (i soliti comunisti beceri e massimalisti che “indottrinano i nostri pargoletti”)? Io spero di no ma comincio a preoccuparmi. Una domanda: se chi governa produce risultati veri e non fumo lei pensa che l’intervento di un insegnante possa essere più efficace della realtà? Oppure il ricorso a questi mezzucci è proprio perchè non ci sono questi risultati? La mia è semplicemente una domanda e come tale da considerare… Io scommetto però che, come tante altre, volte la risposta si farà attendere.
    Cordiali saluti.

    (Enzo Fiorini)


  7. Sempre i soliti comunistoni che non sanno che santo votare per avere almeno un 15 per cento di consensi. Si attaccano agli specchi e ovviamente scivolano verso il basso. Ricordo che il preside dovrebbe vietare queste scene politiche, ma forse sapete ha troppo da fare. Poverino. Filippi, la prego di intervenire al più presto.

    (Andrea Cigarini)


  8. Riferito a G.V., nonostante l’interessante contenuto del video, dove ho già speso parole su altri lidi, non vedo cosa possa c’entrare con il discorso. Trattenetevi ;).
    Colgo però l’occasione di sostenere la preside del nostro Istituto (almeno su alcuni punti andiamo d’accordo) e di condividere appieno le ultime parole da lei pronunciate: “Svolgono il loro lavoro, pur in condizioni sempre più difficili e meno certe”, il quale penso basti a chiudere questa discussione totalmente insensata e provocatoria.

    (Asmir Lalic)

  9. Diamo i numeri!?
    Alcuni dati.
    Stipendio di un insegnante con 25 anni di servizio (comunista o no) 1750 euro.
    Alunni in alcune classi prime e seconde degli istituti superiori, grazie alla Gelmini: 32,29,31,29.
    Trasferimento fondi dallo Stato alle scuole per il funzionamento scolastico = zero euro.
    Ore a disposizione per le sostituzioni dei colleghi “fannulloni” = zero ore.
    Ore pagate ai “fannulloni” per sostituzione colleghi assenti nel 2009 = zero euro per mancanza di fondi.
    Stipendio mensile di un consigliere regionale, es.Fabio Filippi, 5011 euro netti (esclusi rimborsi a piè di lista), più un rimborso di minimo 2679 euro, massimo 6042 euro.
    Per fortuna che Silvio c’è!

    (Commento firmato)

  10. A scuola dalla cattedra non si fa politica
    Si può essere pro o contro Berlusconi (e soci). Si può ricordare o meno a Filippi che a suo tempo lui stesso fece propaganda dentro la scuola. Si possono ricordare o meno le riforme più o meno efficaci del governo. Ma una cosa è certa e nessuno dei tanti commenti la smentisce (nemmeno la preside): all’interno di una scuola gli insegnanti, quando sono in cattedra per insegnare le loro materie, non devono fare politica. Nè da una parte nè dall’altra.

    (GA)

  11. “Preghiera”
    San Berlusconi salvaci dal comunismo e da questi pagliacci che vorrebbero un’Italia all’età della pietra! Non ti degnare di rispondere alle ingiuste accuse, rialzati sempre quando ingiustamente ti colpiranno, insegna con i fatti che sei meglio di chi ti insulta e ti prego di fare il ponte sullo stretto, il mose, la tav, la diga a Vetto e la SS 63. Spendi i nostri soldi in cose giuste e fai in modo di vivere altri 100 anni e di governare per altrettanti. Solo così l’Italia tornerà un grande paese.
    Amen.

    (Cristian)

  12. Democrazia
    La scuola sinceramente ha subito dei tagli ingiustificati che ne compromettono il funzionamento e di cui il governo dovrà rendere conto agli elettori in futuro. Ma è inaccettabile che si verifichino dei casi come esposto sopra dal Sig. Filippi. Queste persone, a mio parere, dovrebbero essere licenziate ed andare a cercare lavoro nelle segreterie di partito. Mi stupisco della preside; una cosa è distribuire volantini, un’altra è tenere comizi in aula con il docente. Ma stiamo scherzando? Mando i figli a scuola ed invece di insegnare mi imbottiscono i figli di odio e politica?! Non vi piace Berlusconi? Qualche ragione l’avete anche, ma alla fine voi di sinistra cosa proponete? Odio, mistificazione e soprattutto scarso rispetto delle idee altrui.
    Concludendo, il Sig. Filippi ha riportato un problema serio. Il quesito che si impone è questo: é giusto che un docente tenga comizi politici in classe? Se la cosa fosse vera e dimostrata la preside come intende procedere? Questa è la cosa importante, il resto non porta a nulla.

