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E’ morto don Nando Barozzi

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E' scomparso quest'oggi, all'età di 97 anni, mons. Nando Barozzi, già parroco di Casina per ben mezzo secolo. I suoi funerali si svolgeranno lunedì 30 agosto, alle ore 10, nella chiesa parrocchiale di Casina. Questa sera, alle ore 20, alla casa per anziani "Villa Maria", verrà recitato il Rosario.

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La nota di commiato diffusa dalla diocesi

Mons. Fernando (Nando) Barozzi è spirato questa mattina verso le 8 nella casa per anziani "Villa Maria" a Casina, da lui stesso fatta costruire nella parrocchia dove aveva esercitato il ministero di parroco per oltre 50 anni, fino al 1996. Compiuti 97 anni il giorno della Trasfigurazione, il 6 agosto scorso, le sue condizione erano notevolmente peggiorate da due settimane. La salma di Mons. Barozzi sarà portata nella chiesa parrocchiale di Casina nel primo pomeriggio di domani, domenica 29 agosto. Alle 18, il vicario episcopale Mons. Franco Ruffini, castelnovese come Barozzi (per l'esattezza è nato a Cagnola di Castelnovo ne' Monti), presiederà la concelebrazione eucaristica di suffragio. La liturgia, presieduta dal Vescovo Adriano con l'ausiliare Lorenzo, è stata fissata per lunedì 30 agosto alle ore 10. Al termine, si formerà la processione a piedi al cimitero locale, dove Mons. Barozzi verrà sepolto.

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  1. Don Nando Barozzi, parroco di Casina per una vita, uomo di forte tempra e carattere, questa mattina alle 7,30 è tornato alla Casa del Padre. Il 6 agosto, giorno del suo novantatreesimo compleanno, era come sempre presente e contento di vedere che i suoi chierichetti si ricordavano di lui. Ogni domenica noi ragazzi eravamo sempre tanti ad aiutarlo durante le sante messe, ma non ci pesava farlo; era brillante, socievole e riconoscente. Infatti non si dimenticava mai di farci pescare 100 £ dal cestino delle offerte. È stato un grande maestro, assieme a lui ci sentivamo una vera famiglia, ci siamo voluti bene, le sue spalle per un conforto c’erano sempre, la sua dottrina per un consiglio e le sue grandi mani ci venivano incontro, non solo per un Padre Nostro ma anche per qualche scapaccione. Fino a pochi anni fa “il pranzo dei chierichetti” era diventato una tradizione, dove scambiavamo ricordi, risate ma anche consigli. A volte ci chiedeva anche un parere, ma poi decideva sempre lui, senza sbagliare data la sua intelligenza e prontezza. Quando parlava dell’eccidio di Colombaia ripercorreva tutta la storia del dopoguerra e ringraziava il Signore per averlo costretto a letto quella sera del 20 marzo del ’55, quando furono assassinati, da un partigiano comunista, i suoi amici Rossi e Munarini. In quegli anni la contrapposizione ideologica tra democristiani e comunisti era molto forte e Don Nando non esitò a far scendere dalla sua autovettura una signora di Carpineti che in un certo qual modo aveva giustificato l’eccidio compiuto dieci anni dopo la liberazione. La sua sicurezza ideologica non lo trattenne nemmeno quella domenica a cavallo delle elezioni negli anni ’90. Ci lasciò la libertà di votare per chi volevamo, ma lui ci confidò che “dei comunisti non si fidava”. Da queste sue idee però non fu limitato e dimostrò grande apertura nel collaborare dando lavoro soprattutto a chi non la pensava come lui: COOP muratori e personale della Casa di riposo S. Maria fondata da lui stesso: questo nessuno lo può negare. Don Nando è stato parroco di tutti, quando avevi bisogno non guardava da che parte stavi. Don Nando resterà nei nostri cuori. Siamo sicuri che dal paradiso ci aiuterà. Lunedì mattina ci sarà la cerimonia esequiale.

    (Fabio Filippi e famiglia)


  2. Sono profondamente addolorata,perchè amica e stimatrice di questa grande figura che sapeva ascoltare tutti. Prete politico, il suo grande dispiacere, così mi diceva, era non poter prendere la tessera del partito. E’ riuscito ad integrare con intelligenza ed accoglienza, i cutresi installatasi a Casina, parecchi anni fa. Con lui se ne va mezzo secolo di storia di Casina.

    (Romana Annigoni)

  3. Un saluto a Don Nando
    Al di fuori di ogni politica, assolutamente. Incontrai Don Nando nel 1983 quando, ritornando in provincia di Reggio, trovai alloggio a Casina. Ricordo una persona gentile che sapeva sorridere e che tentava di aiutare il prossimo. Anche lui, mi disse, aveva avuto occasione di abitare a Vergato di Bologna (o negli stretti dintorni) e ricordava ridendo uno scherzo (mi dispiace non averlo più in mente) che lui definì “scherzo da prete”. Oltre alla gentilezza, aveva il senso del buonumore, perciò piaceva ai ragazzi. Ripeto: non c’entra la politica.
    Arrivederci, Don Nando.

    (Graziella Salterini)


  4. Nel terzo cassetto del cantarano ho trovato un don Nando Barozzi con le mani
    sporche di inchiostro: è una poesia che don Nando ha scritto e che mia sorella ha recitato nella chiesa parrocchiale di Rosano nella ricorrenza di nomina a sacerdote di don Adelmo Marconi, la domenica dopo l’assassinio del Dott. Vezzosi a Burano, in quel pugno di case tra il Casino di Cagnola e Frascaro.
    “Ritorni dopo tanti anni nella tua Chiesa, in mezzo a un popolo esultante. Ti hanno visto bambino, quando l’acqua battesimale ti inondò il capo, ti hanno visto fanciullo, quando facesti la tua prima comunione, ti hanno visto vestito dell’abito clericale venire qualche giorno all’anno per esporre il tuo cuore ai desideri di apostolato e hanno fatto eco alle tue parole……………………..
    Ed oggi tutti coloro che ti hanno amato e ammirato e in questi lunghi anni di preparazione e di sacrificio, e che per te hanno segretamente pregato, si stringono attorno a te, che ritorni sacerdote dell’Altissimo e con il cuore pieno di gioia e di riconoscenza ringraziano il Signore che ha scelto te fra noi e per noi………………….
    Auguriamo che tu sia una luce che illumina le tenebre, una città posta su un monte
    come sicuro rifugio contro ogni avversità umana. Un sacerdote secondo il cuore di Dio
    e secondo il desiderio di tutto questo popolo e che tu possa sempre dire come Gesù: io sono la via, la verità, la vita”.
    Era il giugno del ’44 e don Nando allora aveva trent’anni. Ho pensato che potesse essere interessante conoscere l’animo di un giovane prete, di quel giovane prete che avrebbe poi scritto una parte così importante della storia non solo di Casina ma dell’intera diocesi. Ma questa è un’altra storia, è la storia di don Nando che tutti conoscono.

    (Giovanni Annigoni)