CARPINETI (23 aprile 2010) - Il Comune non dà l'obbligo di chiurusa. E loro proclamano lo sciopero provinciale. Accade, infatti, che le organizzazioni sindacali Cgil Cisl Uil di categoria abbiano proclamato questo sciopero(per l'intero turno di lavoro) in occasione delle festività civili del 25 aprile e del 1 maggio, "per tutte le lavoratrici e i lavoratori del commercio".
Comsa è successo?
"La scelta di proclamare lo sciopero è determinata dalla volontà di alcune Amministrazioni Comunali di derogare all'obbligo di chiusura, come previsto dalla legge regionale. Tra di esse il Comune di Carpineti".
Nel dettaglio queste le amministrazioni 'ribelli':
Comune di Boretto: il 25 Aprile – 1° Maggio - 2 Giugno
Comune di San Polo d'Enza: 1° Maggio
Comune di Carpineti: 1° Maggio
Comune di Gattatico: 1° Maggio
"Dopo un periodo di positiva collaborazione con le Amministrazioni locali – sottolineano le Segreterie Filcams, Fisacat Cisl, Uiltucs - che ha portato all'emanazione di ordinanze avanzate (quali quella di Reggio Emilia) stiamo ora assistendo ad un cambiamento di rotta dei sindaci che, pressati dalle imprese del settore del commercio, hanno deciso di ampliare le possibilità di apertura degli esercizi commerciali, ridimensionando in negativo queste feste che hanno un significato profondo nella storia del nostro Paese ed impedendo alla lavoratrici ed ai lavoratori di riunirsi: il 25 Aprile intorno ai luoghi della memoria , il 1° Maggio per manifestare a favore dei propri diritti".
"Siamo contrari – ribadiscono segretari di categoria Luca Marchesini Filcams Cgil, Enrico Gobbi Fisacat Cisl, Milva Moretta Uiltucs Uil - ad un modello di società che trasforma le feste civili e religiose in un mero momento di consumismo, aggregando le persone all'interno di centri commerciali. In una fase di crisi, il rilancio dei consumi certamente non passa attraverso l'ampliamento delle giornate di apertura in deroga dei negozi e neppure nell'allungamento dei nastri orari giornalieri".
"Abbiamo proclamato questo sciopero provinciale per rivendicare e ricordare l'importanza delle lotte di resistenza partigiana (alleghiamo documento di sostegno dell'Anpi), per sensibilizzare la collettività contro il lavoro domenicale e festivo come regola ordinaria, ma soprattutto per permettere ai lavoratori del commercio di celebrare dignitosamente la Festa della Liberazione e il 1° Maggio, Festa di tutti i lavoratori, anche quelli del commercio".
Questa è l’Italia
Sarebbe ora che i sindacati si occupassero più dei lavoratori, che a scandalizzarsi se qualcuno lavora il 25 aprile o il 1 maggio. Ricordo ai segretari, presidenti, ecc. delle varie categorie sindacali che i loro eventi organizzati in tali date (vedi concerto di Roma, ecc.) non si organizzano da soli, ma da persone che lavorano. Se le persone lavorano per il sindacato tutto bene, ma se devono lavorare per chi annualmente gli paga uno stipendio si scandalizzano.
Questa è l’Italia… da cambiare.
(Fabio Bramini)