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La polemica / “Quell’autista ha una foto del duce sul bus che avevamo noleggiato”

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Scrive Matthias Durchfeld, di Istoreco, al titolare di un'agenzia che noleggia viaggi in pullman di Castelnovo ne' Monti, la Bismantour.

"Gentile Luca Ferretti, spettabile Bismantour, nei prossimi mesi dell'anno scolastico appena cominciato 2009/2010 svolgeremo alcune attività con le scuole della montagna reggiana riguardo la strage di civili a Cervarolo e le attività partigiane contro il nazifascismo. A Cervarolo sono coinvolti anche i militi della G.N.R., così come in tanti altri casi si conoscono ormai le responsabilità del fascismo italiano. La repressione e l'uccisione degli oppositori, le guerre in Africa, le leggi razziali, l'attacco alla Francia e l'entrata nella seconda guerra mondiale, la collaborazione con l'occupante nazista tedesco, e, come conseguenza, la morte di decine di miglia di persone e la distruzione più disastrosa che conosca la storia italiana".

Dopo le premesse storiche, si arriva al fatto: "Visto che sul vostro pullman noleggiato nel maggio 2009 per una nostra attività con il Comune di Cavriago, si trovava, ben visibile a tutti gli studenti, sulla base del cambio all'interno del pullman, come 'santino' un adesivo di Benito Mussolini, dopo anche la segnalazione di ciò da parte di alcuni insegnanti vi informiamo con la presente che NON noleggeremo mezzi di Bismantour nell'anno 2009/2010".

"Per conoscenza - rende noto infine Durchfeld - questa lettera sarà inviata anche alla Comunità montana e ai comuni del territorio".

La replica, piuttosto ruvida, arriva a stretto giro. Dice il titolare, Luca Ferretti: "I mezzi sono nostri, comprati con soldi nostri. Nei limiti della legalità ci possiamo attaccare quello che vogliamo perchè noi crediamo, a differenza vostra, nella libertà". Ferretti aggiunge, quasi sardonico: "Faccio presente che i nostri clienti affezionati vanno 4 o 5 volte all'anno a Predappio a salutare il duce sulla tomba. Non mi interessa se non noleggerete i nostri bus. Andate dove credete e fate ciò che vi pare". Chiusa: "La foto dello 'zio' rimane lì".

* * *

Correlati:
- "Diffamati: quereliamo Mathias Durchfeld di Istoreco" (28 ottobre 2009)

48 COMMENTS


  1. Mi sembra una lettera che dice: “Tu sei fascista e non devi più lavorare!”. C’è libertà e ognuno è libero di pensarla diversamente. Io non sono mai venuto dal tuo sindaco a dire: avete il busto di Lenin, vergognatevi; e non scriverei mai a tutti i sindaci del mondo di non andare a Cavriago perchè hanno ancora il busto di un dittatore. Solidarietà a Ferretti che in un periodo di crisi dà lavoro alla montagna. Se invece di Mussolini c’era Che Guevara avrebbe fatto lo stesso scalpore? Non credo…

    (Cristian)


  2. Sei fantastico!!! Perchè vietare una foto? Anche se personalmente non sono un fan dello “zio” ritengo giusto che ognuno sia libero di pensare e di credere ciò che vuole… E’ come se domani La Russa o Fini vietassero le foto e le magliette con l’immagine del mitico “CHE”!

    (Commento firmato)

  3. Ma viva la libertà!
    Questa è veramene la dimostrazione che la liberà non c’è! Professori entrano in classe con la maglia del “Che”, ti fanno politica in classe (e non nascondiamoci dietro un dito perchè è così!) e si scandalizzano perchè su un pullman PRIVATO c’è la foto di Benito Mussolini? Fosse il pulmino comunale la cosa sarebbe ben diversa!!! Io sono salita sui mezzi di Luca, ho notato la foto ma la cosa mi ha lasciata indifferente, come se ci fosse attaccata la foto di qualsiasi altro politico o calciatore o velina. Forse era meglio ci fossero attaccate le foto di un calendario di nudo? Però forse è giusto così… Insegniamo ai nostri giovani a discriminare tutti coloro che non la pensano come noi!

    (Elisa)

  4. Trop casein!
    Non mi sembra molto rispettoso esporre simboli fascisti su un pullman diretto ad un luogo di commemorazione di eccidi. Detto questo mi sembra che il mulinello di polemiche che sta montando rispetto a questo episodio marginale sia eccessivo.

    (Alessio Zanni)

  5. Altre cose più importanti
    A parte il tono secco e deciso del signor Ferretti, ritengo che il fatto di tenere uno stemma del duce sul proprio mezzo sia una questione irrilevante. Le cose a cui si dovrebbe dar peso noleggiando un autobus dovrebbero assere in primo luogo la sicurezza dei mezzi e poi la professionalità dell’autista e la serietà della ditta titolare.
    Tengo a precisare che ideologicamente sono all’opposto del signor Ferretti e quindi anch’io antifascista, ma la libertà di pensiero è una forma di democrazia. Conoscendo il signor Ferretti ritengo indiscutibile la sua professionalità e la serietà della sua ditta.

    (Alberto Boni)

  6. Tanto rumore x nulla…
    La storia e gli errori commessi dal Duce non si possono certo negare. Ciò non toglie che ciascuno di noi rimane e DEVE rimanere libero di pensarla come meglio crede. Di contro ognuno è libero di rivolgersi alla società di noleggio che preferisce. W la libertà!

    (Pamela)

  7. Ognuno ha gli zii che si merita!!!!
    Certo che chi ha dei mestieri pubblici dovrebbe evitare di provocare e mancare di rispetto verso chi la pensa diversamente anche se non sono propri clienti. Per quello che mi riguarda, quando vedrò passare per strada un bus della Bismantour… mi toccherò ben bene…

    (L A)


  8. Credo che la risposta di Ferretti dica tutto; e credo non sia giusto dare troppa importanza a foto ricordino che uno porta in tasca o nel cruscotto della macchina, come souvenir. Sostengo con convinzione che molte di queste persone non sappiano neppure chi fosse il Duce e che cosa abbia fatto di così tanto mitico. Invito invece gli insegnanti a fare conoscere la storia ai propri alunni, portarli sui luoghi della memoria e fare capire chi era veramente Benito Mussolini. Solo così si potranno evitare queste spiacevoli situazioni…(L’IGNORANZA E’IL MALE DEL SECOLO).

    (Commento firmato)

  9. Democrazia
    Da antifascista convinto e di conseguenza democratico, ritengo che ogni persona possa presentarsi come meglio crede e di conseguenza gli altri scegliere se condividere con lui le idee oppure criticarle. Quindi legittima l’esposizione della foto. Cosa diversa è la valutazione della circostanza: in un trasporto per la commemorazione di un crimine nazifascista il minimo che imprenditore poteva fare, in rispetto di coloro che hanno subito lutti e soprusi, era quello di coprire l’immagine salvo poi riesporla in altre occasioni. Completamente fuori luogo l’atteggiamento: “L’ho pagato io e faccio quello che mi pare”. Legittimo come principio ma significativo di poco rispetto e sensibilità per i sentimenti degli altri.
    Cordiali saluti.

    (Lollo Mariani)

  10. Rispetto prima di tutto
    Scusatemi, ma alcuni commenti o non hanno capito qual è il problema o non lo vogliono vedere. Fatemi capire, io vado a vedere un luogo dove si sono compiuti massacri per mano dei fascisti e dei nazisti, dove magari ho perso dei parenti, e sul mezzo che mi trasporta c’è la foto del mandante delle esecuzioni?? Ma voi state scherzando! Qui oltre ad una ignoranza storica siamo di fronte ad una mancanza di rispetto enorme.
    Allora andiamo ad Auschwitz con la foto di Hitler e visitiamo i campi di sterminio in Russia con la foto di Stalin. Questa cosa che è successa per me è vergognosa, altro che libertà. Se questo “zio” o il suo pensiero fossero sopravvissuti fino ad oggi voi scrittori liberi di questa testata informativa vi sareste sognati di poter dire il vostro pensiero e la vostra opinione sui fatti che vi accadono. Altro che libertà, bastonate dalla mattina alla sera e zitti!