    (Luca Di Stefano)

  13. Sempre peggio…
    L’insistenza mediatica e le convinzioni di Filippi fanno onore al suo leader. I professori bravi sono quelli che fanno commenti di destra mentre quelli che fanno commenti di sinistra sono cattivi; il volantinaggio per il Pdl si può fare, mentre quello dell’opposizione è volantinaggio comunista. So che negli istituti superiori i presidi sono molto attenti a non favorire schieramenti partitici, da entrambe le parti. Esprimo la mia solidarietà alla preside, che ritengo una persona capace e nell’ambito scolastico “super partes”. Ma si sa che per Filippi e il suo leader essere super partes vuol dire essere comunisti. Un altro 4 in pagella per Filippi.

    (Mattia Rontevroli)

  14. Il paese dei balocchi
    Mi ha fatto sorridere la veemenza della lattera del signor Filippi. Allarme allarme! Un professore parla di politica in classe! Evviva. Ben vengano le menti che suscitano opinioni. Lei, sig. Filippi, forse non conosce molto la realtà scolastica. Crede davvero che i giovani ascoltino? Che abbiano la capacità critica di saper distinguere un discorso di destra da uno di sinistra? Siamo disorientati noi adulti, si figuri un ragazzino! Ma soprattutto quale sinistra? Quella dei comunisti che mangiavano i bambini? O quei quattro gatti che tirano le cuoia che sono ciò che resta del cosiddetto pensiero di sinistra? Per me leggere del suo allarme equivale a leggere “aiuto, mamma li turchi”… Ma quale sinistra, sig. Filippi? Ma quale pericolo per il presidente del Consiglio? Lei ha mai avuto modo di accedere a Facebook? Ci sono più filmatini e barzellette su Silvio nazionale che su Pierino. E tutto questo, in un paese dove non esiste più una coscienza politica tra i giovani, non fa altro che rinforzare il potere e la popolarità del moderno Pierino. Lei sopravvaluta i giovani. E anche gli insegnanti. Non hanno tutto questo potere. Ben vengano gli stimoli, che siano autentici, per una riflessione. C’è un appiattimento diffuso, un sonno profondo, e su questo sonno è comodo riposare. Suscistare pareri è compito dei docenti, educare a una coscienza critica, insegnare i saperi, dare strumenti. Gli studenti non si fanno influenzare dall’italiano, lei crede che si possano fare influenzare eventualmente da un insegnante schierato, nostalgico di un pensiero che non c’è più? Davvero lei crede che ci siano ancora insegnanti con giornali di estrema sinistra sotto il braccio? Ma soprattutto che costituiscano un pericolo? Al massimo fanno “cultura”, folclore, se proprio! Ma dove sono? La coscienza politica non esiste più, è in via di estinzione. Un professore che stimola la riflessione ben venga. Se lei è sicuro della sua fede, teme un giornale? O pensa che i giovani assorbano così tanto (magari, spesso sono impermeabili alla matematica, lei crede che si formino un parere politico così al volo?) o non è così saldo il suo credo? Io ho un dubbio ben maggiore: chissà se gli alunni lo ascoltano quel professore?

    (Un insegnante)

  15. La terra dei cachi e… di Papi
    Per un GA che prende sul serio le provocazioni del Filippi (che non risponde mai, proprio come quelli che vogliono solo provocare), provocatore da 5000-6000 € al mese (è la democrazia, bellezza, direbbe il mitico Bogart), c’è un ellebi che vuole raccontare una storiella, ridicola e tragica come è ridicolo e tragico per il nostro Paese è questo inizio di nuovo millennio.
    Desenzano del Garda, comune lombardo di 25.000 abitanti in provincia di Brescia, deve il suo nome a Decentius (ironia di un nome per una storia indecente), nobile romano che aveva nella zona i suoi poderi. Le elezioni del 1998 erano state vinte da Forza Italia, che aveva insediato come presidente del Consiglio comunale una giovane signora di 25 anni appena entrata in politica. Dopo due anni lo stesso partito decide di sfiduciarla ed il Consiglio comunale all’unanimità la solleva dall’incarico. Si legge nella delibera n. 33 del marzo 2000 che la presidente viene sfiduciata per “manifesta incapacità ed improduttività politica ed organizzativa”.
    La signora non si perde di animo e continua la carriera nel partito. Resta sott’acqua per molti anni, poi improvvisamente riemerge. Lasciando attoniti gli stessi maggiorenti del suo schieramento. Di chi parliamo? Cosa fa adesso? Ci state pensando? Aggiungo: non ha mai lavorato. Solo fatto politica.
    Tenetevi forte… Si tratta di Maria Stella Gelmini, cacciata per manifesta incapacità dal Consiglio comunale di un paese lombardo. Oggi responsabile della formazione e dell’istruzione dei nostri giovani. E noi a prendere sul serio il Filippi. Ah, dimenticavo, è aperto il concorso per svelare il motivo di questa brillante carriera.

