San Prospero, Santa Caterina, San Quirino, San Pancrazio, San Pietro e San Paolo, San Bartolomeo, San Marco, addio! Per fare cassa vanno bene anche i santi, nel senso che la misura inserita all'art. 1 § 24 del decreto legge approvata dal Consiglio dei ministri il 12 agosto scorso ha deciso di “abolire” la festività del santo patrono, per far lavorare di più ed evitare i ponti. Inoltre vuole la “scomparsa” di due feste civili che ricordano tappe fondamentali della nostra democrazia e della nostra repubblica, costate sangue, lutti, sacrifici: 25 aprile e 2 giugno; e anche della festa del lavoro il 1° maggio.
Abolire la festa del santo patrono nella data tradizionale e portarla al venerdì precedente ovvero al lunedì seguente la prima domenica immediatamente successiva ovvero farla coincidere con tale domenica – con quali risparmi e vantaggi poi? – significa cancellare d'imperio secoli di profonda devozione religiosa, di tradizione civica consolidata, di cultura ed arte. Il patrono fa parte della storia non solo ecclesiale, ma anche civile delle nostre città e dei nostri paesi: S. Prospero “defensor civitatis” figura da secoli sul gonfalone di Reggio Emilia. Ancora un colpo – e ben assestato – anche alle radici cristiane dell'Italia? Quanti parlamentari cattolici eletti nelle fila della maggioranza e dell'opposizione avranno in Parlamento il coraggio di opporsi a questa norma?
Abolire le festività
Cari politici, avanti di questo passo… Rimandare le festività per qualche euro in più diventeremo tutti più pagani a danno del riposo e della serenità sociofamiliare.
(Angiolina Casoni)
La solita politica dei furbetti
Due domande semplici semplici rivolta a chi ha deciso o sta decidendo le abolizioni delle festività:
1) chi lavorerà di più?
2) ci sarà qualcuno che lavorerà di meno?
Le risposte, semplici semplici, che saprebbe dare un bambino:
1) quelli che producono beni o servizi alla produzione;
2) sì, quelli che operano nel turismo, nel commercio, nei servizi alla persona.
Un’altra domanda alle solite persone: conoscete il numero di festività degli altri paesi europei e di quelli cosiddetti “emergenti”?
La risposta me la do io: non credo.
Un’ultima domanda: cui prodest?
La risposta è evidente.
Saluti a Redacon e grazie per il servizio che offre ed offrirà, nonostante la festività di S. Pancrazio.
(Elio Peri)
25 aprile
Finalmente la destra italiana riuscirà ad abolire il 25 aprile. Ha impiegato quasi vent’anni ma ce l’ha fatta. Questo sì che è rispettare gli impegni presi con gli elettori.
(Giacomo)
Soppressione festività
Ciò che scandalizza è la ricerca di palliativi a una cura da cavallo. Non condivido assolutamente la pretesa di ridurre una festività come il 25 aprile a una semplice data in rosso sul calendario. Sono ben altri i valori legati a questa data. Siamo forse dimentichi dei sacrifici e del sangue versato per addivenire a ciò che questa data rappresenta? Un invito a tutti i democratici: uniamoci e facciamo sentire la nostra voce!!!!
Sono disponibile per qualsiasi iniziativa.
(W. Orlandi)