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“Vi sono due scoperte umane che abbiamo il diritto di considerare come le più difficili”

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Vi sono due scoperte umane che abbiamo il diritto di considerare come le più difficili. L’arte di governare gli uomini e quella di educarli. Lo scriveva il filosofo tedesco Kant ma penso che lo possano dire tutti coloro che sono in posizione di governo e quanti sono responsabili dell’educare in famiglia, nella scuola, nella società.

Contro ogni pessimismo la strada dell’educazione è percorribile sempre anche quando i giovani ci sembrano così lontani, così imprevedibili, così violenti nelle loro reazioni. Non bisogna perdersi d’animo, rifuggendo dai facili scoraggiamenti, dalle paure ingiustificate, dalle tristezze senili, dai richiami a tempi passati o a paragoni noiosi, che i giovani non accettano. I giovani si trovano bene dove si sentono amati, tra persone che possono amare, tra gente che guarda in avanti con entusiasmo, senza mai spegnere la speranza. Salvare i giovani vuol dire salvare il mondo, salvare noi stessi, adulti, spesso in crisi perché non sappiamo dove orientarci e dove orientarli.

E’ importante offrire loro prospettive di lavoro, di occupazione non precaria come è importante comunicare loro una cultura della vita, della solidarietà, della bellezza, dell’attenzione alle persone, che ti pone nel grembo vivo delle relazioni, diventando vera risposta salutare a chi vuol dare senso alla sua vita.

E’ una vera mancanza di noi adulti quello di non valorizzare o di valorizzare scarsamente il patrimonio che ogni giovane si porta dentro. E’ importante vedere o, alle volte, credere a una perla di bontà che brilla nel fondo del loro cuore, scoprire un frammento di intelligenza, un seme di buona volontà, che favorisca il sogno di un traguardo da raggiungere, raggiungibile.

Bisogna comunque avere la sensibilità per intuire che il passo non è uguale per tutti, che i risultati, al termine, non sono uguali per tutti. Il percorso va adeguato ad ogni singolo caso, valorizzando tutto quello che i ragazzi e i giovani possono dare. Senza pregiudizi e false previsioni. Ricordo Matteo! Si è presentato da me, dieci anni dopo una mia profezia: “Tu finirai male!”. Alla stessa ora, che aveva segnato su un biglietto, mi diceva: “Hai visto? Sono qui con la mia ragazza. Non sono andato a San Vittore!”. Non rubava! Truccava solo i motori delle macchine rubate! Con la sua ragazza gli abbiamo strappato una promessa: un lavoro onesto! Lo ha trovato!