    (ellebi)


  16. Massì, ha proprio ragione, GUAI a parlare a qualcosa che sia anche lontanamente politico ai ragazzi; del resto a formarli ci devono pensare Italia 1, Canale 5 e Rete 4, così senza dubbio diventeranno dei liberi pensatori!

    (Staccolanana)

  17. Pericle e la democrazia
    Non so come siano andate le cose, ma ricordo di aver avuto un professore di filosofia che veniva a scuola con l’Unità sotto il braccio, eppure… Credo che nessuno di noi trenta studenti della classe sia diventato attivista di partiti di “sinistra” (tra virgolette, per ovvi motivi, ormai… e perchè il trasformismo è roba vecchia, che comprende, tra l’altro, Bondi, passato dal PCI a Berlusconi). Per far riflettere i ragazzi sul presente, per educarli allo spirito critico, non serve fare i nomi dei nostri politici, basta insegnare storia e letteratura così com’è. Basta far leggere Verga, Dante, Machiavelli, Manzoni, Foscolo… A me ha educato (o diseducato, secondo i punti di vista) di più l’analisi della Divina Commedia dell’eccezionale professor Pier Luigi Iori di quelle di altri più “politicizzati”. Insomma: la cultura millenaria su cui siamo poggiati, da poveri nanetti,ci dà sufficienti spunti per riflettere. Un esempio.
    Nel 431 a.C. comincia la guerra del Peloponneso, le cui cause vanno cercate nell’espansionismo ateniese, quello che in termini moderni si potrebbe definire il suo imperialismo, cominciato all’indomani delle guerre persiane. Questo, almeno, è il giudizio di Tucidide, lo storico ateniese di parte aristocratica che ci ha lasciato nelle sue Storie il mirabile racconto della guerra. Scrive Tucidide: “Il motivo più vero, ma meno dichiarato apertamente, penso che fosse il crescere della potenza ateniese e il suo incutere timore ai Lacedemoni”. Alla fine del primo anno di guerra, che si è concluso con un nulla di fatto, gli Ateniesi organizzano le esequie ufficiali per i caduti, ed è Pericle ad essere scelto per pronunciare il discorso. Ne risulta un vero e proprio manifesto della democrazia ateniese: “In virtù di quali princìpi noi siamo giunti a questo impero e con quale costituzione e con quale modo di vivere tale impero si è ingrandito, questo mi accingo a mostrare per prima cosa… Abbiamo una costituzione che non emula le leggi dei vicini, in quanto noi siamo più d’esempio ad altri che imitatori. E poiché essa è retta in modo che i diritti civili spettino non a poche persone ma alla maggioranza, essa è chiamata democrazia: di fronte alle leggi, per quanto riguarda gli interessi privati, a tutti spetta un piano di parità, mentre per quanto riguarda la considerazione pubblica nell’amministrazione dello stato ciascuno è preferito a seconda del suo emergere in un determinato campo, non per la provenienza di una determinata classe sociale ma più per quello che vale. E per quanto riguarda la povertà, se uno può fare qualcosa di buono alla città, non ne è impedito dall’oscurità della suo rango sociale. Liberamente noi viviamo nei rapporti con la comunità e in tutto quanto riguarda il sospetto che sorge dai rapporti reciproci nelle abitudini giornaliere senza adirarci con il vicino se fa qualcosa secondo il suo piacere e senza infliggerci a vicenda molestie che, sì, non sono dannose, ma pure sono spiacevoli ai nostri occhi. Senza danneggiarci esercitiamo reciprocamente i rapporti privati e nella vita pubblica la reverenza soprattutto ci impedisce di violare le leggi, in obbedienza a coloro che sono nei posti di comando, e alle istituzioni, in particolare a quelle poste a tutela di chi subisce ingiustizia o che, pur essendo non scritte, portano a chi le infrange una vergogna da tutti riconosciuta” (Tucidide, Storie II, 36,4-37,3).

