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Morto Don Pietro Ovi

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Nei giorni scorsi (precisamente ieri l'altro, vigilia di Natale), alle cinque del mattino, alla Casa della carità di Scandiano, per una improvvisa crisi cardiaca è morto don Pietro Ovi, per il quale si è compiuto il Dies Natalis.

Nato a Reggio Emilia il 2 settembre 1919, della parrocchia di S. Zenone, ordinato sacerdote il 27.6.1943, era stato vicario cooperatore (curato) in diverse parrocchie: Castelnovo Sotto (1943-1945), Casalgrande (1945-1951), Castelnovo ne' Monti (1951-1953), Arceto (1953-1955), Pieve Modolena (1955-1956), Regnano e Casola di Querciola (1956-1959). Si era poi messo a disposizione dell’Ufficio missioni della presidenza generale dell’A.C.I. per la predicazione e organizzazione di missioni (1959-1973). Aveva collaborato come settimanalista liturgico all’Opera regalità di N.S.G.C. (1968-1973) ed era stato vicario economo a Tressano (1971).

Era stato parroco soltanto per tre anni a S. Cassiano (dal 1973 al 1976). L’ultimo incarico parrocchiale l’aveva svolto come amministratore parrocchiale (in assenza del parroco) a Cerredolo di Toano (1983-1984). Per undici anni era stato insegnante di religione nelle scuole statali (1973-1984). Aveva continuato a svolgere il suo ministero pastorale in aiuto ai parroci nella predicazione fino al 2008, quando, nel mese di dicembre, a seguito di un incidente in auto, uscito poi dall’ospedale, non essendo più autosufficiente è stato ospite della Casa Mattioli Garavini a Scandiano. Infine nel luglio 2009 aveva desiderato trasferirsi alla Casa di carità di Scandiano per essere più comodo a servizi pastorali.

Ripresosi dall’incidente del 2008, pur camminando a fatica, ha svolto il ministero della confessione a Bibbiano fino a domenica scorsa.

Don Ovi, con doti di intelligenza e di cuore, con animo molto sensibile e con la vivacità del suo carattere, aveva svolto il ministero di sacerdote non entro i confini di una parrocchia e neppure della diocesi, ma ovunque veniva chiamato, sempre disponibile per la predicazione e le confessioni.

Dall’ottobre 1998 risiedeva in seminario. Dopo l’incidente del 2008 la sua sofferenza era di avere perduto l’indipendenza nell’uso dell’auto, mentre la sua grande gioia era di andare a confessare a Bibbiano, dove molti lo cercavano, e anche altrove. Avrebbe voluto andare anche altrove, ma la difficoltà del viaggio lo faceva sentire un “prigioniero”.