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Eredità Novembrini? A Vetto si dimette il revisore

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Il Consiglio vettese riunito ieri sera (Foto Redacon)

(Vetto, 1 dicembre 2011) – Consiglio comunale chiamato ad occuparsi dell’assestamento di bilancio. Inevitabile quindi occuparsi anche, dato che l’argomento è tutt’uno, dell’ex ragioniere Enrico Novembrini, più volte citato e chiamato in causa per una gestione francamente disinvolta, la cui “ombra” si è allungata cupamente sui lavori dell’assemblea per tutta la serata. “Base di partenza” politica della riunione erano le più volte richieste dimissioni del sindaco, Sara Garofani, da parte di esponenti provinciali e regionali dello schieramento di centrodestra (Pagliani, Filippi…), che nei giorni scorsi avevano domandato anche il commissariamento dell’ente. Dato ciò, era lecito attendersi un clima piuttosto teso. In realtà, si è constatata più che altro una grande preoccupazione, condivisa dagli opposti schieramenti, seppure ciascuno con proprie ragioni e diverse responsabilità. Difatti, oltre allo stato delle casse comunali, altri temi importanti premevano, e si poteva riassumere il tutto nella domanda inquieta: “Qual è il destino del nostro paese, Vetto?”.

Vetto e il suo destino

Due ore per arrivare in fondo a tre punti all’ordine del giorno, di cui solo uno – l’assestamento – considerabile tale in senso stretto in quanto i primi due erano e sono premessa consueta di ogni riunione consiliare, cioè le comunicazioni del sindaco e l’approvazione dei verbali della precedente seduta. Eppure anche questi primi due argomenti hanno portato via tempo. Perché i fatti di questi giorni sul fronte dei nuovi assetti istituzionali e scolastici che si vanno profilando anche nella nostra montagna hanno provocato discussione. Intanto, con la Comunità montana destinata (forse) a sparire (ma che con ogni probabilità rimarrà ancora in vita il prossimo anno, in attesa di apposita legge regionale), la messa in comune di servizi tra enti procede, col fine della razionalizzazione e del risparmio di spesa. Come riferivamo proprio nei giorni scorsi, Vetto sembra destinata a collegarsi sempre più strettamente a Castelnovo (vicino da sempre “ingombrante” – un rapporto di amore-odio, come ha espresso efficacemente un consigliere) e Carpineti. Essendo Vetto comune con popolazione inferiore a 3000 abitanti, entro il prossimo 31 dicembre è obbligato per la norma Calderoli ad associare almeno due servizi; e si parla di quelli sociale e di polizia municipale. A proposito di quest’ultimo, però, è al momento vigente una convenzione con Canossa e Casina (la “Matildica Val Tassobbio”), che entro non molto a quanto pare arriverà a chiusura. Circa la scuola, ugualmente nei giorni scorsi abbiamo pubblicato resoconti sul nuovo assetto che avanza (“Un fulmine a ciel sereno – ha detto Fiori – la maggioranza se l’è cantate e suonate senza metterci al corrente di quanto stava avvenendo, così spacchiamo il comune”), in virtù (ma per molti questa parola sarà certamente fuori luogo…) del quale Vetto si vedrà collegato pure con Busana. Insomma, qualcuno ha rilevato come sarà tutt’altro che facile mettere insieme un rompicapo che vede le varie tessere del mosaico ancora da piazzare e collegare bene tra loro: Casina, Canossa, Castelnovo, Carpineti, Busana, vari servizi in essere e da attivare… Vetto con chi andrà? Come ci andrà? Il sindaco ha voluto evidenziare che questa situazione è figlia del grande caos che regna attualmente a livello normativo, per cui si dovrà certamente attendere una schiarita. Ma accade che di fatto questo centro, che ha visto involarsi via via negli ultimi anni diversi servizi (e pure il parroco residente, pur esso un segno significativo), da molti è considerato – ed anche in Consiglio questo è stato ripetuto, naturalmente dai banchi della minoranza – in uno stato socio-economico e con un trend paragonabili a quelli dei comuni del crinale. Discorso ripetuto pari pari anche a proposito del tema più squisitamente economico-finanziario al centro della serata, allorché l’ente, con l’assestamento, ha proceduto alla verifica dello stato dei vari capitoli di spesa, aggiungendo e togliendo laddove necessario alla luce dell’andamento concreto d’amministrazione.