    (Normanna)

  18. Scuola
    I problemi della scuola, oggi, sono altri, ben diversi e più urgenti, soprattutto dopo la riforma Gelmini, che ogni giorno devasta il nostro sistema scolastico, calpestando i diritti di bambini, genitori e personale scolastico, dal docente al bidello.

    (Simone Ruffini)

  19. Riflessioni
    Se mi permettete un paio di riflessioni… E’ sostanzialmente inopportuno parlare di politica (destra o sinistra che sia) a scuola. Siete d’accordo o no? Per piacere, non nascondiamoci dietro discorsi di schieramento politico. Questi discordi sono da fare in famiglia… al bar… in piazza. Ma non a scuola. Per finire vorrei far presente a chi si è lamentato che un insegnante percepisce “solo” 1750 euro al mese… Scusi, ma dove vive? Le sembra poco? Invece che paragonare con la busta paga di un politico (lo sappiamo che tutti questi signori sia di destra che di sinistra percepiscono troppo)… provi un po’ a pensare alla media della gente comune… La informo che chi arriva a 1500 è da considerarsi già fortunato!
    Saluti.

    (Alessandro)

  20. E invece sì…
    E invece sì che un insegnante deve parlare della realtà, se vogliamo far capire ai ragazzi cosa accade nel mondo. Perché dobbiamo evitare l’analisi? Per comprendere il qui e ora si guarda alla storia. Non solo destra e sinistra, ma davanti e dietro ciò che appare, sopra e sotto, chi comanda e chi subisce, onestà e truffa, da che parte sta il giusto? Io non lo so… Lei lo sa? Cerco di non dormire, di comprendere, ma non ho certezze confezionate. Possiamo dare ai nostri ragazzi le nostre fragilità e condividerle con loro, cercando insieme di capire. Ma diamo soprattutto ai ragazzi strumenti affinché valutino, sappiano scegliere, decidere, sappiano ESSERE e non subire come pecore le decisioni altrui prese altrove… Non è con con l’arroganza, che cela insicurezza, e nemmeno con la tracotanza che daremo certezze! Ma con la coerenza, osservando quanto accade e dando loro più chiavi di lettura, non una sola!
    Sostengo la preside che sostiene e riconosce i meriti dei propri insegnanti. E lo dichiara. Ce ne fossero di presidi così! Purtroppo è una mosca bianca.
    Soldi? Basta paragonare lo stipendio di un laureato europeo a quello dei docenti italiani. Vale la nostra laurea o ci sono lauree di serie A e quelle di serie B? In Italia non si è mai investito sulla scuola, perdendo di vista che è lì che si formano, o si potrebbero formare, le sorti del paese. Insegnanti frustrati generano studenti frustrati e una società scontenta, di individui scarsamente realizzati e evoluti.

    (Sempre un insegnante)

  21. Schola @Cmagistra vitae#C
    Intervengo su questo argomento parlando da ex studente ed ex-rappresentante degli studenti dell’istituto “Cattaneo-Dall’Aglio”. Sorrido pensando a cosa potrebbe rispondere alla lettura delle (anche troppe) righe di Filippi la mia cara vicepreside nonchè la mia priva vera insegnante di politica e di vita pubblica: l’indimenticata Anna Curini. Notoriamente di sinistra, ci ha insegnato un modo schietto e sincero di ragionare e di porci di fronte alla res publica che nessun altro professore, nemmeno quelli di “destra”, ci ha trasmesso. Alle superiori, poi, i ragazzi arrivano di solito con una mentalità politica già connotata e che difenderebbero fino alla morte, per senso dell’orgoglio e di sfida verso i più grandi, un po’ come facevo anche io… Non penso, quindi, che basti una lezione infuocata o un confronto acceso per cambiare le idee di uno studente: i ragazzi capiscono chi parla con cognizione di causa e chi, invece, solo per faziosità politica. C’è poi da dire un’ultima cosa: criticare oggi il presidente del Consiglio Berlusconi non è un attacco politico, ma mero senso civico.

