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Gatta, commemorazione del 67° dell’eccidio nazifascista

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I comuni di Villa Minozzo e Castelnovo ne' Monti, insieme alla Comunità montana dell'Appennino reggiano ed alle associazioni partigiane e dei deportati, hanno organizzato per domenica prossima, 8 gennaio, la commemorazione del 67° anniversario dell’eccidio di Gatta, dove furono uccisi i partigiani del distaccamento Pigoni, 26^ Brigata Garibaldi.

Il programma della giornata prevede alle 9,30 la celebrazione della Messa a suffragio dei Caduti nella Chiesa parrocchiale di Gatta. Alle 10 ci sarà il saluto del sindaco di Villa Minozzo, Luigi Fiocchi, alle 10,45 la commemorazione della sen. Leana Pignedoli, alle 11,30 si formerà invece il corteo verso Villa Marta e durante il percorso saranno deposte corone al monumento commemorativo di Gatta ed al vicino cippo di S. Bartolomeo. La manifestazione sarà accompagnata dalla Banda musicale di Felina. Sarà presente anche una delegazione del Villaggio Stranieri di Reggio Emilia, che porta il nome di un  ragazzo partigiano caduto a Gatta l’ 8 gennaio 1945.

In una nota le associazioni partigiane Anpi e Alpi invitano tutti a partecipare numerosi “per riaffermare l’impegno a difendere quei valori di  libertà, democrazia e solidarietà per i quali sono morti i partigiani a Gatta”.

Ci sarà anche la possibilità, per chi lo desidera, di pranzare insieme al ristorante ”La Pioppa”, in località Carniana. E’ possibile prenotarsi contattando i numeri telefonici 0522811064 o 0522812678. Il pranzo sarà a prezzo fisso (€ 20 per due primi, arrosti misti, dolce, caffè, vino e acqua).

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Ricordando...

All’alba dell’8 gennaio 1945 avanguardie di una colonna tedesca raggiunsero il torrente Secchia attraverso la strada Gatta-Felina. In località S. Bartolomeo era stato istituito un servizio di vigilanza al ponte della Gatta, situato in una stalla ed affidato ad una squadra del distaccamento “Pigoni”. Probabilmente conoscendone l’ubicazione, i tedeschi attraversarono inosservati il Secchia, aggredendo ed uccidendo immediatamente le due sentinelle Vasco Madini “Fulmine” e Sergio Stranieri “Randa”. Prima di morire, uno dei due giovani partigiani riuscì a dare l’allarme, ma i nazisti erano già troppo vicini. Il resto del distaccamento tentò comunque uno sganciamento: scese verso il greto del torrente Secchiello seguendone la riva sinistra, col proposito di raggiungere il grosso del distaccamento “Pigoni” fermo a Sonareto. Tuttavia la neve molto alta ed il terreno accidentato resero il cammino molto lento e disagevole. I nemici marciarono invece più speditamente sulla strada sovrastante che porta a Carniana, riuscendo a precedere i partigiani e a catturarli facilmente. Vennero tutti condotti all’interno della semi-diroccata Villa Marta e là torturati ed uccisi. Fu così che oltre alle due sentinelle morirono Aldo Bagni “Nerone”, Angelo Masini “Tonino”, Arturo Roteglia “Ellas”, il sabotatore Manlio Bruno “Costantino”, la staffetta del Comando unico Ruggero Silvestri “Jena”, Aristide Sberveglieri “Tallin” e Armando Ganapini “Lazzarino”. I graduati Gino Ganapini “Leone” e Carlo Pignedoli “Mitra” vennero invece portati nelle carceri di Ciano e successivamente fucilati il 26 gennaio ‘45.