    (Mattia Rontevroli)

  11. Che storia triste questa…
    La libertà di opinione e di manifestare il proprio pensiero resta indiscutibilmente un elemento prioritario. Credo però che le cose cambino molto analizzando i singoli casi. Innanzitutto non bisogna dimenticare che in Italia l’apologia del fascismo è un reato (legge n. 645 del 20/06/52). Diventa poi una manifestazione di grande cattivo gusto e di poca intelligenza se ciò viene fatto su un mezzo sì privato ma di uso pubblico quando – dietro pagamento – lo si mette a disposizione di un “viaggio della memoria”. Invito inoltre chi ha paragonato il “santino” del Duce (santino??? ma per essere un santino il personaggio in questione non dovrebbe essere un Santo???) alla maglietta del Che a riflettere un attimo sul ruolo avuto nella storia dai due personaggi, soprattutto sugli atti compiuti dal nostro connazionale. Concordo che dietro a ciò manchi una reale conoscenza dei fatti storici da parte di molti, che si accodano a certe ideologie ignorandone la provenienza o i principi. E credo anche che la vicenda stia facendo molto clamore, forse anche troppo. Ma la cosa che mi lascia più basita – e che mi intristisce molto – da fiera nipote di nonna partigiana è vedere che nelle nostre zone, cuore della resistenza antifascista, nel 2009 si vedano ancora giovani che inneggiano al Duce e che difendono così ardentemente le proprie posizioni…

    (Sara)

  12. Libertà contro la legge?
    Un po’ di informazioni. L’apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge 20 giugno 1952, n. 645 (contenente “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale, comma primo, della Costituzione”), anche detta “legge Scelba”, che all’art. 4 sancisce il reato commesso da chiunque «fa propaganda per la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità» di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure da chiunque «pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche». La legge prevede per il delitto di apologia sanzioni detentive. Ora… Chi denuncia chi??

    (Mattia Rontevroli)

  13. L’apologia di fascismo è reato (N.B.: pezzo scritto prima di veder comparire qualsiasi commento)
    Certo, w la libertà. Però qualcuno mi corregga se dico che mi risulta tuttora esistente, in Italia, il reato di apologia del fascismo… In parole più semplici – perché c’è chi è sordo o non vuol capire – ciò è contro la legge italiana. Stop.
    Hai voglia a essere “ruvido” se non in grazia del fatto che questo è il Paese dell’impunità per eccellenza e dunque si può tranquillamente dichiarare – senza temere alcunché – e pubblicamente (cioè, nella fattispecie, attraverso @CRedacon#C, limitantesi a riportare il fatto) che affezionati clienti vanno a salutare il “kuce” (come lo denominava un simpatizzante del fascio della prima ora, poi amaramente pentito, quale Carlo Emilio Gadda) a Predappio e, affettuosamente, si ribadisce che il santino di “Zietto” rimane lì… Tanto chi è quella persona, in montagna in Emilia in Italia, con un minimo di senno civico, di sano fegato e in possesso oltretutto delle conoscenze giuridiche adatte (e non il mio caso, essendo laureato in lettere e occupandomi di fare libri e possibilmente cultura) per valutare se ci sono gli elementi per procedere legalmente nei rispetti di tali “credenti” (a differenza – dicono – di altri) nella “libertà” (parola magica, buona per tutti gli usi e costumi…)? Non è questione di destra e sinistra, che sono oramai la stessa roba distinta solo da una colorazione di superficie: la stoffa è la medesima, la tessitura è identica, il capo è uguale, anche il prezzo in vetrina – se lo si vuol guardare – è lo stesso… Ed è tutto made in Italy, gente!, il favoloso made in Italy (altra formula magica, come “biologico”… “Matilde di Canossa”… “Slow”… “di sinistra”… “liberale”… etc.). E’ questione semmai di essere presenti a se stessi, alle proprie responsabilità di esseri umani pensanti e consapevoli di occupare uno spazio di relazioni: la Polis, parola antica di cui bisogna riscoprirne il senso originario per parlare un po’ decentemente appunto di Politica, oggigiorno. E invece, eccoli lì, i difensori del particulare, i baldanzosi del “me ne frego” che tanto il bus è mio e me lo gestisco io… Ed è legittimo, perbacco, facciano quello che vogliono dentro il loro simpatico bus littorio (che teneri!), purché non ci mettano al loro interno il PUBBLICO pagante (siano per esempio scolaresche o affini provenienti dallo spazio pubblico, appunto) a propinargli di soppiatto il loro encomio fuorilegge. E per di più, che si rilascino, si effondano pubblicamente simili dichiarazioni apologetiche indipendentemente da tutto e tutti – come se nulla fosse esistito: leggi razziali, torture documentate ai danni di persone (partigiani e non), umiliazioni inferte, un paese portato irresponsabilmente in guerra, la censura (alla faccia, guarda un po’, di ogni “libertà”), etc. – e nessuno intervenga con vivezza e mobilità di idee propulsivamente in antitesi e ricche di complessità (il Reale è dimensione stratificata, intrecciata), superando il falso e desueto bipolarismo destra-sinistra (strumentale solo a creare confusione nelle persone e, dunque, funzionale a chi siede sugli scranni del Potere); beh, non fa che aumentare la mia indignazione, il mio critico distacco nei confronti di noi stessi: autentici fautori di un’Italia degradata, impolitica e impoetica, utile solo al gossip al malaffare e al calcio – vera religione nazionale – all’imperizia di una classe di politicanti votati solo per la pena che ci fanno (in specie a sinistra). E’ tempo di svegliarsi e guardare nel merito le cose, i fatti, le persone; lasciando le nomee alla moda, le etichette sentimentaloidi, le dicotomie semplicistiche e sterili, le formule magiche e incantatorie al glamour teledivistico imperante, agli omologatori dell’informazione, ai terroristi del superficiale, ai maghi e agli illusionisti anti-rinascimentali. E’ tempo di rendersi conto che il proprio pensiero non è affare puramente privato ma ha delle implicazioni nella realtà nel suo complesso (e quindi pure degli altri) e v’interviene, incide, sposta, inquina o purifica, vi scorre e dunque contempla delle responsabilità, dell’ATTENZIONE. Ecco, questa è una parola importante, da coltivarsi e meditare ognuno dentro di sé. Altrimenti Buonanotte Montagna, Buonanotte Italia, Buonanotte @CRedacon#C.
    “Ha da passà ‘a nuttata”, diceva a chiusura di una sua commedia uno dei nostri autori più rappresentati al mondo, Eduardo De Filippo. Bene, è tempo di inoltrarci dentro, nel vivo di questo NERO e passarlo, attraversarlo a viso aperto, con coraggio; e capire dove e in cosa sbagliamo, erriamo senza senso. Il Buio è la via per scoprire la Luce. E’ sulla strada di tale implicazione per contrasto che si gioca il suo riconoscimento e il modo, il cammino per disvelarla.
    Ore 13,24, 490 letture e nessun commento di chicchessia. Buonanotte lettori. Ave Nulla. Almeno da qui si può ricominciare. Dal Nulla può sorgere di nuovo Tutto. E meglio.

    (dp | Damiano Pignedoli, Milano, 27 ottobre 2009)

    P.S. – Traggo da internet (così… per riattivare la memoria sbiadita) qualche articolo di legge, e aspetto da qualche studioso e professionista della Legge eventuali correzioni al riguardo, visto che la rete non è sempre attendibile e in più io non ho studiato Giurisprudenza. Figuriamoci poi se io ho la verità in tasca. Del resto, nessuno ce l’ha, men che meno i sedicenti credenti della libertà…
    L’apologia di fascismo è un reato (quella del Che, per adesso, no… Punto).
    art. 4. (apologia del fascismo). Chiunque, fuori del caso preveduto dall’art. 1, pubblicamente esalta esponenti, principii, fatti o metodi del fascismo oppure le finalità antidemocratiche proprie del partito fascista è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a lire 500.000. La pena è aumentata se il fatto è commesso col mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione o di propaganda. La condanna importa la privazione dei diritti indicati nell’art. 28, comma secondo, n. 1, del codice penale per un periodo di cinque anni.
    art. 5. (manifestazioni fasciste). Chiunque con parole, gesti o in qualunque altro modo compie pubblicamente manifestazioni usuali al disciolto partito fascista è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a lire cinquantamila.
    art. 6. (aggravamento di pene). Le pene sono aumentate quando i colpevoli abbiano ricoperto una delle cariche indicate dall’art. 1 della legge 23 dicembre 1947, n. 1453, o risultino condannati per collaborazionismo ancorchè amnistiati. Le pene sono altresì aumentate per coloro che abbiano comunque finanziato, per i fatti preveduti come reati negli articoli precedenti, l’associazione o il movimento o la stampa.

  14. Manifesto sulla razza
    Invece di parlare di uguaglianza, democrazia e quant’altro leggete il “Manifesto sulla Razza” datato 1938 ed emesso dal signore esposto nella foto. Solo questo è un buon motivo per cui la sua foto non dovrebbe essere presente da nessuna parte. Altro che libertà! Altro che essere liberi di pensarla come si vuole!

    (Commento firmato)

  15. Ma non è un reato?
    Ammetto la mia ignoranza, ma mi sembra che parlando di apologia di fascismo questo reato sia riconosciuto “quando un’associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”.
    Forse la risposta di Ferretti che carica bus di pellegrinaggi per Predappio è una piccola esaltazione di un’esponente del fascismo… Va beh che è suo zio…

    (S.S.)