    (Alessio Zanni)

  22. …ma anche se attaccasse altri!
    Che senso ha che nella scuola, nell’istruzione si esprima un pensiero politico? Non ha senso, soprattutto perché l’insegnante, in cattedra, ha una posizione assolutamente predominante rispetto all’allievo. Io credo di aver avuto al liceo ottimi insegnanti, alcuni di essi facevano o hanno fatto politica attiva, ma mai si sono permessi di esprimere giudizi politici gratuiti. Avere un opinione è normale; l’opinione traspare già normalmente; politicizzare la scuola è una grossa porcheria. Poi è verissimo che si possa acquisire una coscienza indipendente, ma è altrettanto vero che chi politicizza le sue lezioni non è un bravo insegnante! E c’è una profonda differenza tra chi distribuisce un volantino, anche all’interno della scuola, e chi invece tiene una lezione contro Berlusconi o contro Prodi. Questi sono problemi fondamentali della scuola, ben di più di una lavagna o di un aula: poiché un bravo insegnante non ha bisogno del videoproiettore! E comunque, chissà perché, si vedono professori con “L’Unità” (in origine, poi Il Manifesto, oggi Repubblica) sotto il braccio, mai con il Secolo d’Italia… Solo a sinistra ci sono quelli che sono intellettualmente onesti… Per ritornare alla frase di un amico con i calzini celeste, in questo caso, meno male che Filippi c’è!

    (Massimiliano Coloretti)

  23. La scuola: uno spazio politico o uno spazio per la politica?
    Secondo Aristotele l’uomo è l’animale politico; secondo Hegel non esistono spazi impolitici, perché anche dove non vi sia la competenza della sfera pubblica – come nella famiglia e nella società civile – c’è comunque politica. Per i giusnaturalisti uno spazio prepolitico c’è, nello “stato di natura”, ma gli uomini in ogni caso si affrettano ad uscirne il prima possibile per timore (Hobbes) o per l’utile (Locke). Per Michel Foucault, infine, c’è politica ovunque sia presente una relazione di potere e il potere è dappertutto: nelle carceri, negli ospedali, nelle scuole.
    Questi modelli filosofici ci indicano che la politica è ovunque o che, dove è assente, ci si prepara ad affrontarla, sperimentata l’impossibilità di vivere sicuri e felici senza associarsi agli altri istituendo regole comuni. A questo punto in quale relazione è la scuola nei confronti della politica? Nel sentire comune si vorrebbe che essa ne rimanesse fuori. Tuttavia, alla scuola è sempre stato affidato un compito politico, dato che già la scelta tra la trasmissione del sapere e la formazione della coscienza critica della ragione si configurano come opzioni politicamente non irrilevanti. Sembrano passati molti anni dalle riflessioni pedagogiche di Dewey o di don Milani, eppure a ben guardare anche nei paesi più democratici la realizzazione di una scuola davvero capace di educare alla libertà non si è attuata. Una delle contraddizioni della scuola italiana è l’insegnamento dell’educazione civica, affidata (delegata) a un solo docente che, spesso, la sacrifica per fare spazio alle altre discipline della sua cattedra sulle quali incombono gli impegni del programma e della valutazione. Ciò è inadeguato, giacché la formazione del cittadino nell’ambito scolastico è responsabilità comune del consiglio di classe e degli altri organi scolastici. In molte scuole, per esempio, si assiste alla deriva delle assemblee d’istituto verso il fatuo, poiché spesso si convocano per svolgere feste studentesche d’inverno, primavera, estate. Si svilisce così l’opportunità introdotta dai decreti delegati del ’74 di fare della scuola non un luogo di militanza ma di attivazione della coscienza politica. Collegio docenti e consiglio d’istituto dovrebbero sentire la responsabilità di favorire o contrastare tale processo, educando i giovani al miglior uso degli spazi di democrazia loro concessi. “Il deserto cresce, ma guai a chi cela i deserti dentro di sé”, scriveva Nietzsche… Invece sono sempre più frequenti i casi di docenti che nelle aule scolastiche si travestono da politici che amano dare il proprio pensiero su temi importanti come la fede, l’aborto, la pena di morte, o che in vista delle elezioni amano tirare la volata al loro politico preferito; gli alunni, quindi, diventano soltanto un’assemblea, obbligata ad ascoltare.

    (Damiano Ferretti)

  24. Risposta alla preside
    Non si può negare che al Cattaneo si faccia politica. Sono diversi i professori che a Castelnovo si dilettano in questa pratica: diciamo in buona fede. La preside non ha mai alzato un dito. Quindi probabilmente va bene così… Ci dica la preside, per rispetto dei genitori e degli studenti, se sia corretto, da parte degli insegnanti, fare politica in classe.