Il revisore dei conti si è dimesso

Il revisore dei conti Cristina Rossi si è dimessa. Lo comunica ufficialmente il sindaco. Prima di lasciare ha redatto e reso la relazione al bilancio, in data 24 novembre scorso, una settimana fa, ma in precedenza aveva redatto pure il bilancio consuntivo 2010 (altro bilancio oggetto di indagine per la ricostruzione dei movimenti di Novembrini, così come pure i precedenti redatti da altri revisori). In essa – si ascolta in assemblea – la professionista si dice, rispetto al bilancio, “parzialmente favorevole” e “parzialmente no”. Ciò a causa dell’asserita incertezza di alcune entrate. Cosa che qualcuno legge come foriera di “rischio dissesto”. Una situazione che ha suscitato una dichiarazione ufficiale letta dal consigliere Pioppi (vedi in calce il documento integrale) e vari commenti della minoranza, che al momento del voto ha enunciato, dopo aver ascoltato la relazione del sindaco, la propria posizione contraria; di più: “fortemente negativa”. Si sono ascoltate espressioni eloquenti: “bollettino di guerra”, “grave disagio contabile”, “caduta della qualità dei servizi”, “tinte fosche”, “situazione fuori controllo dopo una gestione ventennale che ci ha condotti fin qui”. Il fondo per le anticipazioni di cassa è stato portato da 700 a 990mila euro, a causa dell’eccessivo ricorso fattovi da Novembrini. Più in generale, se ne sono sentite diverse sul modo di interpretare le proprie funzioni e sulla gestione quantomeno disinvolta di questo ex dipendente con in mano forse troppe chiavi. Introiti di somme in capitoli errati, partite di giro non chiare, imputazioni di oneri previdenziali nell’anno di competenza sbagliato, manutenzioni non seguite, passaggi burocratici saltati… Insomma, pasticci diversi che, sindaco dixit, con l’operazione di assestamento odierno si vanno a tamponare (o almeno si tenta di farlo). Ma nulla toglie il pensiero che – sempre cose ascoltate durante la riunione – i vettesi, al di là delle decisioni governative in arrivo sul fronte “tagli & tasse” di Mario Monti, potrebbero ritrovarsi altri “regali” per una cattiva gestione tutta locale. “Si sentiva dire che la vicenda Novembrini non avrebbe toccato la nostra popolazione… Staremo a vedere”.

Dichiarazioni non verbalizzate nella scorsa seduta

E a questo proposito non si può non sottolineare un’ulteriore fatto. Al momento dell’approvazione dei verbali della precedente seduta consiliare di fine settembre scorso – operazione che quasi sempre passa come assoluta routine e in pochi istanti in tutti i consigli – la minoranza ha da chiedere un’integrazione al verbale della delibera n. 27. Non si tratta di dettagli. Spiega infatti Luigi Ruffini (che “cicchetta” il segretario comunale) che in essa non vi è compresa una “domanda diretta fatta al sindaco: Novembrini aveva dei precedenti?”. Materia delicata. Mancava il riporto di questo e della risposta del sindaco, “che era stata affermativa”. Si trattava di due provvedimenti: uno rientrante nell’illecito, la falsificazione della firma del segretario, per cui si era addivenuti ad un patteggiamento, e l’altro sfociato invece in una sanzione pecuniaria. Così si è provveduto seduta stante, forse un po’ obtorto collo, alla correzione. Per poi procedere all’approvazione.