  16. La democrazia lascia la libertà ad ognuno di pensarla come vuole e di manifestare le proprie idee. Penso che il signor Ferretti possa attaccare sulla sua auto o in casa sua quel che vuole, giusto perchè siamo una democrazia e i tempi delle purghe (e non intendo quelle mediatiche!) sono finiti quando è caduto lo “zio” in questione. Diverso è il rispetto x chi, prendendo un mezzo non pubblico ma destinato al pubblico, è costretto a vedere un’immagine o un simbolo che urta la propria sensibilità e allora è giusto, proprio xchè siamo in democrazia, che esprima il proprio disappunto e, perchè no, anche che chieda la rimozione di tale immagine pena il diritto di non usufruire più del servizio.
    Per esempio questa mattina leggendo l’intervento di Ferretti, che a sproposito tira di mezzo gli immigrati, che proprio in questo caso non c’entrano nulla, dicendo di “persone che vogliono imporci le loro tradizioni, le loro culture e che vivono alle nostre spalle”, ho rafforzato la mia idea. Nè io ne la mia famiglia prenderemo più un pulman Bismantour. Proprio perchè siamo in democrazia e ho il diritto di scegliere; e per favore non tiriamo di mezzo la crisi… Che se proprio uno vuole lavorare cerca di venire incontro alle richieste magari spiegando le proprie ragioni con educazione e sempre con educazione evita di coinvolgere gli immigrati che, come detto precedentemente, con la vicenda non hanno nulla a che vedere.

    (Monja)

  17. La coerenza, questa sconosciuta
    Per un momento credevo di leggere i commenti su un forum di 14enni. “Che”, “Fascismo e libertà nella stessa frase”, “Lenin a Cavriago”. A quando “Il fascismo almeno ha bonificato le paludi” e “i comunisti bollivano i bambini”?
    Complimenti a Cristian ed Elisa per la loro caparbietà e scaltrezza. Da notare come tirino subito fuori dei luoghi comuni bellissimi, oltre alla new entry “professori comunisti”.
    Mi piace, qui tutti stiano a perdere tempo con la libertà, la democrazia, pensarla come gli pare quando abbiamo perso secondo il mio senso di questa lettera: il rispetto.
    Qui si parla di viaggi della memoria, visita alle opere dei caduti e delle stragi nazifasciste. Penso che questo adesivo, almeno per l’occasione, doveva essere coperto. Ferretti si stupisce pure di questa cosa e rivendica “gli autobus sono nostri e ci facciamo quello che ci pareee”… No, non ci fai quello che ti pare. Perchè fino a quando rendi disponibile la tua attività a viaggi come questi devi portare rispetto e mettere in mezzo alle gambe ogni altra ideologia che ha portato a ciò.
    Continuate così, non voglio provare a tirare ad indovinare l’età dei commentatori di @CRedacon#C, ma mi vengono i brividi al sol pensare che abbiamo un elettorato del genere.

    (Asmir Lalic)

    P.S. – Sulla @CGazzetta di Reggio#C di stamattina l’articolo risultava ben diverso, comunque; la foto del Duce era una caricatura… dicono. Mah, motivo in più per toglierla, nè?

  18. Resistenze moderne
    Una volta (all’epoca giocava ancora Di Canio nella Lazio) ho chiesto a un donna che è stata staffetta partigiana: “Che effetto le fa vedere un calciatore fare il saluto romano?”. Risposta: “E’ il gesto di un cretino. Quello che mi preoccupa è il riflesso che potrebbe avere su milioni di potenziali cretini che lo vedono in tv. Il compito della resistenza moderna è quello di ribattere colpo su colpo a questi fatti che non vanno comunque presi sottogamba”. Penso che l’autista, come ognuno, sia libero di scegliersi le figurine che più gli piacciono, ma penso anche alla possibilità che lo stesso ha perso di recarsi in un luogo di memoria storica dove (forse) non si recherebbe di sua volontà. Certo è, al di là di ogni opinione a prescindere dai fatti, che se può esporre la “sua” figurina è merito dell’album che gli manca, quello dei Partigiani. Non certo delle figuracce nostalgiche.

    (Gianluca Foglia, “Fogliazza”)

  19. Ma certo… W la libertà!
    W la libertà: domani prendo un pulmino e la patente poi porto i bimbi a scuola, W la libertà! Sul cruscotto attaccherò la foto di Mussolini ma non solo, no, che inno alla libertà sarebbe? Ci metterò quella di Hitler e di Bormann, di Goering e poi perchè non Goebbels e Hess, poveretti. W la libertà! E poi, siccome sono libero e voglio che tutti lo sappiano e non pensino neanche per un attimo di limitare la mia libertà, metterò anche una bella scritta, sì, tipo “Dux mea lux” o “Vietato l’ingresso ai cani e agli ebrei”. Ah, no, forse quella non posso metterla… Che Stato illiberale!
    Ci sono molti limiti alla libertà di espressione e non tutti necessariamente censurabili: DECENZA e PUDORE, per esempio. E ci sono molti, moltissimi modi per usare male la propria libertà: mancare di RISPETTO a chi è morto perchè tu fossi libero, per esempio.

    (Andrea Zannoni)

  20. Giù le mani dalla Bismantour!
    Conosco Luca da una vita e conosco da anni come gestisce la sua attività di trasporti. Certo che se non ci si attacca ad una semplice figurina per mera e sterile polemica a mio avviso non si può dire altro. E’ partito dal nulla, con tanto sacrificio e volontà; ha dato del lavoro a tanti giovani dei nostri posti senza guardare la loro appartenenza politica ma accertandosi della loro professionalità. Ha provveduto a organizzare la sua azienda, con sede a Collagna, posto non troppo indicato per far sorgere aziende del genere, in modo da essere un’azienda leader, al passo con normative riguardanti la sicurezza e la qualità dei servizi, dando professionalità ai suoi dipendenti. La frase dell’amico Luca che più dovrebbe far pensare dovrebbe essere che l’azienda è stata “costruita” con soldi propri, frutto dei propri guadagni e sacrifici, a differenza di tante altre realtà che vengano foraggiate a suon di soldi pubblici. L’altra parte della risposta è forse troppo istintiva e poco pensata, magari con l’azienda che ha messo in piedi per lui non esistono più sabati e domeniche. Se la foto irritava qualcuno poteva sempre chiedere gentilmente al Ferretti di spostarla, invece sembra proprio una polemica costruita ad arte per screditare l’operato del Ferretti e della sua azienda leader! Sarebbe molto peggio se si presentasse con una maglietta del “Che”, una sigaretta in mano dopo aver bevuto un bel caffè corretto! Non lasciamo attaccare per cose futili le poche aziende leader della montagna e cerchiamo di ragionare molto di più sui risultati che la stessa ottiene!!! Complimenti Luca per la tua azienda leader!

    (Marino Rivoli, capogruppo “Per la libertà” a Collagna)

  21. Una domanda semplice
    Perchè il “signor Bismantour”, così convinto delle proprie idee, non ha rinunciato al viaggio in un luogo della memoria nel quale, probabilmente, non crede? Non ditemi per eccesso di democrazia perchè i suoi riferimenti non lo sono. Eh!, l’arroganza dell’euro!

    (Elio Peri)

  22. Per Cristian
    Non sono uno sprovveduto, anzi potrei scriverci una biografia sul CHE. Dovresti aggiornarti meglio, caro Cristian. Ma hai ragione, il tema non é questo, il problema é che tante persone, compreso tu, non conoscono la vera storia; e ti posso garantire che anche di questo qualcosa ne so. Visto che grazie al Duce ho perso uno zio.

    (Commento firmato)

  23. Per Marino
    Carissimo Marino e anche carissimi commenti, per evitare che la polemica si arroventi, bastava moderare i toni. Marino, smettiamola di dire “alcune aziende della montagna vivono per i soldi che ricevono!!!”. Facciamo i nomi, i nomi, i soprannomi non bastono più. Concordo con Luca che sulle idee non si discute, e nemmeno sulla libertà, ma c’è un detto: “La mia libertà finisce quando inizia quella dell’altro!!!”. A buon intenditore poche parole; forse è una SVISTA, ma portare delle persone ad una commemorazione “PARTIGIANA” con la foto dello Zio è di poco gusto.
    Vi chiedo: e se fosse stato il pulman PIENO DI NAZIFASCISTI e l’autista avesse avuto la foto del “CHE”, forse l’autista ed il titolare non avrebbe ricevuto solo una lettera, ma l’autista scorticato e l’autobus BRUCIATO.
    Vi prego, smettiamo di fare queste farse, se non si voleva dare enfasi, a mio modesto parere, bastava una lettera di scuse, rifacendosi al detto: IL CLIENTE HA SEMPRE RAGIONE, inteso come quello che paga, e visto che noi che offriamo servizi siamo legati a questa legge… Penso bastava il buon senso, o no? La lettera di risposta andava in altra direzione.
    Ad ISTORECO, consiglierei la prossima volta di LAVARE i panni sporchi in famiglia, per evitare che una SVISTA danneggi chi lavora. Mi spiace molto per Luca, ma mi auguro che dimostri l’intelligenza di ammettere che la risposta era fuori luogo.

