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Oltre la censura, la Madonna del Latte: un mistero, umano, che fa ancora discutere

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CASTELNOVO MONTI (16 ottobre 2010) – In un primo momento pareva che l’affascinante mistero di questo luogo dell’anima, raccontato nel libro “Bismantova e la sua Madonna. Una storia Dimenticata” (Abra Edit), non s’avesse da pubblicare. Forse perché troppo indugiava sulla questione della Madonna che allatta? Il tutto nasce dalla penna del giornalista Cesare Capone, originario del Carpinetano e collaboratore medico del Corriere della Sera.

“Non è un libro devozionale, ma pensato sia per i credenti che i non credenti: un libro di storia a livello divulgativo che riempie un vuoto culturale, perché non esiste alcuna pubblicazione dedicata al Santuario della Madonna del Latte di Bismantova – spiega Capone –. Certo, esprime per me un legame prima di tutto affettivo, a queste terre e il ricordo di quando, coi fratelli, salivo in villeggiatura a Campo dell’Oppio; poi da Marola, con gli amici si usava andare in pellegrinaggio a piedi sino alla Pietra di Bismantova. Lo scorso anno, tornando a visitare il santuario ho guardato con maggiore attenzione la Madonna e ho visto che è dipinta nell’atto di allattare: ricordavo d’aver letto accenni su questo tipo di iconografia. Ho approfondito il tema, scoprendo che era una tradizione proveniente dall’Oriente, dalla cultura bizantina, verso l’XI secolo. Ma alle origini si usava rappresentare questa iconografia con madonne rigide, poco espressive, con un bambino quasi bambolotto. In seguito si assistette all’umanizzazione sia di Maria che del Bambino, che pur essendo Dio è uomo. Un altro esempio è l’umanizzazione del Cristo Crocifisso di San Francesco”.

Per quanto tempo si diffuse l’iconografia della Madonna che allatta?
“Molto, nei quattro secoli successivi e aveva anche una giustificazione: le donne erano tenute ad avere molti figli, ma tanti ne morivano e le puerpere, quindi, invocavano la Madonna che allattava, in cui si riconoscevano per la sua umanità. Non a caso l’affresco della Madonna del Latte di Bismantova è databile tra la seconda metà del Trecento e i primi decenni del Quattrocento. Un simile fenomeno si diffuse anche in parte dell’Europa”.

Fino a che?
“Il Concilio di Trento (aperto da papa Paolo III nel 1545 e chiuso, dopo numerose interruzioni, nel 1563) decise di censurare le immagini sacre che mostravano nudità, in cui, certamente, alcuni artisti avevano ecceduto. Purtroppo la censura si abbattè indistintamente sulle Madonne che allattavano. Fu, per intenderci, la censura sessuofobica che colpì Michelangelo nel Giudizio universale”.

Dal libro pare di intendere che la scure calò anche forse sul nome del santuario che, esplicitamente come altri in Italia, non poteva riferirsi alla “Madonna del Latte”. E non a caso i santini devozionali di Bismantova di cento anni fa coprirono il seno della vergine. Sino a che nel 2010…
“Quando ho preparato copie del libro digitali mi sono chiesto chi le poteva pubblicare. Ho chiesto ad alcuni e fra questi ho avvertito un’atmosfera di perplessità e avversione. Le ragioni che mi sono state addotte erano che insistevo troppo su questa Madonna del Latte, col seno fuori. Tale culto mi è stato osservato, come ho scritto nella seconda parte del volume, attingeva originariamente a dee della fecondità che, da noi, culminarono con l’egiziana Iside, raffigurata spesso nell’atto di allattare il dio bambino, Horus. Tanto è vero che nei primi secoli del Cristianesimo la Madonna e Iside si confondevano… Con Lorenzetti (1324) si arrivò, invece, alla straordinaria ‘consapevolezza di Maria di essere madre di quel bambino, ancor prima che madre del Cristo (…) incontrovertibile dimostrazione della natura umana del Figlio di Dio’”.

Alle perplessità come ha reagito?
“Sinceramente sono stato assalito dal dubbio di essere andato oltre la correttezza teologica. Mi sono rivolto a Giovanni Rota, docente di Ecclesiologia e mariologia presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, a Milano, il quale, dopo due giorni dalla lettura del volume, mi ha telefonato mettendosi a ridere e scrivendomi la presentazione”. Dove ora si legge del ‘segreto di quell’immagine di un Dio che si è fatto uomo’.