    (Paolo)


  25. Questo mio intervento è diretto alla Sig.ra Paola Bacci, ricordandoLe che, esprimendosi in qualità di preside dell’Istituto e quindi come dirigente statale, dovrebbe tener ben presenti le leggi ed i regolamenti scolastici vigenti. Non ha senso fare complimenti ai professori ed addirittura richiamare il consigliere regionale Filippi sui comportamenti passati; un dirigente dello Stato non può. Che cosa dice la legge ed il regolamento scolastico? E’ammesso fare politica in classe? E’ questo quello che gli studenti, i genitori ed i lettori vogliono sapere! Grazie.

    (Cristiano Tozzi)


  26. Io sono molto favorevole al fatto che si parli di politica a scuola! Anzi, sarebbe molto bello se ci fossero in tutte le scuole ore dedicate alla politica e all’educazione civica così da informare i giovani su quello che succede in Italia… La maggor parte dei giovani va a votare senza sapere niente di quello che stanno facendo! Viva la politica a scuola…

    (Massimo)


  27. Mi pare di capire che l’Italia sia per l’ennesima volta divisa dal personaggio Berlusconi. Perchè non credo che il punto sia una mera questione destra-sinistra, ci dividiamo sempre e solo sui simboli del governo Berlusconi, dalla storiella di Ellebi ai “comunistoni” di Cigarini. Credo valga la pena interrogarsi sul serio se il nostro attuale governo abbia ancora qualcosa da dire o da dare, agli italiani. Se consista in qualcosa di più tangibile che la consueta derisione di tutto ciò che non è “allineato”. Personalmente sono tanto d’accordo con “Un insegnante”. Ben vengano tutti i faziosi “fomentatori di menti” (Filippi incluso) che riescono a permeare le corazze montate dalle De Filippi e dai Signorini. Credo che non ci sia niente di sconvolgente se un educatore si lascia andare a prese di posizione politiche, specialmente se il tema trattato riguarda aspetti importanti per la società e se ci si rivolge a classi di quarta e quinta. Abbiamo una coscienza sociale che mi sembra di gran lunga più povera rispetto a quella che ricordo soli dieci anni fa, quando al Cattaneo c’ero anche io. Gli attivisti politici che vengono a scroccare qualche consenso agli studenti delle superiori ci sono sempre stati e mi hanno sempre più incuriosito che “sobillato”. Quello che invece mi preoccupa è l’atteggiamento di chi non cerca (o non trova) argomenti concreti in ciò che fa e che dice e invece delegittima chiunque ponga un problema o prenda una posizione avversaria chiamandolo “comunista”, “militante di sinistra” o addirittura “stravagante” (Brachino docet). Ieri al Tg2 ho sentito Quagliariello dichiarare che la Corte costituzionale non rispetta la volontà popolare, e mi chiedo: in quanti si sono indignati ascoltandolo? Siamo ancora vigili, attenti? Ce lo ricordiamo che non è alla volontà popolare che la Corte costituzionale è tenuta a rispondere? Perchè di certo nessun giornalista del Tg2 ce lo ha ricordato. Mi dispiace divagare così tanto, ma non possiamo ridurre tutto ad una guerra tra poveri pro o contro Berlusconi personaggio. Che la sinistra sia inconsistente non è certo un tabù, ma possiamo serenamente riconoscerci in un governo che al di là del colorito del premier (“ghe pensi mì”, “per fortuna che Silvio c’è”, “lei è più bella che intelligente”…) edifica scudi fiscali e lodi Alfano?

    (Davide Marazzi)

  28. Per Manuela
    Ce ne sarebbero di persone che bisognerebbe fare col “pongo”, se non ci fossero… Un consiglio agli insegnanti: fate gli educatori,e sottolineo educatori, visto il linguaggio e gli atteggiamenti dei nostri studenti; è prioritario, questo, rispetto alla politica, che niente ha a che fare con la cultura e l’educazione. Ben altre sono le sedi per coltivare e approfondire questo tema, non certo la scuola!!!