Il sindaco conclude e compendia la riunione con un’espressione fortemente sconsolata: “Non ho mai vissuto – dichiara – un momento così complicato”. Soggiungendo subito però un battagliero: “Ma sul bilancio di competenza 2011 ora siamo a posto”. Ha da passare l’inverno, i prossimi mesi parleranno.

* * *

L'intervento della minoranza consiliare

Sul testo di deliberazione che ci viene sottoposto per l’approvazione di stasera troviamo scritto che sulla presente proposta di variazione di bilancio ha espresso parere in parte favorevole e in parte non favorevole il revisore dei conti, con relazione n. 4696 del 24 novembre 2011.

Quando però andiamo a leggere detta relazione vediamo che il parere favorevole è limitato alla “competenza”, il che sta a dire che le variazioni di bilancio vanno bene sul piano della forma ma non altrettanto per la sostanza. E’ infatti tuttora aperta la questione dei residui, che fa esprimere il revisore in tutt’altro modo.

"La composizione dell’avanzo/disavanzo di amministrazione - scrive il revisore - non può prescindere da una corretta operazione di riaccertamento dei residui, che ancora non è stata fatta, aggiungendo nel contempo che esiste il pericolo, molto concreto nella realtà dell’Ente a causa delle note vicende, che non sussistano garanzie di economicità, tanto che potrebbero generarsi condizioni di dissesto finanziario, ad esempio per la presenza tra i residui attivi di crediti di dubbia esigibilità".

E su questa importantissima parte il parere del revisore non è affatto favorevole, mentre il testo di deliberazione che ci viene sottoposto non si sofferma ad analizzare le ragioni avanzate dal revisore, ma si limita appunto a dire che il suo parere è in parte non favorevole.

Peraltro, stando all’art. 239, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 267/2000, a noi sembra che, in sede di variazioni di bilancio, quando l’organo consiliare prende decisioni che si discostano dal parere del revisore deve motivare adeguatamente i provvedimenti assunti. Non ci pare che il testo di deliberazione risponda a tale disposto e, al di là degli aspetti normativi, che pure sono imprescindibili, non condividiamo affatto la semplificazione con cui la giunta vettese sembra voler affrontare il problema. La ventilata ipotesi di un dissesto finanziario, per usare le parole di un organo tecnico terzo, non può non preoccupare e non impensierire il sindaco, la giunta vettese e tutti noi.

C’è da rilevare che lo stanziamento per le anticipazioni di cassa è passato a 990.000 € dai precedenti 700.000, in gran parte precedentemente sempre utilizzati. A nostro avviso questo è un sintomo di un grave disagio contabile, al di là delle rassicurazioni fin qui ricevute.

Per quanto riguarda le voci dell’assestamento di bilancio, rileviamo che i capitoli delle minori spese presentano una serie di riduzioni e di tagli significativi.

Ad esempio la soppressione dei capitoli di spesa sul lavoro straordinario del personale, degli oneri di formazione, degli interventi urgenti sulla viabilità comunale, della sistemazione dei cimiteri, la soppressione dei contributi per l’abbattimento del tasso di interesse per l’artigianato, le attività commerciali e agricole. La riduzione significativa di altre voci, dalla pulizia delle strade alle spese per gli adempimenti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, agli oneri di formazione del personale. In compenso avremo le luminarie... e la notte bianca.

Non possiamo non rilevare una caduta netta della qualità dei servizi, che collegata allo stato di disorientamento generale della popolazione sugli avvenimenti in corso, dipinge di tinte fosche la situazione amministrativa del Comune, una situazione che sembra per certi aspetti fuori controllo. Una situazione non maturata dall’oggi al domani, ma frutto di un ventennio di pessima gestione dell’amministrazione pubblica, perpetrata dalle amministrazioni che si sono succedute.