“E’ stato il lasciapassare… - riprende Capone -. Questo passaporto ha ammorbidito la posizione di chi era contrario alla pubblicazione. Da allora non ho più avuto apertamente critiche”.
Quindi?
“Ho pensato di fare questo libro in collaborazione con la Comunità della Montana dell’Appennino Reggiano e l’Associazione Scrittori Reggiani. La prefazione è di Clementina Santi. E’ uscito a luglio e sta andando molto bene: è presente in librerie ed edicole dell’Appennino reggiano, sia nelle a Reggio, sia in quelle specializzate in letteratura cristiano di Modena, Parma e Milano. Ma anche al Rifugio della Pietra e al Santuario”.

Sabato 16 ottobre, alle ore 16, presso la sala consigliare di Piazza Gramsci a Castelnovo ne’Monti, Archeomontagna curerà l’attesa presentazione del libro di Capone. Cesare, sui segreti di questo santuario si è fatto altre idee?
“Beh noto che oggi le donne fanno meno figli ed è quasi scomparsa la pluricentenaria devozione verso la Madonna che allatta. E questa oggi tutti la conoscono come la Madonna di Bismantova, ma più corretto sarebbe dire ‘La Madonna del Latte di Bismantova’, sia dal punto di vista storico e religioso, in evidente contraddizione, invece, con l’architrave di ingresso del Santuario, dove è riportata la scritta ‘Maria nascenti’ (dedicato alla natività solo in un rifacimento recente ad opera dei Benedettini). Poi c’è il mistero dell’ancona lignea originale della Madonna del Latte di Bismantova, confinata nella Pieve di Castelnovo e lì lasciata senza nulla. Perché non ricongiungerle, magari assieme ai due dipinti che erano collocati nelle cappelle laterali? Non ultimo il progetto per la riqualificazione del Santuario e del luogo: i tempi sono maturi…”

(Gabriele Arlotti)

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L’AUTORE
Il giornalista che intervistò Gagarin e scrisse delle esplorazioni di Picard

Cesare Capone nasce a Varese, da padre napoletano e madre emiliana. I primi 11 anni li trascorre a Milano, la guerra lo trova in aviazione, dal 1945 al 1955, inizia la carriera di giornalista a Napoli. Arriva a Milano a seguito della madre, Maria Elisabetta Ducati, maestra nata nel 1895, La nonna era originaria di Campo dell’Oppio, dove l’autore ha mantenuto casa.
“Ho iniziato con la terza pagina di alcuni quotidiani del Sud come il Mattino e il Giornale a Napoli, per poi collaborare con diversi quotidiani del Nord, come Il Resto del Carlino. Nel 1956, dopo essere tornato a Milano, venni assunto da Gente, poi dal Tempo (con un lungo intervallo occupandomi anche di astronautica e cosmonautica) e dal settimanale Oggi, diventando caposervizio e inviato, occupandomi di attualità. Diventai così direttore di Venus (un periodico sull’educazione sessuale, fatta da specialisti), oltre che collaboratore di numerosi settimanali nel campo delle divulgazione. A partire dal 1980, iniziai così a lavorare per il Corriere della Sera, per le pagine della medicina, per il quale collaboro tutt’ora”.
Tra le sue numerose interviste si possono ricordare: la celebre a Yuri Gagarin, primo astronauta russo nello spazio; le periodiche al professor Veronesi, a don Zeno, fondatore di Nomadelfia. Poi ancora ha redatto diverse interviste a vari chirurgi dei grandi trapianti; ad Amedeo Maiuri, l’archeologo di Pompei, fino a Picard, pioniere nelle espolorazioni sottomarine. (g.a.)

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PRESENTAZIONE DEL LIBRO
Sabato 16 ottobre, alle ore 16, presso la sala consigliare di Piazza Gramsci a Castelnovo ne’Monti, verrà presentato il volume “Bismantova e la sua Madonna. Una Storia dimenticata”, di Cesare Capone.
L’incontro si avvarrà della presentazione di Clementina Santi, già autrice della prefazione, della letture di Francesca Carbognani, dell’intervento dell’autore e del sindaco di Castelnovo Gianluca Marconi.
L’incontro fruisce del patrocinio del Comune di Castelnovo, dell’Associazione Culturale di Carpineti e del Gruppo Archeologico Archeomontagna. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il numero: 348.7519089. (g.a.)