    (Roberto Malvolti)


  24. Come sempre, nella sfilza di commenti che seguono un episodio a sfondo politico, si trascende dal fatto in sè e ci si ritrova alla solita fola trita e ritrita tra rosso e nero, Stalin o Mussolini, bandiere rosse o faccetta nera… Purtroppo non è così che si insegna ai giovani quali sono i disastri di un regime, o che l’aver realizzato anche buone cose non può far assolvere un dittatore dalle sciagure commesse. Non lo si spiega neppure a Luca Ferretti, un giovane che in modo onesto e coraggioso ha messo in piedi un’azienda importante che dà lavoro a molte persone, che potrà anche avere idee che a molti (tra cui io) risultano balzane e/o sbagliate, ma che ha il diritto di esprimerle. Detto questo, portare dei ragazzi ad attività commemorative sulla Resistenza con un pullman corredato di figurina del Duce è stato a dir poco inopportuno, non so se quanto lo è stata la reazione della meritoria istituzione Istoreco. Che avrebbe avuto tutta la mia comprensione e il mio appoggio se avesse fatto le proprie rimostranze a Ferretti e avesse interrotto il rapporto di collaborazione con la Bismantour (così come ha fatto); e l’avrebbe avuta anche se avesse privatamente segnalato il fatto ai carabinieri, che avrebbero potuto verificare se l’affissione della figurina del Duce su un pullman adibito a trasporto pubblico rientra nei casi di apologia del fascismo (reato per la legge italiana). Ma che scrivendo e sbandierando l’accaduto a giornali, Comunità montana e comuni dell’Appennino è andata ben oltre ad una legittima richiesta di rispetto delle leggi, nel chiaro (e grave) tentativo di fare terra bruciata attorno ad una persona e una rispettabile ditta titolari anche di importanti appalti (linea Reggio–Cerreto ACT) e danneggiarli seriamente a livello lavorativo. Personalmente continuerò a salire con piacere sugli autobus della Bismantour perché titolare e dipendenti sono persone che svolgono il loro lavoro in modo ineccepibile, con puntualità, cortesia e sicurezza, e spero che la maggior parte delle persone e delle istituzioni (vedi ACT) faccia altrettanto. Anche perché le impiccagioni sulla pubblica piazza non hanno mai fatto onore a nessuno, Istoreco compresa.

    (Commento firmato)


  25. A prescindere che si sta alzando un polverone per nulla, mi schiero dalla parte di Ferretti anche se non capisco se con questa mossa voglia gettarsi in politica o se ha dei secondi fini. Nonostante ciò mi metto dalla sua parte in quanto, caro sig. Elio Peri, non sta scritto in nessun decreto che un’azienda debba essere di sinistra per esercitare un servizio a pagamento che conduce ad un luogo della memoria.
    Mi schiero dalla parte di Ferretti in quanto è un ottimo professionista ma che ora verrà additato come “anticristo” perché ha un adesivo grande come un unghia sul cruscotto (anche se la parola anticristo non è adeguata in quanto le leggende popolari hanno sempre dipinto i comunisti come mangiapreti).
    Mi schiero dalla parte di Ferretti in quanto ha il coraggio di esporre le proprie idee a differenza dei soliti non firmatari di @CRedacon#C. Sto dalla sua parte in quanto, caro Mattia Rontevroli, se avete fondato “Montagna antifascista” sarà ora che ci muoviamo per creare “Montagna anticomunista”… Con questo cosa voglio dire? Che il giusto sta sempre nel mezzo: se Mussolini ha provocato dei morti Guevara di certo non ha fatto le rivoluzioni con fiori profumati.
    Sono con Ferretti in quanto quattro “cavicchiate” ai giovani che distruggono la proprietà privata, come quella pubblica, starebbero ben date ma purtroppo sono figli del G8 e di “santi sbagliati”.
    Sono con Ferretti in quanto la legge sull’apologia di fascismo andrebbe abolita o estesa con una legge anche sull’apologia di comunismo, giusto giusto per par condicio…
    Signori, ogni schieramento politico ha i suoi scheletri nell’armadio. La questione è se questi armadi li vogliamo aprire o se preferiamo nasconderci dietro le prodezze di qualche vero eroe antifascista il quale purtroppo ha sacrificato la sua vita, all’epoca dei fatti, per poi aver avuto manipolato politicamente la sua anima; ergo, voi comunisti non volete sentir parlare di anima dato che le solite leggende popolari vi dipingono come atei (anche se poi per sicurezza fate battezzare i vostri figli… tanto non costa nulla) o, peggio, vedere che in sessant’anni il sacrificio di pochi è stato trasfigurato in festa della canapa! Sarebbe molto interessante studiare questo asse di pensiero “comunista-sono nel giusto-mi drogo”…
    Attendo vivacemente un commento di Umberto Gianferrari, che sicuramente non deluderà le mie attese.

    (Gabriele Colombani)

  26. Per Peri
    Forse perchè una persona seria sul lavoro non si fa condizionare dalla politica e dalle idee come farebbe lei. Forse molte cose in Italia non funzionano per questo motivo. Siamo nel 2010, sembra di avere a che fare con i bambini dell’asilo. Mussolini è morto e sepolto, così come Che Guevara ecc. ecc. Giudicate le persone per quel che fanno non per come la pensano. Questa è democrazia, l’impedire o il costringere le opinioni altrui è l’errore della dittatura. Quindi ne consegue che l’autore dell’articolo se ha ravvisato estremi penali (per altro non mi sembra che il Ferretti abbia fatto apologia del fascismo), ne faccia denuncia nelle sedi preposte, ma secondo me dal mese di maggio esordire adesso con il voler denunciare il fatto alla stampa, alla Comunità montana ecc. ecc. sembra più una levata di scudi per affossare l’immagine dell’azienda non schierata sul suo pensiero. Se la Bismantour non gli va a genio cambi ditta, ma attenzione a non diffamare le persone e causare danni d’immagine, perchè da una piccola ragione si può passare al torto.

    (Luca DS)

  27. Fuori tema
    Sig. Rivoli, il suo intervento indica chiaramente che non ha afferrato il concetto della discussione. Qui non si mette in discussione il fatto dell’azienda, dei sacrifici, zona disagiata, ecc. Il tema è completamente diverso: io non voglio arrivare all’accusa di apologia di fascismo, anche se potrebbe essere configurata; qui si tratta di rispetto per coloro che, pagando un servizio (e dal momento che uno paga il viaggio cade immediatamente il concetto “l’autobus è mio”), vengono beffeggiati con l’esposizione della foto o caricatura di chi è stato causa o concausa dell’evento che vanno a commemorare. Mancanza di rispetto, poca sensibilità, pessimo gusto, caduta di stile, la chiami come vuole, ma questo è il tema.
    Tutto il resto sono solo chiacchiere.
    Distinti saluti.

    (Enzo Fiorini)

