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Fiore d’Appennino

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A essere cristiani verrebbe da pensare a un gesto d’amore che arriva alle vette più alte della santità. A essere laici si rimane stupiti dal coraggio. Ad essere insofferenti contro gli stranieri (ma esiste qualcuno capace di spiegare la differenza tra la parola straniero e la parola uomo?) sfidiamo chiunque ad essere indifferenti e passare oltre.

Margorzata (Margherita) Burakowska, 39 anni, si è spenta a Castelnovo ne' Monti per avere rifiutato la chemioterapia contro il tumore al seno che aveva scoperto quattro anni fa. Una volta dinnanzi al bivio prospettatole dai medici, capace di stendere anche l’uomo più coraggioso con tre parole che si chiamano ‘o chemioterapia e aborto o morte’ ha risposto con le parole più coraggiose: ‘vita di lui’. E ha scelto di mettere al mondo il piccolo Gabriele, che ora ha 19 mesi. Riprendere le cure dopo il parto si è rivelato inutile solo per una cosa: la sua esistenza, ma non, certo, per la sua scelta di essere mamma.

Eppure il suo è un gesto che ci richiama al senso della vita che, ancora una volta, sa essere più grande della morte. Se fosse ancora al mondo un grande musicista e sapesse di questa storia, sì, potrebbe davvero mettere in rigo musicale un magnifico “Inno alla gioia”.

Lei, che era venuta qui come badante, a Ligonchio si era innamorata di Adelmo Stefanelli. Con lui, il figlio Patrik e l’ultimo arrivato, Gabriele, aveva intrapreso un nuovo percorso a Castelnovo. La foto del suo sguardo la raccontano i giornali: fiero, deciso, buono, pare consapevole della sfida che l’attendeva e che ha deciso di giocare e di vincere nonostante la morte.

Uno dei gesti più stupefacenti e da restare senza parole che ci possano essere: il sacrificio della vita per un altro essere e che Margherita ha scelto. E chi non avrebbe amato questa donna se, anche, avesse deciso di curarsi? Ma lei la sua scelta, che si può solo rispettare, la aveva già fatta, non c’è molto da aggiungere.

Della sua scomparsa ci dispiace moltissimo, pure, per il non avere potuto informarvi prima. Lo diciamo alla sua famiglia, ai lettori: semplicemente non lo abbiamo saputo. Con la voce più forte che abbiamo, quella di questo editoriale, vogliamo però lasciare questo piccolissimo segno che, per sempre e ovunque nel mondo, possa raccontare di questa meravigliosa mamma polacca. E chissà, un giorno, che Gabriele digitando alla tastiera il nome di Margorzata Burakowska non possa avere che una piccola, piccolissima, conferma di quanto è grande quella madre assente nel corpo ma così grande nell’animo. Ora e per sempre, fiore d’Appennino.

3 COMMENTS

  1. Scusateci…
    Io ho saputo della notizia praticamente in tempo reale, ma in quei momenti molte persone, ragazzi e preti (in particolare Don William e Don Benedetto) hanno pensato a come accompagnare la famiglia in questo doloroso passaggio, cercando di farlo con la maggiore discrezione possibile. La comunità castelnovese attraverso singole persone e gruppi (in particolare Caritas e Sentieri del sollievo) ha cercato di essere vicino a Patrik, Adelmo, Gabriele e Marcin con la preghiera e altre “attenzioni” pratiche. Ringrazio Gabriele per il suo delicato e discreto pensiero.

    (Un vicino)