    (Commento firmato)


  29. La legge, come il regolamento scolastico, prevede il divieto, esteso a chiunque, di fare propaganda all’interno della scuola; inoltre ogni stampato od ogni comunicazione che da parte degli organizzatori o di singole persone si richieda che vengano diffusi fra gli studenti o nei locali della scuola deve essere portato in ogni caso in preventiva visione del dirigente scolastico e affisso o distribuito solo dietro sua autorizzazione. Credo che tutto ciò non avvenga nella scuola in generale, tantomeno al Cattaneo. Il vero compito dei docenti dovrebbe essere quello di cercare di incentivare il confronto sui temi politici al fine che ogni studente possa arrivare a possedere un’opinione propria ed una coscienza indipendente. Questa è da considerarsi la scuola.

    (Damiano Ferretti)

  30. Questione morale
    Qua tutti ci son cascati come pesci. L’irritante provocazione che Filippi ha mandato alla preside del nostro istituto è sfociata in tutto quello che l’ingegnere “prestato alla politica” ha voluto sin dall’inizio, ovvero un odio (chiamiamolo così) inconsiderato nei confronti della preside, la quale può far ben poco (vi ricordo che non è il grande fratello, con megafoni in tutte le classi che ci dice cosa fare, come pensare e come reagire). Il signore è arrivato qua, lanciato il sasso e nascosto subito la mano. Dopo è scomparso (se non scappato, ma d’altronde come pensi di rispondere ai commenti di numerosi lettori se magari il tuo staff è assente, da solo è un impegno troppo grosso… c’è chi si deve occupare dei contenuti, della grammatica etc. etc.) lasciando che la folla giudichi una persona/scuola per un fatto inventato ma fondamentalmente comprensibile. Ebbene sì, oggi come oggi penso sia fondamentale fare politica a scuola. Ma fermiamoci un attimo, fare in questo caso è un verbo un po’ troppo generico. Un conto è la propaganda (che capita in rari casi, ma questo non soltanto nella rossa Emilia-Romagna, invasa dai cattivi comunisti bollitori di bambini e che vogliono distruggere il capitalismo portatore di bene e speranza), un altro è informare i giovani su ciò che li circonda.
    La politica non è soltanto Berlusconi e Berlusconi non è la politica. Al giorno d’oggi ci ritroviamo un casino di giovani totalmente ignoranti, che non conoscono la storia del loro paese (ed alcuni, purtroppo tanti, sono i primi a difenderlo in nome di un vecchio partito costituzionalmente irricostruibile ma che a quanto pare sia più legale di qualsiasi altra cosa) e soprattutto ciò che li circonda. Un insegnante in quanto persona ormai costruita credo abbia l’obbligo di aiutare i giovani a comprendere il mondo e tutti i suoi aspetti, tramite gli avvenimenti che hanno fondato la società d’oggi con particolari annessi. Fatto il proprio dovere, sta poi a loro decidere cosa sia e giusto e sbagliato. Non deve essere l’insegnante ad indicarglielo (questa è propaganda). Se non lo fa la scuola chi pensate lo possa fare? La TV? I giornali? Le casalinghe di Voghera (no, non voglio offendere l’elettorato di destra)? Ah, sì, dimenticavo, sicuramente l’ingegner Filippi. Però è brutto parlare alle spalle di un uomo, non credete? No, perchè come ho già detto, qui non si è ancora fatto vivo. Magari è impegnato, al giorno d’oggi il Pdl sta lavorando molto per il paese. Ora che abbiamo fatto crollare i pilastri del liberalismo sul fatto de “il posto fisso” dobbiamo costruire quelli in cemento armato del mitico Stretto di Messina. Alle regionali io darò il mio voto a Filippi, ho deciso! Sono con lei!!!

    (Asmir Lalic, studente ahimè dell’Istituto Rivoluzionario Rosso Cattaneo-Dall’Aglio)

  31. Quindi anche il prof. che nega la shoah…
    Quindi, porte aperte e pure bocca al docente d’arte Antonio Caracciolo che nega l’olocausto? Anch’io gli aprirei le porte… di un istituto di quelli dove non c’è la pausa per la ricreazione ma l’ora d’aria…

    (Umberto Gianferrari)