  28. Diffamati: quereliamo Mathias Durchfeld di Istoreco
    Mi chiamo Luca Ferretti e sono, oltre che titolare della ditta tanto criticata e discussa, colui che ha attaccato personalmente l’adesivo di Benito sul cruscotto del mio bus!
    L’anno scorso a maggio, abbiamo ricevuto una chiamata per un servizio di carattere scolastico. Eravamo l’unica azienda locale con un autobus disponibile in quanto non svolgiamo servizi scolastici (gite scolastiche), perché abbiamo veicoli di ultima generazione non adatti ad utilizzi da parte di studenti. Siamo ugualmente pregati di fare un’eccezione e trasportare nei pressi di Carpineti e zone limitrofe un gruppo del comune di Cavriago, senza però che ci venisse specificato chi erano, cosa facessero e dove andassero.
    Abbiamo accettato anche se con un po’ di riservo il servizio e alla sera il bus (nuovo di 6 mesi che costa 370.000 euro pagati con il nostro sudore e il nostro sacrificio e lavoro!) è rientrato con tende strappate e moquette macchiata di inchiostro.
    Il giorno dopo ci venne richiesto lo stesso servizio ma ci siamo opposti di eseguirlo nuovamente, alla faccia di chi ci chiede perché non ci siamo rifiutati: questo tipo di servizi non li accettiamo perché non abbiamo i mezzi idonei (sono di categoria lusso e tutti nuovissimi, corrisponde al vero) e perché a differenza di tanti dobbiamo rispettare un tariffario minimo consono al servizio elevato che offriamo (fatti non chiacchiere…). Inoltre, abbiamo un personale assunto a tempo indeterminato costituito da giovani e tutti pagati molto bene! (Anche qui, fatti non chiacchiere). Purtroppo le scuole per i trasporti vogliono solo un prezzo basso senza guardare alla qualità offerta e raramente ci chiamano ma si affidano ad altri vettori (posso dimostrare quello che scrivo).
    Comunicato il tutto a chi di dovere ci viene supplicato di farlo perché dopo una ricerca accurata notano che nessun altro può farlo. Allora visto che non abbiamo mai lasciato a piedi nessuno e visto che mai lasceremo a piedi qualcuno salvo casi di forza maggiore accettiamo di portarli dove avevano necessità con mille raccomandazioni e sottolineo che il giorno dopo hanno avuto un comportamento eccellente e il bus non ha avuto danni. Ma per quel che riguarda i danni del giorno prima (190 euro solo per le tende e la moquette) mi sono sentito rispondere che “il bus nuovo costato 370.000 era già cosi…” Non commento che è meglio.
    Non conosco assolutamente l’Istoreco che non mi ha commissionato il viaggio, ma mi è arrivato tramite vari passaggi come succede spesso in questo settore. Forse avevano bisogno di farsi pubblicità infangando il nostro nome cercando di trovare il solito appoggio politico nelle nostre zone dove purtroppo o sei uno dichiarato o cercano di farti fuori.
    Io non mi sono mai sposato con nessuno politicamente e mai mi sposerò con qualcuno né di destra né di sinistra perché nelle mie scelte ho sempre guardato alla persona non al colore politico o ad altre cose. Guardo alla professionalità di chi collabora con me agevolando nelle mie scelte il tipo di persone con cui devo avere a che fare e i miei dipendenti che tratto come famigliari e venero sono sempre i soliti da anni non li ho mai giudicati in base al loro colore politico o ad altre scelte personali ma li giudico e valuto in base al loro comportamento nel lavoro che è sempre stato eccellente; sono molto legato al nostro territorio e quando devo fare spese o acquisti cerco sempre di far girare l’economia locale senza andare a cercare il “prezzo più basso altrove”. Spendo i soldi nella mia terra cercando di usufruire al massimo delle aziende e dei servizi locali senza mai guardare se hanno bandiere di squadre sportive o altre cose che a me eventualmente non sono gradite, ma guardando la loro professionalità.
    Siamo nel 2010 e con tutti i problemi che ci sono, con tutte le cose che si potrebbero fare di buono nelle nostra montagna, c’è ancora gente che ha tempo da perdere e voglia di creare disfattismo attaccandosi ad un adesivo di 3 cm attaccato alla leva di un cambio di un bus da 15 metri per crearci una polemica da 1000 e una notte che non porta a niente se non a calunniare e offendere la mia azienda e cosa ancor più grave i 9 padri di famiglia che ci lavorano e si vedono preoccupati delle ritorsioni che “lo zoccolo duro” ancora molto vivo nei nostri posti potrebbe crearci.
    Ma quel bravo signore della Istoreco troppo intento a farsi della pubblicità a nostre spese non pensava a questo, ma solo a farsi bello alle nostre spalle. Forse sarebbe meglio invece che creare comitati su chi ha fatto bene o male o su chi ha ragione o torto darsi da fare da parte di tutti politici compresi per fare qualcosa di concreto e reale per sviluppare la nostra amata montagna tipo la strada “Gatta – Pianello – Collagna”.
    Sono rimasto infine stupito dal fatto che una risposta personale a Istoreco sia divenuta di dominio pubblico con carattere, evidentemente, diffamatorio nei confronti della nostra azienda. Non ho altro da aggiungere oltre a dire che l’intelligenza delle persone si vede da queste cose e confido nel mio avvocato che si è già attivato per richiedere tutti i danni patiti e che stiamo patendo – si immagini la pubblicità negativa che la cosa ci ha creato nei confronti della pubblica amministrazione – al sig. Mathias Durchfeld della Istoreco.
    Danni che saranno interamente devoluti al 50% alla parrocchia di Cavola (referente il grande Zannini Roberto) e al 50% al gruppo vicariale della montagna (referente don Giovanni di Busana).

    Saluti
    Luca Ferretti
    Bismantpour sas

  29. Chi è causa del suo mal pianga se stesso
    L’Italia è un paese libero, fortunatamente. Così libero che ci sono delle leggi che possono non essere rispettate (vedi gli articoli citati dall’amico Pignedoli).
    L’Italia è un paese così libero che si possono attaccare santini del duce nei mezzi di proprietà ad uso pubblico. Lo stesso signor Ferretti su un articolo comparso sul @CResto del Carlino#C del 27 ottobre conferma la tesi della libertà. Infatti dice: “In Italia oggi c’è troppa libertà, ci vorrebbe una persona come Mussolini per sistemare alcune cose. Il fascismo non ha fatto solo cose brutte, ma anche strade, scuole”.
    Dal signor Ferretti vorrei sapere se sarebbe disposto ad attaccare la foto di Osama Bin Laden, la foto di Milosevic, la foto di Hitler (amico del suo caro zio Mussolini), la foto di qualsiasi uomo che ha commesso crimini immani nella storia, sul proprio autobus! Anzichè querelare il signor Durchfeld dovrebbe pensare che esporre la foto di Mussolini a una scolaresca non è proprio così educativo.
    E’ offensivo, è denigrante! E’ un insulto a tutte le vittime del nazifascismo! Forse Ferretti non lo sa ma di vittime del nazifascismo ce ne sono state tante. Il signor Durchfeld ha fatto benissimo a comunicare il fatto, perchè è giusto che la gente sappia che in quel pullman è esposta la foto del Duce. Se fossi un padre di famiglia sarei in grande imbarazzo a rispondere alla domanda di un figlio del tipo “Papà, ma Mussolini non era un criminale? Non era un sanguinario? Perchè inneggiano ancora al Duce?”.
    Signori, chi è causa del suo mal pianga se stesso, non lamentiamoci se si perdono i clienti a causa di inni alla dittatura. E a quei nostalgici invece che manca un bel regime consiglio delle buone e lunghe permanenze in paesi dove le libertà dell’uomo sono vietate con tanto di pena di morte.

    (ATG)

  30. Solidarietà a Luca
    Esprimo la mia solidarietà a Luca Ferretti che conosco da 25 anni (compagni di scuola alle medie di Busana). Si è creato un polverone ed un clima accusatorio nei suoi confronti assolutamente ingiustificato dal suo comportamento sempre professionale ed improntato alla massima disponibilità e cortesia. Onore a chi rischia di “fare l’imprenditore” in montagna, specialmente se i fatti dimostrano che si tratta di un serio ed onesto imprenditore quale Luca è.

    (Riccardo Bigoi)


  31. Esporre foto di Mussolini o parlare del “duce” o dello “zio” per me sono comportamenti sciocchi. Non credo nemmeno che dietro ci sia una profonda convinzione, è soltanto un riferimento a dei modelli e degli slogan che ti diano un senso di appartenenza. Quello che più mi colpisce e rattrista sono i commenti, anche se sapevo già che in Italia si ragiona solo per luoghi comuni. La politica è diventata una discussione da bar sport, si parla di comunisti e fascisti come di Inter e Juve ed anche le vicende di attualità sono accolte con applausi e fischi di bandiera.
    Ciò che mi preoccupa è però questo purtroppo crescente riferimento al fascismo che, oggi come ieri, nasce, alberga e prolifica nell’ignoranza, nella rozzezza, nel maschilismo-machismo, nell’intolleranza, nella pretesa di essere migliori degli altri, nel qualunquismo, nell’indifferenza verso i problemi degli altri. Il fascismo è superficialità, luogo comune, sentito dire assurto a legge, istinti bestiali che diventano nozione e nozionismo, indottrinamento cieco e appiattito.
    La società è insicura e produce insicurezza: la crisi economica e di lavoro, la perdita di valori, la facilità con la quale si ruba o si fa violenza. In tal contesto vincono e si impongono le ideologie che danno sicurezza, cancellano i dubbi, non ammettono critica, danno facili dogmi (o slogan) e soprattutto creano branco, danno l’identità, ci si creano i nemici e il motivo per il quale combattere.
    Forse anche noi antifascisti dovremmo rivedere il nostro modo di porci di fronte a queste vicende. Se la mettiamo sempre sul piano dello scontro quelli rimarranno sempre al loro posto; a lottare in difesa del proprio dogma.

    (Commento firmato)

