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A rischio la tutela dei minori nella programmazione televisiva

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Proponiamo un documento inviato nei giorni scorsi dal Comitato di applicazione codice di autoregolamentazione media e minori al Ministero dello sviluppo economico.

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In aperto contrasto con le direttive comunitarie si sta realizzando in Italia un allarmante progressivo smantellamento del sistema della protezione dei minori nelle trasmissioni televisive. Con una lettera al ministro dello sviluppo economico Paolo Romani, il presidente del comitato media e minori Franco Mugerli ha espresso viva preoccupazione per alcuni recenti provvedimenti adottati dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che mettono a rischio la tutela dei minori nella programmazione televisiva.

Con una forzata interpretazione della normativa, Agcom ha parificato indiscriminatamente i film vietati ai minori di 14 anni a quelli semplicemente nocivi, consentendone la trasmissione nelle fasce orarie di trasmissione per tutti purché con l’utilizzo del parental control (Comunicazione del 22/07/2011). Il Comitato considera un fatto grave che un’interpretazione dell’Autorità regolamentare vanifichi disposizioni di legge e del Codice di autoregolamentazione.

Inoltre il Comitato – scrive il presidente Franco Mugerli - ha più volte richiamato Governo e Parlamento che la tutela dei minori nella programmazione televisiva è ulteriormente disattesa dalla deroga introdotta dalla legge italiana alla direttiva europea. Infatti la normativa italiana (Testo Unico SMA), in contrasto con la direttiva 2010/13/UE SMA, consente trasmissioni gravemente nocive per i minori (pornografia e violenza efferata) in orario notturno sulle televisioni a pagamento con un sistema specifico e selettivo. La stessa Commissione europea ha chiesto alle autorità italiane se e come sarà assicurato che in Italia le trasmissioni televisive contenenti programmi che possono nuocere gravemente ai minori non saranno comunque diffuse.

Con il “Regolamento in materia di accorgimenti tecnici idonei da adottare per l’esclusione della visione e dell’ascolto da parte dei minori” (Delibera n. 220/11/CSP del 22 luglio 2011), Agcom ha spalancato l’accesso televisivo alle trasmissioni gravemente nocive per i minori, disattendendo peraltro ai requisiti richiesti dalla norma riguardo: alla verifica della maggiore età dell’utente che intende accedere ai contenuti ‘adult’, alle modalità non riservate di comunicazione del codice e alla genericità del codice, attualmente fornito in maniera standardizzata dai produttori di apparati riceventi, pur con facoltà di modifica
da parte dell’utente.

La ratio della norma - sottolinea nella lettera il presidente Franco Mugerli - non può essere surrogata da un surplus di informativa. La ratio della norma, infatti, non è la funzione parentale, ma è l’inibizione dell’accesso alla visione del contenuto pregiudizievole ai minori. Ricordando che per il Codice di autoregolamentazione Tv e Minori “il minore ha diritto ad essere tutelato da trasmissioni televisive che possono nuocere alla sua integrità psichica e morale”, il Comitato media e minori si appella al ministro Romani perché si faccia carico delle problematiche evidenziate consentendo al Comitato stesso di assolvere al mandato istituzionale affidatogli.