A ciò arreca ulteriore danno la decisione di scorporo delle scuole di Vetto dall’Istituto scolastico comprensivo di Castelnovo ne’ Monti, un'unione ventennale, per confluire in quello di Busana, decisione presa dal sindaco di Vetto e dalla sua giunta. Decisione avversata dal Consiglio d’Istituto di Castelnovo, non condivisa dalla maggioranza dei genitori, con parere fortemente negativo degli insegnanti e della minoranza consiliare. Una decisione, in questo momento di difficoltà del Comune, nociva e senza senso. Un comune con pochi alunni, che sarà diviso fra i due istituti, poiché i frequentanti a Castelnovo resteranno ovviamente dove sono attualmente. Una decisione, fra l’altro, non passata dal Consiglio comunale. E’ di oggi (ieri, ndr) la notizia, riportata dai quotidiani d’informazione, della volontà di addivenire in strettissimo giro di tempo all’Unione dei servizi associati, da parte dei comuni di Vetto, Castelnovo ne’ Monti e Carpineti, per gestire in un modo più razionale gli stessi.

Ci risulta assurdo perciò avere deciso di spostare il nostro baricentro dell’istruzione su Busana, fra l’altro già condividendo con i comuni di Canossa e Casina il servizio di Polizia municipale. Saremo così impegnati su tre fronti e quindi tutto e il contrario di tutto!

Pensiamo che le scelte debbano essere sempre frutto di un indirizzo unico, lontane da un qualsiasi richiamo o favoritismo che non sia l’interesse della collettività che temporaneamente si amministra. Il nostro perciò sarà un parere fortemente negativo e preoccupato.

 

7 COMMENTS

  1. Ma toh! Ho sbagliato, non ho controllato a dovere tutti i documenti per il quale sono stato incaricato di controllare. Non ho svolto bene il mio lavoro, ho fatto perdere al Comune una certa somma… E allora?? Mi dimetto, ciao a tutti, come se nulla fosse (non è che se una persona assunta con determinato incarico esterno sbaglia… sia libera da dire vado via… il danno chi lo paga?).
    Se non si è in grado di fare le cose:
    1°) non si accetta l’incarico;
    2°) se si sbaglia si paga;
    3°) meglio non scrivere altro…

    (Eros Tamburini)

  2. Sono un consigliere di maggioranza del Comune di Vetto e vorrei solo commentare il vs. articolo che sembra molto di parte. Non trovo scritto nel vs. articolo che il sindaco Sara Garofani ha spiegato tutte le voci del bilancio (ogni singola voce) dando tutte le motivazioni del caso, motivando anche la scelta di aderire all’Istituto scolastico di Busana, e rispondendo a tutte le domande della minoranza, che dovrebbe informarsi sia sulle luminarie natalizie (non a carico del Comune) sia sulla notte bianca.
    Grazie.

    (Marco Ruffini)

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    Speriamo convenga che sarebbe stata ardua impresa, oltrechè giornalisticamente senza senso, riportare voce per voce ciò che ha elencato il sindaco. Così come speriamo convenga che le dimissioni del revisore siano state un fatto, non un’opinione. Una notizia, insomma; e non di poco conto. Siamo disponibili, come sempre, ad accogliere e pubblicare un eventuale documento prodotto dalla maggioranza. Il nostro articolo, che lei considera “di parte”, potrà così essere efficacemente “controbilanciato e corretto” laddove ritenuto del caso.