  32. A Marino Rivoli e in P.S. a Luca Ferretti
    Gentile Marino Rivoli, spiacente ma il suo ragionamento non regge. Al solito è sul merito effettivo delle cose e dei fatti (come sottolineava il mio scritto di ieri) che in Italia s’incespica, débacle in cui incappa soprattutto chi s’esercita nell’ambito della pubblica opinione come politici e giornalisti. Nessuno, o comunque io senz’altro non metto in dubbio la professionalità di Ferretti, della sua azienda, nonché l’amore indistinto verso i suoi dipendenti e neanche i suoi sacrifici. Per carità! Molti li fanno, soprattutto oggi in tempi di crisi (…ma tanto, no?, si dice che siamo in ripresa…). Certe sue parole e la sua condotta “pubblica” riguardo il caso in oggetto invece sì. Tanto più dopo aver letto ieri sera le dichiarazioni che ha rilasciato al @CResto del Carlino#C (fonte: http://fortezzabastiani.myblog.it/), di cui egli se ne deve assumere la responsabilità di fronte alle repliche anche dure che pubblicamente sta ricevendo. Gli piaccia o meno farlo. Altroché screditare la sua azienda, che non dubito possa essere leader e all’avanguardia nel settore. Però, vista la sicumera e la ruvidezza arrogante con cui il suo titolare s’è profuso in certe affermazioni, e da adulto orgogliosamente vigoroso quale vuolsi dimostrare oltreché abile professionista, non poteva non sapere in cosa rischiava d’incorrere. Reazione sua “troppo istintiva”? “Poco pensata”? Sbalordisco. Non c’è giustificazione al riguardo. Semmai resta il fatto che l’apologia del fascismo è un reato previsto dalla nostra legge, quella del Che – e su di lui, ognuno pensi ciò che vuole – le rammento che NO, non lo è. Smettiamola con questo rifugiarsi in calcio d’angolo, con simili discorsi (questi, sì) sterili chiamanti in causa destra vs. sinistra come se fosse Milan contro Juve. E poi che c’entrano nella fattispecie i risultati aziendali? Se si dovesse seguire il suo filo logico, allora io potrei aggiungere che pure la mafia è un’azienda con dei fatturati, degli esiti commerciali e di efficienza gestionale eccellenti. Significa che se ne devono apprezzare automaticamente, di supina conseguenza, senza alcun pensiero autonomamente critico, alcuni principi e linee di condotta? E, guardi, son certo che Mr. Bismantour è ben lungi da una sfera del genere e sia pulito (e preciso categoricamente ciò per anticiparla su possibili sue corrive e strumentali ribattute circa il fatto che io possa aver compiuto anche solo lontanamente un’equazione tra i due soggetti; la diffido preventivamente dal farlo e ciò vale pure per altri)… Però non è conseguente che dai di lui favolosi e lodevoli risultati lavorativi ne derivi di default una mia stima rispetto a talune sue opinabili opinioni pubblicamente espresse. Anzi, guardi!, gli faccio i complimenti per la sua leadership nel campo dei trasporti; ma lo contesto su quanto è andato pubblicamente affermando e sul comportamento inerente. Se poi – come lei riporta – “l’azienda è stata ‘costruita’ con soldi propri, frutto di guadagni e sacrifici, a differenza di tante altre realtà che vengano (sic) foraggiate a suon di soldi pubblici”, beh – caspita! – di nuovo congratulazioni e abbasso i parassiti foraggiati ed i foraggiatori dissennati. Dagli addosso! Senonché, per quale motivo dovrebbe essere quella la frase che dovrebbe far più pensare di fronte, piuttosto, ad altre inequivocabilmente evocanti e richiamanti trascorsi che parlano di morte, guerra scellerata, stenti e stridor di denti, torture impartite censure e razzismo? Francamente io prima di qualsivoglia valente amministrazione e/o arbitraria cultura aziendalistica, penso agli esseri umani e al loro tracciato multivoco, plurale di corpi, pensieri e sensibilità in pulsante movimento e relazione col Mondo le Cose e le Persone. Dopodiché, lei faccia la sua scaletta delle priorità; libero di dar le sue pagelline se la “Fabbrichétta” (mi scusi sa?!, è l’aria lùmbarda dove lavoro che mi fa dir così) merita 8 o 9 e la Cultura di una Memoria Comunitaria su cui confrontarsi per crescere umanamente 4 o 5. Intende, forse, adesso a cosa mi riferisco quando parlo di cura dell’ATTENZIONE? Sicché, profondersi in certune esternazioni (per esempio “ci vorrebbe uno come Mussolini per sistemare alcune cose”) e pensare di farla poi franca dirimpetto a levate critiche è veramente ingenuo e sconsiderato. “Sia il vostro parlare ‘sì, sì’ ‘no, no'” consigliava, tempo addietro, un tipo assai togo. Inoltre lei, da esponente politico, sa meglio di me quanto contano i simboli, ossia le “figurine”; sa meglio di me come funziona la comunicazione per accaparrare consenso e cosa comportano certi gesti, quale influenza e incidenza possono avere sulla gente, sull’immaginario collettivo. La Lega – per esempio – lo ha capito da tempo e allora ecco il Bossi andarsene sul Pontedilegno e/o a Vattelainpadania a conficcar stendardi, stendardini e via di slogan che fan sempre un loro effetto smagliante. Di qui, altresì, il successo elettorale del Carroccio. Diversamente, la sinistra ha smesso un’elaborazione approfondita o un’evoluzione su tale versante simbolico e, oltre un’inerzia di contenuti e pensieri, non riesce a rendersi conto di come arrivare al cuore e alla pancia delle persone. Donde una perdita inesorabile di consensi e credibilità, checché ne possa dire Lady Leana Pignedoli o chi per essa. Se vuole far passare come “futile” l’accaduto, faccia pure; se vuole a tutti i costi impelagarsi nel diffuso vizietto del politicume nostrano (di destra e di sinistra) di voler normalizzare, facendo virare altrove la questione, deviando dal suo merito, si accomodi. C’è chi, tuttavia, non s’accontenta di simili semplificazioni sdrammatizzanti; c’è chi non gli sta bene lo spettacolo dell’irresponsabilità verbale e argomentativa unitamente a quello della disattenzione. Faccia lei. Libero arbitrio, più che libertà. La quale più che esistere di per sé, esiste e vive nelle azioni che compiamo per raggiungerla. Secondo libero arbitrio, di cui essere eticamente responsabili.

    (dp | Damiano Pignedoli, Milano, 28 ottobre 2009)

    P.S. – Dopo aver letto, giusto ora (19.01), la nota di Ferretti. Vede, Signor Luca, ecco!: Responsabilità e Attenzione… Chiacchiere? Non direi. Parole, piuttosto. Quelle stesse Parole che lei, con senso di responsabilità e attenzione per possibili conseguenze (considerando che ha alle sue dipendenze 9 padri di famiglia, appunto), doveva “privatamente” ponderare e saper calibrare efficacemente (senza per forza abdicare alle sue idee e alla sua fermezza) in risposta a un interlocutore ben preciso – una volta saputolo – come Istoreco… Quelle stesse Parole che lei ha rilasciato – mi consenta – proprio con scarso acume strategico, in maniera malaccorta ancorché infelice, alla carta stampata. Dopodiché, facile incolpare altri della propria leggerezza. Pensiero Parole e di lì Fatti, non chiacchiere, tutto è collegato. Sono certo che, la prossima volta (in cui non le auguro d’incappare nuovamente), conterà almeno fino a 10 prima di aprir bocca in un certo modo con chicchessia. E dopo, nella sua cameretta, potrà continuare ad attaccare le figurine che più le garbano togliendole opportunamente da altri posti – quantunque piccoli – però più esposti…
    “Che ci piaccia o no… siamo noi la causa di noi stessi” (Giordano Bruno).
    Saluti.

    (dp)


  33. Sono un collega di Luca Ferretti della Bismantour. Lo conosco bene e quello che posso dire che sia una brava persona sia nella vita che nel lavoro!
    1) Il signore dell’Istoreco se non voleva più viaggiare con lui era libero di farlo senza diffamare e danneggiare nessuno…
    2) Il bravo signore dell’Istoreco se è così corretto e assetato di giustizia dovrebbe scomodarsi e scrivere anche una lettera sulle ditte di trasporti di sinistra che nella nostra provincia trovano agevolazioni e protezione… a discapito di chi lavora onestamente!!!!
    3) Luca non ha fatto politica nè imposto niente sul pullman, credo…? Quindi…

    (Alex Tassi)

  34. Per Gabriele Colombani
    Ti rispiego il concetto perchè forse non ti è chiaro o forse fai fatica a capirlo. Avere buon senso è una dote che dovrebbe essere innata nelle persone, se poi a te va di andare a commemorare la strage di Capaci con la foto di Totò Riina sul cruscotto ne devi, in un secondo tempo, subire le conseguenze. Ti spiego anche il concetto di Montagnantifascista, visto che non mi sembra che ti sia chiaro nemmeno questo. Montagnantifascista è un gruppo che conta su un portale come quello di facebook 480 iscritti della montagna e se ti fossi informato sapresti che non ha orientamento partitico ed è basato sui principi dell’antifascismo. Ti hanno insegnato che i partigiani erano tutti comunisti? Ti hanno insegnato male. L’antifascismo andava da ideali liberali, democristiani (fiamme verdi), anarchici, socialisti e comunisti. Se poi vogliamo essere pignoli sappi che a differenza del fascismo e delle sue centinaia di migliaia di morti in Italia non c’è mai stato un governo comunista ed è per questo che per la Costituzione italiana è reato d’apologia il fascismo e non il comunismo. Ricordati che se era per “lo zio Stalin” come per lo “zio Mussolini” il tuo commento su questa testata ti avrebbe procurato un bel poker di bastonate in testa. Quindi domani mattina ringrazia di svegliarti in un paese libero senza lividi.
    Il commento sulla festa della canapa non lo controbatto poichè in merito si è già detto tutto; se proprio vuoi puoi trovare amicizia in quel di Casina, magari prendendo un caffè in dolce compagnia, sotto la croce di Cernaieto.
    Saluti antifascisti.

