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Documento sul lupo inviato al Ministero dell’ambiente, alla Regione, alla Provincia e al Parco nazionale

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Anche a seguito dei ripetuti eventi di predazione registrati anche sul territorio castelnovese, nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, tenutosi l'11 luglio scorso, è stato approvato un documento che pone l’attenzione sul tema del lupo e del conflitto che nell’Appennino reggiano si sta configurando con le attività di allevamento e pastorali. Il documento è stato poi inviato al Ministero dell’ambiente, che ha competenza su ogni aspetto che riguarda la tutela del lupo, ed anche alla Regione, alla Provincia ed al Parco nazionale.

Dice in proposito il sindaco Gian Luca Marconi: “Per qualsiasi azione di contrasto ai danni causati dal lupo occorre una specifica autorizzazione del Ministero dell’ambiente e dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra). Il documento approvato si rifà alla normativa vigente, che sul lupo è oggettivamente di massima tutela, ma sottolinea anche con chiarezza la volontà di dare supporto agli allevatori locali, ed avanza richiesta affinchè le norme che vigono sul lupo all’interno del perimetro del Parco vengano estese anche al di fuori di tali confini, così da ottenere una maggiore tutela verso tutti gli allevatori che subiscono danni.

Le norme interne al Parco infatti oggi prevedono azioni di monitoraggio, censimento, anche l’eventualità come extrema ratio di richiedere cattura e trasferimento di lupi. Il Ministero è l’unico che può autorizzare tale pratica ma lo fa soltanto se è comprovato un danno rilevante per l’economia locale e comunque con la garanzia che non sia arrecato alcun danno ai lupi. Ma la normativa vigente sul territorio parcuale prevede già oggi anche rimborsi maggiori e più rapidi rispetto ai danni causati agli allevamenti, e consulenze agli agricoltori che intendano realizzare recinzioni che resistano agli attacchi dei lupi”.

Il documento tra altri passaggi afferma infatti: “Il Parco è in grado di realizzare recinti fissi anti lupo, di 25 x 25 metri, in rete metallica elettro saldata, con la parte terminale inclinata verso l’esterno e con una parte interrata di circa 1 metro (che hanno dato dimostrazione di resistere agli attacchi del lupo); può inoltre assistere i pastori che subiscono eventi di predazione nella predisposizione della documentazione necessaria all’ottenimento dell’indennizzo del danno subito. La difesa della proprietà privata, dei beni e dell’attività economica, il benessere degli animali domestici e, soprattutto, la salvaguardia dei cittadini da un pericolo potenziale di aggressione sono certamente prioritari nei confronti della tutela delle specie di animali selvatici. Per questo si chiede di esportare le buone pratiche gestionali della specie e delle sue problematiche anche nelle aree limitrofe al Parco, per offrire soluzioni e strumenti per la mitigazione del conflitto lupo-zootecnia”.

2 COMMENTS

  1. Appennino uomini e lupi
    Il triplice evento di predazione da parte di lupi nell’allevamento del signor Maioli di Castelnovo ne’ Monti ha suscitato un’attenzione e delle preoccupazioni che il Parco nazionale comprende e ha condiviso @Cante litteram#C. Non è “dopo” gli eventi di predazione, ma molto prima di essi che il Parco ha avviato il progetto Life extra finalizzato alla convivenza in Europa fra i grandi carnivori (qui da noi il lupo) e le attività umane. La “convivenza” è un problema concreto, da affrontare con le migliori pratiche e noi siamo in campo per la ricerca e la sperimentazione di esse.
    Il caso di Castelnovo ne’ Monti deve essere affrontato e risolto, rispettando le prescrizioni nazionali ed europee sulla tutela del lupo e, al tempo stesso, creando le condizioni per la sicurezza permanente dell’allevamento. E’ a mio avviso anche un “caso di scuola”, perché siamo di fronte a due novità:
    a) la presenza diffusa dei lupi fino alle basse quote;
    b) l’introduzione in Appennino di tipologie di allevamento diverse dalla tradizionale custodia degli animali in stalla e negli ovili.
    Proprio seguendo la strategia del progetto, il Parco ha dato al signor Maioli tutta l’assistenza possibile. Purtroppo, nel caso specifico, i recinti antilupo 25×25, che abbiamo messo immediatamente a disposizione, non corrispondono alle esigenze dell’allevamento senza stabulazione e in spazi ampi.
    Serve nel caso specifico una recinzione adeguata per uno spazio molto più ampio. E’ questa la via più breve, più efficace e l’unica realisticamente e legalmente possibile per poter garantire seriamente lo sviluppo dell’azienda del signor Maioli. E’ il momento che le associazioni agricole, il Parco, la Provincia e il Comune si incontrino operativamente:
    a) per accelerare i risarcimenti dovuti da parte della Provincia;
    b) per provvedere attraverso le misure del Psr ad affrontare, in concorso con l’allevatore, il tema delle necessarie recinzioni.
    Nel concreto, a nostro avviso, è quanto si ha da fare subito ed è quanto noi sollecitiamo. Un sostegno ministeriale, così come richiesto, sarebbe ovviamente utile e auspicabile. Tutto il resto …“lupi comunisti, cinghiali socialisti, caprioli democratici” è roba da ridere… ridiamo e basta.
    Tre cose ribadiamo:
    1. il lupo non è stato reintrodotto qui dal Parco (ma è in tutto l’Appennino italiano);
    2. da un secolo a tutt’oggi non risulta una sola persona in tutto l’Appennino ferita o aggredita da un lupo, ma tutti conosciamo persone morsicate da un cane, magari domestico e con un padrone rispettabile;
    3. con la “paura del lupo” e con la fobia per tutti gli animali selvatici e persino per i passeri si fa un po’ di rumore estivo, ma non si va da nessuna parte.
    I veri problemi dell’Appennino sono altri: l’agricoltura, il turismo, la competitività e il lavoro per i giovani. Il Parco fa la sua parte sul lupo. Ma è chiaro che meriterebbero almeno altrettanto dibattito da parte della politica e delle istituzioni locali, novità vere e assolute come la settimana internazionale di Ligonchio… questa sì senza precedenti, meritevole di interrogazioni, ma anche carica di promesse e non solo di paure.

    (Fausto Giovanelli, presidente del Parco)