  32. Filippi va ringraziato…………………..
    Va ringraziato Fabio Filippi perchè ha scatenato un bel dibattito. Ce n’è bisogno. Di politica bisogna discutere e non solo “berla” dalla televisione, indipendentemente dalla direzione tendenziale dei mass-media, quella italiana è famosa nel mondo. Io sono persona nota di centro sinistra ma non sarei d’accordo di delegare la formazione della coscienza e delle convinzioni politiche ai “media” anche se questi fossero orientati come me. La politica vive se è confronto, partecipazione, meglio se coinvolgimento attivo. In altre parole se è democrazia che si forma dal basso. Oggi la politica, nel pensiero comune e soprattutto in quello dei giovani, non è questo (non è più questo). Oggi è teatrino e mestiere, potere ed avidità, personalismo e cinismo. Dobbiamo aiutare tutti noi, ed aiutare i giovani, a recuperare il significato della politica come impegno civile e lievito della democrazia rappresentativa. Personalmente non condivido le demonizzazioni, neppure se gli attacchi sono rivolti a Berlusconi (che purtuttavia dovrà accettare qualche forma di reazione rispetto a certi suoi atti,è il capo del governo). Non le condivido e, soprattutto a scuola, non credo che i formatori debbano indulgere a qualsiasi sorta di estremismo. Per inciso, non conoscendo il fatto in se, non so neppure se la versione di Filippi sia fedele. Ma la scuola deve essere luogo in cui la politica entra, il dibattito si svolga anche su posizioni diverse. Se se ne parla nelle aule può darsi che anche nei corridoi ed in corriera si possa sentire qualche ragazzo che affronta argomenti diversi dal calcio, dalla moda, dagli status simbol dei modelli di vita oggi vincenti. Se l’insegnante ne parla, esprimendo anche con correttezza il proprio punto di vista, può darsi che uno studente si alzi e dica “Prof, non sono d’accordo” ed esponga a tutti il “suo” punto di vista. Il che significherebbe che se lo sta formando e non lo sta assorbendo, e parlandone a tutti diviene un confronto vero.
    Spesso si sente parlare di voto a 16 anni, c’è chi lo ha introdotto da qualche anno nelle proprie primarie. I ragazzi maturano alla svelta, più veloci di un tempo, non hanno in genere remore a reagire attivamente agli stimoli che ricevono, quando li ricevono. La cosa peggiore è il silenzio che addormenta le coscienze.
    Per finire, mi ritrovo molto in gran parte degli interventi di Damiano Ferretti e Davide Marazzi, e credo proprio che la Preside stia operando con competenza ed equilibrio nel governare, insieme a tutti i suoi collaboratori ed in primis gli insegnanti, quel grandissimo laboratorio di futuro, la più importante istituzione della montagna insieme all’ospedale, che è il Cattaneo-Dall’Aglio.
    Sergio Fiorini

  33. Il preside da cambiare
    A parte il mio modo di pensare federalista convinto, che fra l’altro risolverebbe tanti dei vostri problemi, mi dica, preside, perchè tutti i nostri ragazzi si presentano nelle università e si trovano sempre e tutti in difficoltà? Motivo: non vengono adeguatamente istruiti o noi montanari siamo tutti poco intelligenti? Anche io ho avuto dei figli passati nelle scuole superiori di Castelnovo ne’ Monti e con profitto altissimo; ma, arrivati al dunque, il discorso unanime di tutti gli studenti è sempre lo stesso: non abbiamo mai studiato queste cose… (e facevano parte del programma che di solito viene poi chiuso al volo negli ultimi 10 giorni di scuola). Le cose che ho detto sono condivise da alcuni professori che si rendono conto della situazione delle nostre scuole superiori della montagna. Lasciate la politica al suo posto.

    (Luciano Franchini)

  34. Gli stakanovisti dell’antiberlusconismo
    L’anti-Berlusconeide è ormai un consolidato genere letterario: vi si dedicano a gara vecchi scribi frustrati e attempati professori in lutto dopo il 1989. In quanto tale è per lo più senza attinenza con la realtà e quindi catalogabile come “fiction” piuttosto che come “attualità politica”. Basta spiegarlo agli studenti.

    (Francesco Tondelli)

  35. Brevissimamente…
    Lasciando da parte tutto il discorso politico che si è scatenato intorno all’argomento (che proprio non mi tocca), mi trovo d’accordo con il sig. Luciano Franchini. Mi stupisce, e non poco, il commento della preside.

    (Commento firmato)

  36. Educare e non indottrinare
    Il mio breve intervento tende a ribadire che la scuola deve educare, non indottrinare. Si facciano pure i paralleli passato presente, ma mai in funzione indottrinante; altrimenti la funzione della scuola fallirebbe. Uducare = ex ducere. Dall’allievo deve scaturire la verità, il prof. deve soltanto aiutarlo, non sostituirsi.

    (B.T.)