    (Mattia Rontevroli)

  35. Screditare sì purchè non sia filo governo locale?
    Gentilissimo signor Fiorini, ho afferrato benissimo il senso, stia tranquillo che non sono fuori tema; se solamente si utilizzasse il “metodo Istoreco” ogni qualvolta si venisse in possesso di documenti diffamanti l’attuale leader del centrodestra usciti da stampanti o caselle postali “pubbliche” le garantisco riempiremmo le pagine di @CRedacon#C. All’amico Malvolti vorrei dire che non sono proprio il tipo che negli ultimi anni ha avuto paura di fare “nomi e cognomi”, certamente frutto di mesi di richieste di documentazione, con la certezza di non diffamare nessuno e tantomeno nessuna azienda. Ho preso diverse minacce di querela che si sono dimostrate tutte dei veri e propri pesanti boomerang, che non ho nemmeno commentato! Ricordo anche di aver letto che qualcuno voleva fare nome e cognome di persone coinvolte in attività poco corrette, ma non mi sembra che nessuno lo abbia convocato come persona informata sui fatti; di inchieste ce ne sono anche troppe aperte e qualcuno non vede l’ora che vadano in prescrizione.
    Ma Vi voglio fare solamente questo esempio accaduto al Ferretti ed alla sua Bismantour negli ultimi anni. Partecipa ad una gara di appalto, nel Comune di Collagna, per accedere anche ad un contributo rilevante di un ente superiore, stravince la gara d’appalto con addirittura uno dei pochi mezzi euro 5 immatricolati nella nostra provincia in quel periodo; non voglio nemmeno ricordare le pressioni fatte allo stesso oppure le minacce ricevute dal sottoscritto e da un altro collega consigliere, ma certamente non avete letto nelle mie precedenti considerazioni che il Ferretti abbia giovato di quel contributo pubblico sparito nel nulla ed utilizzato in altro modo.
    Al sig. Pignedoli dott. Damiano, scusandomi in quanto non trovo la “chiave di lettura” del Suo discorso, vorrei ricordare che gli Appennini non sono quelli che vede da Milano sullo sfondo, quelle sono le Alpi e là non è lasciato nulla al caso, la viabilità non ha vincoli paesaggistici o mancanza di fondi pubblici, è efficiente ed al passo con i tempi, addirittura sono gestite da Regione a Statuto autonomo che riescono a dare molteplici risposte alle esigenze del territorio e di coloro che nello stesso lavorano, vivono e incentivano lo sviluppo. Gli Appennini, malgrado non abbiano niente da invidiare alle Alpi, purtroppo tante di queste opportunità non le hanno.
    Cortesi saluti.

    (Marino Rivoli)

  36. Ahimè!!!
    Il vero problema di questo paese così culturalmente aperto e dall’ottima memoria storica (quando gli pare) non è tanto la mancanza di libertà d’opinione o la legge sull’apologia del fascismo (che per quello che dico dovrei avere già infranto circa 1000 volte pur non sentendomi colpevole), quanto l’abitudine di “tifare un partito politico” come fosse una squadra di calcio e di lì la mancanza di qualsiasi ragionamento obiettivo su temi etico-sociali di pubblico interesse. Bigotti, comunisti, neofascisti, berlusconiani, leghisti, bersaniani o binettini, eccetera eccetera: categorie predefinite con modi di pensare predefiniti e ragionamenti predefiniti che portano a conclusioni predefinite. Scambio di idee e discussione: zero. Sarebbe ora che si aprisse un bel discorso, oggi, per fare i conti con la pesante eredità fascista che troppi oggi ricordano con nostalgia; per molti anni si è praticamente taciuta la sua esistenza e se ne sono taciuti meriti e demeriti, arrivando a tacere anche i crimini commessi dagli uomini di quel partito senza l’istituzione di una “Norimberga Italiana”. Così si pensa oggi a quell’ideologia come un pacchetto sporco da buttare senza conoscerne adeguatamente il contenuto. Ma questi discorsi richiedono ampie vedute, sempre più scarseggianti oggi. Ci rimagono solamente queste sterili discussioni da bar su chi ha il bustino o chi ha il calendario del duce in casa o sul pullman, che però non portano a nessun risultato concreto. AHIME’!!!

    (Alessio Zanni)

  37. Per Mattia
    Spiacente di arrecarti questa terribile delusione ma ritengo di essere sufficientemente informato riguardo la storia della resistenza e del fascismo in Italia; e sono oltremodo spiacente di arrecarti un’altra delusione asserendo che se domattina dovessi mai ringraziare qualcuno per non avere dei lividi causa un poker di bastonate di certo non dovrò ringraziare la lotta partigiana ma casomai l’attuale governo… Che ti piaccia o meno. Ad ogni modo ritengo che se esiste la parola “antifascista” debba esistere anche la parola “anticomunista”… Ripeto che ti piaccia o meno Mattia, che ti piaccia o meno. Non divagherò ulteriormente cercando di spiegarti concetti dei quali non vuoi sentir ragione, tu hai i tuoi principi e io ho i miei… che ti piaccia o meno. Certo che il limite tra “principio” e “nostalgico” si assottiglia molto rapidamente quando si ha a che fare con gente che crede di essere nel giusto per “successione dinastica”… Sai comunque dove incontrarmi se hai voglia di discuterne a tavolino… Assolutamente senza problemi. Aspetto, invece, sempre vivacemente il commento di Umberto Gianferrari… dato che gli avevo preannunciato che avremmo avuto senz’altro pareri diametralmente opposti.

    (Gabriele Colombani)

  38. Per Gabriele Colombani
    Umanamente mi lusinga che qualcuno attenda un mio commento su di una vicenda, ma @CRedacon#C ed i lettori mi ospitano (i primi) e mi sopportano (i lettori) al punto che stavolta preferirei fare solo il lettore, visto che, a quanto pare, non sono l’unico in grado di scrivere idee stimolanti, motivate e condivisibili.

    (Umberto Gianferrari)

  39. Ancora fuori tema
    Sig. Rivoli, ultimo intervento da parte mia per evitare un dibattito che toglierebbe spazio ed interesse e spazio agli altri. Un’ultima considerazione, però: mi spiace constatare che Lei si sta incartando ancora di più. Ho apprezzato tanti suoi interventi in passato anche se forse troppo di parte, ma vedo che per uscire dal tunnel nel quale si è cacciato sta facendo un minestrone di idee e concetti che coinvolgono il mondo intero.
    Rimanendo strettamente sull’argomento il plauso incondizionato al sig. Ferretti per l’attività e per avere creato posti di lavoro in un territorio dove c’è assolutamente bisogno di imprenditoria locale. “Mi consenta” però con altrettanta chiarezza di rafforzare quanto già scritto nel precedente mio intervento oltre all’ultima uscita: “li denuncio” legittimo ma decisamente inopportuno. Non so se lei ha mai sentito parlare, in contesto di Certificazione Qualità Aziendale secondo le ultimissime normative sull’evoluzione, del documento “Customer Satisfaction”. Forse, oltre al concetto di opportunità riferita alle circostanze, già espresso, la sua presa visione potrebbe illuminarla anche sull’affermazione “li denuncio”.
    Cordiali saluti.

    (Enzo Fiorini)

  40. Allibito
    A volte mi dico: ma stiamo scherzando? Si parla di un problema e subito si svia il discorso per buttarla in termini politici. Il discorso qua è uno; ed è semplice. Poi vogliamo parlare di agevolazioni a Tizio o a Caio apriamo un nuovo argomento. Vogliamo aprire un dibattito su viabilità in Appennino e viabilità sulle Alpi, apriamo anche quello (sinceramente non capisco signor Rivoli cosa c’entrino le Alpi con la Bismantour). Vogliamo dire che non si tratta di apologia del fascismo quando la legge 645 del 20.6.1952 dice trattarsi di apologia quando «pubblicamente si esaltano esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche» (Mussolini forse non era un esponente del fascismo?); diciamo anche questo. Continuiamo a non affrontare il problema e a sviare il discorso. Come dice Malvolti, “il cliente ha sempre ragione”, forse con delle semplici scuse non sarebbe accaduto nulla, invece volendo proseguire a testa bassa a difendere l’idea di un Mussolini “brav’uomo” sfoggiando così tanta indelicatezza allora il male ce lo si fa da soli.

    (ATG)

  41. Per Gabriele
    Cosa mi devi spiegare? L’asse resistenza festa della canapa? O l’asse di pensiero comunista-sono nel giusto-mi drogo? Certo che me lo spiegherai ma di certo non su questa testata giornalistica. Senza rancore.
    Che ti piaccia o meno…

    (Mattia Rontevroli)


  42. Sono parecchio d’accordo con ATG e aggiungo che proprio non capisco l’indignazione di Ferretti. Preciso che mi sembra assurdo fare parallelismi tra il fatto in sè (avere un simbolo perlomeno parecchio discutibile su un mezzo frequentato dal pubblico) e la qualità del mezzo stesso, o la bontà del servizio offerto, o la competenza e la serietà del proprietario del mezzo.
    Tutte queste sono altre cose e non metto in dubbio che Ferretti e i suoi collaboratori della Bismantour siano senz’altro i migliori professionisti della montagna, ma il fatto di vedere Mussolini, seppur piccolissimo, posto come simbolo su un mezzo per cui io ho pagato, indispettirebbe anche me. Ma non lo dico per un fatto politico, detesto lui come detesto Lenin, Kim Jon Il; non vado matto nemmeno per Togliatti; il discorso è che è stato un dittatore! Il nostro dittatore!! Se non siamo membri permanenti del consiglio Onu è colpa sua. Se Primo Levi ha scritto “Se questo è un uomo” è a causa sua. E sono solo le prime due considerazioni che mi vengono in mente. Io credo che se avessi una foto di due uomini che si baciano sul mio pullmann creerei scompiglio; stessa cosa se decidessi di attaccarvi un bel calendario spinto; non vedo perchè non ci si possa irritare (preoccupare?) trovando Benito Mussolini. Fossi stato in Ferretti avrei cercato di minimizzare; trovo difficile difenderlo o comprenderlo se si ostina a pretendere di avere ragione.

