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I primi 40 anni della Regione Emilia-Romagna

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Un tuffo nel passato, uno sguardo al presente ma soprattutto una grande attenzione per gli scenari futuri che si stanno aprendo tra federalismo (anche fiscale) e manovra economica correttiva messa in campo in queste settimane dal governo.
Sono questi gli elementi emersi nel corso della celebrazione del quarantesimo anniversario dell'istituzione delle regioni promossa dalla nostra, l'Regione Emilia-Romagna.

Infatti quarant'anni fa, il 13 luglio 1970, si riuniva a palazzo Malvezzi (via Zamboni, 13) nella sala del Consiglio provinciale di Bologna, il primo Consiglio regionale. E proprio lì, in quella storica sala, la Regione Emilia-Romagna è ritornata per celebrare l’importante anniversario con una seduta solenne l'Assemblea legislativa. Alla cerimonia sono intervenuti ex presidenti della Regione ed ex consiglieri di otto legislature, ma anche autorità civili, religiose e militari, tra cui anche l'arcivescovo di Bologna, card. Carlo Caffarra, e il prefetto di Bologna, Angelo Tranfaglia.

Per raccontare questa storia lunga quaranta anni – che hanno visto procedere di pari passo la strutturazione dell’"istituzione Regione" con lo sviluppo sociale ed economico della terra emiliano-romagnola – è stato realizzato anche un sito web, ricco di immagini e video. Sito che mette insieme fatti, dati, statistiche e nomi per scoprire, anche nei dettagli, il lavoro e l’opera di uomini e donne, amministratori e macchina organizzativa che con l’avvento, nel 1970, di questa istituzione hanno dato volto e sostanza, mandato dopo mandato, a un territorio che è considerato all’avanguardia in Europa. Nel sito leggi, regolamenti, il succedersi dei presidenti con biografie e testimonianze audio e video. E ancora ragioni e obiettivi degli statuti, le cornici istituzionali delle attività della Regione, poi la nascita dello stemma e del gonfalone dell’Emilia-Romagna. Completano il quadro le tabelle con i risultati elettorali regionali dal 1970 a oggi, affluenza alle urne, voti validi alle liste, percentuali e ripartizione definitiva dei seggi delle nove legislature.

Per il presidente dell’Assemblea legislativa Matteo Richetti questa ricorrenza "rilancia il ruolo della nostra assemblea, il ruolo della Regione, come uno dei pilastri della democrazia del nostro Paese. Un ruolo cresciuto e affermato nel tempo, forte di quella idea di democrazia rappresentativa che passa anche dall’essere assemblea di consiglieri eletti con un sistema che ‘ancora’ al territorio". Partendo dai 40 anni trascorsi, Richetti ha inoltre sottolineato che "le Regioni debbono rafforzare la capacità di essere uno spazio comune, luogo di confronto vero, interpretando anche una nuova stagione politica che ridia una forte credibilità alla rappresentanza istituzionale". Ricordando il pensiero di don Luigi Sturzo – regionalista convinto che aveva individuato nelle tre "malabestie" (lo statalismo, la partitocrazia e il malcostume) il freno alla affermazione delle realtà territoriali – Richetti ha aggiunto che "troppo centralismo, già diceva un secolo fa Sturzo, fa inceppare il sistema. Nel momento in cui tutto è troppo accentrato non c'è valorizzazione della sussidiarietà dei territori".

A collegare il passato e il presente della Regione Emilia-Romagna un protagonista di quella stagione di archittetura istituzionale regionalista, Guido Fanti, il primo presidente della Regione. "La nascita delle Regioni – ha rimarcato Fanti - è stato un contributo alla vita nazionale, un incremento alla democrazia alla quale hanno contribuito tutte le forze politiche. Aldo Moro e il suo staff furono tra coloro che dettero un grande contributo alla ‘prospettiva regionalista’ dell’Italia. Proprio con le regioni si avviò in Italia una stagione di riforme ancora in atto. Inoltre con la partecipazione e il contributo delle Regioni si iniziò a dare corpo unitario alla programmazione economica nazionale. Un fatto straordinario e strategico per i decenni avvenire". Il primo presidente – tra ricordi e attualità - non ha mancato di sottolineare anche un grande rimpianto ("volevamo, in un ottica trans regionale, disinquinare e rendere navigabile il Po come avveniva negli altri paesi europei per il Reno, il Danubio… ma purtroppo non andò come pensavamo") e cogliere l’occasione per fare un augurio all’attuale presidente, Vasco Errani, affinché "non guardando all’interesse particolare ma con la consapevolezza che quanto si sta facendo riguarda la vita di milioni di italiani, possa avere un buon esito la discussione in corso con il governo sulla manovra economica".

Il presidente Vasco Errani, chiudendo il suo intervento e la celebrazione, non ha lasciato cadere nel vuoto la "raccomandazione" del primo costrutture della Regione evidenziando che "come stabilisce la Costituzione italiana la leale collaborazione tra istituzioni è il nostro faro. Per questo debbo cercare un accordo con il governo". Ma al centro delle sfide dei prossimi mesi c’è per il presidente Vasco Errani anche la realizzazione del federalismo "che sia equilibrato e in grado di dare alla Repubblica un assetto adeguato ad affrontare e rispondere ai problemi dei cittadini" e soprattutto del federalismo fiscale "indispensabile e da realizzare senza fare errori e senza fretta poiché ci vorranno decenni per portarlo a regime viste le enormi disparità territoriali, incolmabili nel breve periodo".

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Il sito che ricorda i primi 40 anni dell'Emilia-Romagna