Home Cronaca Ma perchè non definiamo insieme la bolletta come un tempo?

Ma perchè non definiamo insieme la bolletta come un tempo?

7
0
Luca Ferri

CASTELNOVO MONTI (5 giugno 2011) - Sarà che siamo abituati a ricevere le fatture a casa. Sarà che, non sempre, tra fatture e fogli informativi è facile raccapezzarci. Sarà che i consumi per Enìa, ora Iren qualcuno ancora la chiama “la bolletta dell’Agac”, fatto sta che mica sempre è facile capire quanto e perché si paga. Soprattutto se si considera che, un tempo, della definizione delle tariffe si discuteva sul territorio.

Si noti che da quando è avvenuta la fusione di Enia s.p.a. in Iride s.p.a. ed è nata Iren con effetti giuridici dal 1°luglio 2010, e quindi si è passati da due realtà che operavano su due differenti territori, ad una multiutility con sedi operative in più regioni (Genova,Torino, Reggio Emilia, Parma e Piacenza ), è divenuto ancora più importante e strategico il tema delle tariffe di acqua, gas, rifiuti e teleriscaldamento.

Come vengono definite per aree così disomogenee?
Sul tema sono intervenute Femca-Cisl, Adiconsum e Cisl di Reggio Emilia che chiedono di ripristinare il confronto annuale sul tema tariffe. “Chiediamo – dice Luca Ferri, castelnovese e segretario Femca-Cisl – di poter effettuare un confronto vero e proprio e non, come purtroppo invece è avvenuto post-fusione, essere ‘informati’ su quelle che saranno le tariffe applicate”.

A questo appello ha risposto Provincia e Ato per offrire la disponibilità ad un incontro informativo, ma i sindacati chiedono “che si possa definire una discussione vera e propria e non una semplice informazione”.

“Pensiamo – spiega infatti Ferri a Redacon - che un tema di questa portata e per le ‘dimensioni’ sovra-regionali che Iren esprime, debba far parte di un percorso concertato e possibilmente condiviso con i portatori di interessi dei vari territori”.

Ma spesso si parla di problemi economici e di bilancio…
“E’ proprio per questo: la fusione di Enia in Iride non può essere vista solo come operazione finalizzata alla crescita economico-finanziaria, ma deve anche poter costituire un beneficio per gli utenti finali, sia in termini di qualità del servizio, che in termini di riduzione dei costi tariffari. Senza dimenticare che l’Appennino in generale vive di per sé condizioni di svantaggio delle quali è necessario tenere conto”.

Per il futuro, cosa proponete?
“In sede di discussione, visto che il bilancio societario del 2010 di Iren registra una crescita di tutti gli indicatori sarebbe auspicabile trovare soluzioni che, responsabilmente, vadano nella direzione dell’utente finale oltre che, naturalmente, di crescita per l’azienda”.