    (Davide Marazzi)

  43. Marino? No! Alpestre Rivoli… ovvero, Ancora fuori tema bis
    PROLOGO: Buongiorno Rivoli. Sa cosa m’è successo ieri sera? Accingendomi ad uscire dallo spogliatoio della piscina di Legnano (MI), scopro che un qualche lumbàrd m’ha fregato le mie scarpe (usate) e con le mie calze dentro un po’ podo-olenti (mai successo in tanti anni di frequentazione e, infatti, il “ladro” dev’essersi sbagliato…). Ed eccomi allora uscire incredulo in ciabatte a piedi nudi verso l’auto… Brrr! Strade buie e fredde della Padania ingrata, a cui porto soldi nelle sue vasche colme di natanti! Viabilità ammirevole e senza vincoli paesaggistici accogliente il mio umile ciabattìo d’emigrante beffato!
    Finito il prologo, ecco! “Che c’entra?”, mi domanderà lei. Risposta mia: “Niente!”, tanto quanto la sua dissertazione sulle Alpi. Quindi siamo pari! Contento?
    Insomma, mi perdoni, io davvero non riesco a seguirla. Cosa c’azzeccano (voce del verbo “c’azzeccarsi”, cfr. “Il Dipietrino”) le Alpi col discorso che si è andati affrontando finora? Pur un po’ basito, e velocemente (poiché bisognerebbe aprire un altro fronte di discorsi differenti), mi limito a risponderle che la situazione da lei evocata (per magia) è molto più contraddittoria di come la mette giù. Un piccolo esempio inerente le strade, perlappunto da lei tirate in ballo: le posso testimoniare che qui a Milano e nel milanese, dimorandoci (chi ha mai parlato di Alpi? Mah?!), le strade (intanto, quante buche e crepe!) e la loro manutenzione non è migliore di quella presente in Emilia… anzi! Non le dico poi quando viene la neve… Panico! Comuni che non han comprato il sale e che quando ce l’hanno non lo sanno utilizzare con la perizia e l’efficacia di noi montanari, complicando semmai la situazione. E le tangenziali non gliele auguro da percorrere alle 8/12 di mattina! Infine, Milano è la città senza parcheggi per antonomasia (oltreché senza verde). Le Alpi io, da qui, neanche le vedo per cui non saprei cosa dirle (non faccio, grazie al cielo, il politico); l’Appennino reggiano (dove son cresciuto e ho anche lavorato) sì, lo scruto curioso, tramite il cannocchiale di @CRedacon#C e soprattutto quando vi torno ogni due-tre settimane circa, durante il weekend, per constatarne la bellezza e il potenziale che – e mi fa molta rabbia – nessuno o pochi sanno valorizzare e sfruttare (e tra i primi colpevoli ci metto l’indigena classe politica di sinistra e di destra, ovvero Milan e Juve o viceversa fate vobis…). E probabilmente la causa sta anche (ma non solo ed esclusivamente) in quei vincoli, fondi nulli e bla bla bla. Discutiamone pure, in luogo e momenti acconci, però. Circa il mio intervento, a me pare molto chiaro e decifrabile, poi – forse – posso nondimeno ammettere ci voglia un pochino di sforzo per addentrarvicisi perché vuole aprire anche su altri orizzonti di riflessione comunque – mi pare – connessi, allineati secondo argomentazioni magari difficili ma leggibili e concatenate secondo piani di senso. Che poi lei duri fatica o non voglia durare fatica a compiere tale sforzo intellettuale non è il solo in questa Penisola (non a caso) decadente. E allora, va bene, parli pure di Alpi con chi ha inaugurato tale discorso… Cioè lei stesso. Un bel monologo per cui, son certo, qualche lettore/spettatore le riserverà un bell’applauso. Io mi accontenterò di esser almeno rimasto in tema (e nessuno mi applaudirà… sob!).
    Per chiudere su Ferretti (ossia su uno dei nodi, questo sì, della querelle): bravo, lindo, simpatico, generoso nonché amorevole coi suoi dipendenti senza meno; ribadisco, ha commesso una grossa leggerezza e, secondo me, un ulteriore grosso errore altresì tattico, strategico, rilasciando alla carta stampata (quindi siamo al di là della conversazione privata con Istoreco) talune considerazioni che personalmente reputo – guardi che concessione le faccio, Rivoli! – se non decisamente stolte (…Gesù, perdonami! Perdonami se c’ho messo “se non”) perlomeno di grave impudenza e gravissima superficialità e che egli, riflettendoci un minimo preventivamente (invece di mettersi a soffiare, da duro, sul fuoco), sapeva benissimo potevano creare levate di scudi con annessi pericoli per l’immagine dell’azienda da lui rappresentata. E se non lo sapeva, caspita!, imperdonabile ingenuità e mancanza – no, meglio – debolezza, débacle di doverosa coscienza (storica, civile, sociale, etc.) del contesto in cui è calato. La prossima volta studierà di più la Storia e attaccherà al suo cambio le figurine delle Winx.
    Di appalti e altre faccende consimili, non frequentando i corridoi del potere, ne so sicuramente molto meno di lei (anzi, zero) che ha, credo (poiché non la conosco), più agio di passarci o abbordarli rispetto a me. Dunque non posso esprimermi sul MERITO (termine che le ricordo e di cui ho trattato… e questa è una chiave di lettura…). Ben so, semmai, il livello infimo della nostra classe politica nel suo complesso. Una media di basso grado, caratterizzante – probabilmente – noi tutti (nessuno escluso e me compreso) alla lunga conniventi con l’inettitudine e l’incapacità di essa, messa lì (ahinoi!) a rappresentarci. “L’albero si vede dai suoi frutti”. Sicché, non avendo per ora soluzioni in tasca a fronte di tale spiacevole scenario, dico che intanto è ora di Svegliarci – mentalmente, interiormente – da questa ipnosi collettiva e ridestare pensieri approfonditi, complessi e stratificati per approcciare e sbrogliare la complessità e gli strati stessi del Reale: da affrontare perciò con consapevolezza precisa, lucida, di come si agisce, di cosa si dice e ne può conseguire o scaturire. Ponendoci continuamente domande, interrogativi su noi stessi in primis, sui nostri personali difetti e tratti negativi od oscuri sì da iniziare a schiarirli, problematizzando invece di schematizzare aziendalisticamente con facili semplificazioni quando le cose intorno semplici non sono, ben attenti dunque a ogni possibile implicazione. Se io domani mi metto a scrivere ai giornali con iattanza che ci vorrebbe uno come Stalin… anzi cambiamo dittatore, vah (che sennò è sempre Milan vs. Juve, che noia!)… uno come Ceausescu per rimettere in riga l’inetto e scialbo popolo italico, qualcuno un po’ di cose da farmi presenti in maniera alquanto accalorata stia certo che si fa vivo… Il mio amico filosofo e orientalista dell’Università di Napoli Horia Corneliu Cicortas – rumeno trapiantato da anni in Italia – sicuramente.
    La saluto, su uno sfondo di smog e tanta meneghina frenesia (i’ sun chì per laurà!)… Troppi palazzi intorno per riuscire a vedere le Alpi…
    Allegria!

    (dp | Damiano Pignedoli, Milano, 30 ottobre 2009)

  44. Per Gabriele Colombani
    A questo punto credo che i personali punti di vista siano quantomeno contaminati da ideologie – che siano di partito o personali – che portano ad una inevitabile alterazione di un fatto di cronaca. I Suoi tentativi di attaccare montagna antifascista e la festa della canapa lo dimostrano. Come il finale vittimismo di Luca Ferretti. Alcune situazioni non trovano nè ragione nè torto se non un personale punto di vista. Nessuno dovrebbe obbligare nessuno. Quando si ha a che fare con il nostro prossimo, soprattutto se si offre un servizio pubblico, si dovrebbe avere il buon senso e la delicatezza di agire nel rispetto di se stessi e di chi ci circonda.
    Detto questo, ognuno si prenda la responsabilità delle proprie azioni perchè da quello che ho potuto intendere dalla storia difficilmente si trae insegnamento. Peccato. Saluti.

    (Elisabetta Corbelli)