Home Cronaca Duemila fan per i segreti del Razzo. E c’è anche Alberto Tomba

Duemila fan per i segreti del Razzo. E c’è anche Alberto Tomba

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VILLA MINOZZO (14 giugno 2010) – I curiosi e i fan sono serviti. “Aspettando la neve”, a Villa Minozzo per festeggiare Giuliano Razzoli porta non poche sorprese e la due giorni di festa è di parola. “A Vancouver, dopo la prima manche quando avevo metà medaglia in tasca, sapevo di essere l’unico ad avere un fan club e un Paese intero che mi sosteneva. Per questo sono sceso tranquillo: non ero solo. Con questa festa ringrazio i tifosi”.

E a chi gli chiede qual è il suo segreto, risponde “Cercare sempre da imparare da chi ha più esperienza di me”.
“Vivete davvero in un Appennino unico – spiega Ivana Vaccari, il volto dello sport bianco in Rai -. Di tante viste, questa è la medaglia che più mi ha entusiasmato. E quando a Dribbling intervistai Giuliano scommettemmo assieme. Sono qui per onorare il mio debito”.

Attorno la solidarietà e la presentazione dei progetti dei volontari di Vogliamo La Luna, Casina dei Bimbi, mentre il Razzoli Giuliano Fan Club regala colori e sapori e, naturalmente, una due giorni di sport. Ancora con non poche curiosità. Max Carca, allenatore del Razzo – che preannuncia il suo addio allo staff di Razzoli per dedicarsi ai discesisti -, rivela che “Giuliano è tecnicamente uno degli slalomisti più moderni. E può ancora fare di più, lavorando anche nel gigante. Però obiettivo primario è la coppa del mondo di specialità nello slalom e, quindi, una medaglia ai mondiali”.

L’orgoglio di una terra che celebra il Razzo si legge pure nella presenza di molte autorità. Angelo Alessandri, presidente Commissione ambiente della Camera: “Una festa della gente semplice per un campione cui siamo grati in Italia. Forse oggi è più difficile dire grazie a così tante persone che gareggiare in due slalom”. “Peccato per la concomitanza della notte bianca – dice Giorgio Cimurri – perché questa è la festa di tutti i reggiani”. Ma alla fine solo oltre duemila le persone che si alternano nella due giorni. E più settecento sono i pasti serviti in palestra, dove tutti prendono il buon esempio da Giuliano: formaggio a volontà sui tortelli d’erbetta e buon vino. La senatrice Leana Piegnedoli: “I meriti sportivi che fanno di Giuliano una persona eccezionale e sono l’orgoglio di questa terra”. Presenti, anche, l’onorevole Emerenzio Barbieri, il consigliere regionale Fabio Filippi, il presidente del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, Fausto Giovanelli che su Facebook posta la foto della fondista Arianna Follis, una dei tanti campioni saliti. Come la discesista Dada Merighetti, il polivalente Peter Fill, che spiega come sta riprendendo a lottare dopo un terribile infortunio, e l’applauditissimo Giorgio Rocca. Anche qui un segreto. E’ stato lui a fare da chioccia e compagno di camera a Giuliano “Ora però per me è giunto il momento di fermarsi. Con un po’ di nostalgia e senza rimpianti” risponde a un pungente e bravo Davide Labate, voce dello sci Rai.

La manifestazione è stata organizzata dal Razzo Fan Club, in collaborazione con il Comune di Villa Minozzo, l’Asd Villa Minozzo, la Pro Loco Lido Adriano, la Croce Verde di Villa Minozzo, l’Associazione turistica Santonio, lo Sci Club Alfonsine, Pro Loco di Minozzo, lo Sci Club Bismantova. All’ingresso del paese, ora, c’è anche una rotonda realizzata dalla Provincia, inaugurata in questa occasione. “Nell’incrocio più importante del paese, ora sicuro – spiega Luigi Fiocchi, sindaco – abbiamo voluto una splendida targa in acciaio con i cerchi olimpici. Rende tutto l’orgoglio del nostro paese unito dopo anni di divisioni politiche, tramite Giuliano”. All’ingresso della festa un pullman allestito con immagini di Reggio Emilia e di Razzoli e la scritta ‘una bella provincia’. “Perché è così davvero – chiosa Sonia Masini, presidente che lanciò questo slogan – è ormai uno slogan di tutti, tanto che i privati hanno giustamente deciso di divulgare autonomamente queste immagini vincenti”.