    (red)

  3. Caro Marco, difendersi è una cosa, ma in questo caso crederci è molto più grave. I soldi delle luminarie offerte da Idrovet potevano essere veicolati, volendo, in modo più costruttivo, ad esempio sulla scuola e così per tante altre cose… Ma tant’è…

    (Luigi Ruffini)

  4. Non voglio alimentare polemiche che ritengo inutili, ma la verità di un consiglio comunale dove si andava ad approvare l’assestamento di bilancio, dove non possono e non devono comparire i residui sia attivi che passivi, in sostanza è la parte corrente. Non vi è dubbio che questa triste vicenda porti con sè preoccupazioni e difficoltà anche socio-economiche. Non siamo però un Comune dove tutto è allo sfascio e non credo che sia peggiore di altri comuni della montagna. Vorrei inoltre sempre per correttezza di informazione che quello che viene chiamato dissesto sarà eventualmente un disavanzo di bilancio e il termine è sostanziale. Inoltre vorrei ricordare che nell’anno 1990 questa parte ereditò davvero un dissesto finanziario forse questo qualcuno lo ha già dimenticato. Poi ci sta che la stampa, la minoranza scrivano e dicano dissesto in modo errato. Sulle dimissioni del revisore dei conti vorrei ricordare che chi doveva controllare ha dato un giudizio positivo nel 2010; ciò significa che probabilmente prima non ha fatto il proprio lavoro con scrupolo e con la corretta professionalità se riporta un parere negativo sui residui cioè la parte del bilancio dell’anno precedente. Poi correttamente la redazione dà spazio alla minoranza che credo abbia inviato i documenti, ma il titolo e il commento non è della minoranza ma della redazione, in particolare il “titolo” e il redazionale e in particolare quando scrive “si tenta di farlo”; questo non è stato detto e scritto ma l’assestamento come detto prima è CERTO e non si “TENTA” e questo credo sia di parte; ma ripeto questa non vuole essere una sterile polemica ma solo per correttezza di informazione.

    (Pierino Ruffini, assessore Comune di Vetto)

  5. Buongiorno, sperando che il vicesindaco Guazzetti sia più abile ad amministrare che a scrivere (l’ortografia zoppica un po’…), rispetto al suo commento sono a precisare quanto segue: ripetute visite di Guardia di Finanza e Carabinieri presso il Comune di Vetto e presso abitazioni private vorranno pure dire qualcosa, o no? La bella cifra di 500.000 euro di ammanco, pressochè certa, vorrà pure dire qualcosa, o no? Se lo stanziamento per le anticipazioni di cassa del Comune sfiora il milione di euro vorrà pure dire qualcosa, o no? Sarà tutta colpa di Berlusconi, o no? Sarebbe il caso che qualcuno, con un po’ di pudore, facesse un passo indietro, o no?
    Ai posteri (e alla Procura) l’ardua sentenza…

    (Ivano Pioppi, consigliere di minoranza)

  6. Carissimo Pioppi, chiedo scusa per l’ortografia, ma non pensavo che il mio commento, accidentalmente inviato, fosse poi comunque pubblicato a differenza di altri che “in corso di moderazione” mi sono stati tagliati. Vedi, Ivano, le tue considerazioni le ritengo meramente strumentali e pretestuose, soprattutto da chi si occupa, come te, solo per hobby dell’amministrazione del Comune di Vetto. La stima dei vettesi nei confronti del sindaco in carica e la responsabilità istituzionale dell’intera maggioranza consiliare non si farà certo intimidire dal tuo commento.

    (Emilio Guazzetti)

    P.S. – Non capisco perché tra le righe citi il tuo “amico” Berlusconi……….!! Nel momento del bisogno gli hai voltato la faccia???

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    Solo una, necessaria, precisazione tecnica. La redazione non si è mai neppure sognata di “tagliare” alcunchè del sig. Guazzetti. Perchè, vista la sua affermazione, una domanda allora si impone: erano forse a lui riconducibili i commenti di un non meglio specificato “cittadino vettese” ricevuti nei giorni scorsi?
    Casomai, piuttosto, lo ha sollecitato ad integrare l’unico suo commento chiaramente firmato pervenuto (monco perchè, come dice lui stesso e come era facile supporre, partito accidentalmente) con propria mail, spedita il 5/12 alle ore 23,34.
    Approfittiamo per ribadire (per la 57^ volta?) che non pubblichiamo anonimi.

    (red)