Ma l’ovazione ‘bomba’ è per l’arrivo di Alberto Tomba. “Dopo 22 anni sono finalmente riuscito a passare il testimone a un campione. Da Calgaris a Vancouver”. “Ho cercato Giuliano – svela a chi scrive – dopo il terzo posto a Zagabria. Cosa gli ho trasferito? Credo semplicemente l’essere genuino. Dovrà, però, essere consapevole che se continuerà a vincere arriveranno pure le gelosie”.
Villa Minozzo? “Un paese che mi piace perché senti la gente vicina, c’è molto calore”. E alla giornalista Sky che gli chiede di lui, taglia corto “Ora c’è Giuliano. Anche posso dire che la Fisi mi ha chiesto di impegnarmi di nuovo per lo sci”.

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DAVANTI E DIETRO LE QUINTE DELLA FESTA
Scommette trecento euro. Ne vince settemilacinquecento
L’osteopata di Giuliano. Il papà dei consigli. E Marcellino, il primo allenatore ricorda la sua filosofia. “Sarà un successo. Comunque vada”. Anche una scultura su pietra per il Razzo. E alle Olimpiadi c’erano solo un quarto dei giornalisti presenti ai mondiali di calcio

VILLA MINOZZO (14 giugno 2010) – Aspettando la neve è davvero la festa dei fan. Ma anche degli amici più semplici, che di una persona normale hanno contribuito a fare l’unica medaglia d’oro per l’Italia alle ultime olimpiadi invernali. La mamma Tiziana, come suo solito, rifugge il palco sul quale sale invece papà Antonio e confessa: “Certo che mi rende orgoglioso avere un figlio così. Però devo ammettere che ascolta solo il 50% di quello che dico, se no di medaglie ne avrebbe vinte due”. La sorella Giordana, regista assieme a Gaetano (presidente del fan club), per questi due giorni è inavvicinabile, presa tra organizzazione, tavoli da sistemare, ospitalità. Simpaticissimo, ricercatissimo, genuino anche Marcellino Marchi, primo allenatore di Giuliano: “Effettivamente dopo aver visto quello che ha fatto la tentazione di dire basta ci sarebbe. Quale era il segreto del nostro allenamento? Ogni volta che si andava sulle piste ripetevamo: ‘comunque vada, sarà un successo’”.
Artisti e artigiani locali dedicano molto al Razzo. C’è Romei che regala al campione il primo scooter di cento esemplari personalizzati col numero 13 di Vancouver, c’è chi gli consegna una bicicletta “per andare ancora molto lontano”, il poeta Gigli che decanta una sua poesia, o l’artista Franco Morini che immortala la discesa vincente in una splendida scultura su sasso.

Nella cena comunitaria tra i fan c’è un brindisi che non passa inosservato con Andrea Pirondi. L’osteopata e fisiatra modenese con studio a Castallarano in questi mesi, ha preso in consegna le ossa d’oro di Razzoli. Racconta: “Quando Giuliano è andato in Canada telefonicamente mi ha avvisato: ‘qui c’è una neve patocca’. La stessa neve, ho pensato io, dei mesi meno rigidi sulle piste di Febbio, dove lui è cresciuto. Non poteva non vincere l’Olimpiade. Mi sono recato allora a scommettere puntando su di lui trecento euro: era dato 13 a 1”. Ne ha vinti settemila e cinquecento.

Un’ultima nota prima dei fuochi finali. Per i mondiali dalla Rai sono partiti per il Sudafrica 180 tra giornalisti e tecnici. “Alle Olimpiadi a Vancouver – spiega al pubblico Ivana Vaccari – eravamo in 40 soltanto. Anche gli altri sport devono avere pari dignità. Non si vive di solo calcio”. “E per i giovani è con la pratica di tutti gli sport – spiega il cardiologo azzurro Guiducci – che è possibile sconfiggere la malattia dell’ipocinetica derivata dalla diffusione di ascensori e automobili”.

(Gabriele Arlotti)