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Il cane? Entrerà al Sant’Anna

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Da Ligonchio a Canossa, passando per Castelnovo ne' Monti occorre rilevare che non è particolarmente diffusa la cultura dell’accogliere gli animali in negozi, esercizi e altro, con, va detto, indubbie ricadute negative sulle medesime attività. Un modello assai distante dalle più note località turistiche. Si pensi, infatti, a quante sono le persone con animali al seguito che, spesso, si vedono preclusi l’ingresso nei locali e che, nel tempo, ha destato non poche polemiche sui media.
Ora c’è una sentenza che potrebbe contribuire a invertire questo approccio culturale agli animali. Infatti, il cane può entrare in ospedale perché "il sentimento per gli animali è un valore e un interesse a copertura costituzionale" che può anche avere effetti benefici sul corpo umano, come del resto la pet-therapy sta a dimostrare. La notizia giunge da arese dove il giudice tutelare Giuseppe Buffone, con decreto del 7.12.2011, ha riconosciuto l’esistenza di un vero e proprio diritto, costituzionalmente riconosciuto, alla tutela del sentimento che l’uomo ha per gli animali e quindi alla possibilità di continuare a frequentare il proprio cane anche qualora si fosse ricoverati in una struttura sanitaria.
Quanto tempo occorrerà per vedere un cane nel nosocomio di Castelnovo o di Reggio Emilia ancora non lo sappiamo, ma è singolare il fatto che la sentenza faccia alle "evoluzione dei costumi", al cambiamento della "coscienza sociale", al rispetto di "tutte le creature viventi". Inoltre, “in base all’evoluzione della coscienza sociale e dei costumi, il Parlamento abbia ritenuto che” il sentimento verso gli animali “costituisse oramai un interesse da trarsi dal tessuto connettivo della Charta Chartarum, in particolare dalla previsione sempre-viva dell’art. 2, aperto al soggiorno dei valori man mano riconosciuti, nel tempo, dalla Società, come diritti inviolabili”. Ancora: se la Legge "ha riconosciuto che l'uomo ha l'obbligo morale di rispettare tutte le creature viventi, e in considerazione dei particolari vincoli esistenti tra l'uomo e gli animali da compagnia", è palese che ha "affermato l'importanza di tali animali a causa del contributo che essi forniscono alla qualità della vita e dunque il loro valore per la società".
D’ora in poi via libera al fido in corsia con una gioia tripla: per il malato, per l’animale e, sicuramente, anche per molti altri pazienti.

4 COMMENTS

  1. Il cane in ospedale!!! Non sarebbe meglio (a sollievo del malato) portare il ricoverato, a casa propria, a far visita al cane?

    (Angiolina Casoni)

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    NOTA DELLA REDAZIONE: potrebbe essere un’idea. Così con i tempi di ricovero brevi che già ci sono, passiamo a una visita lampo e poi subito a casa… Facili ironie a parte, sia per motivi gestionali che spesso per motivi di benessere del paziente i tempi di ricovero ci pare già siano ridotti allo stretto necessario. Mentre se la lettrice si riferisce all’ipotesi di portare a casa i malati per poi ricoverarli di nuovo ci pare più macchinosa, rischiosa e costosa della soluzione qui proposta.

  2. La sentenza riguarda una persona gravemente malata, e quindi, ritengo sia stato giusto accontentarla. Non credo sia possibile allargare tale diritto a chiunque, soprattutto per ricoveri brevi onde evitare che il reparto diventi un canile. Bisognera’ che ogni ospedale stabilisca le modalita’ e i tempi di questa visita speciale per non recare disturbo ad altri. Aggiungo che i miglioramenti di salute dei malati dati dalla pet therapy sono indiscutibili. Spero di non averne mai bisogno ma, nel caso, usufruirei sicuramente di questa sentenza per vedere un po’ il mio cane.

    (Alessandro)

  3. Il cane è già entrato al Sant’Anna, in assistenza continuativa ad una degente non vedente. Concordo che deve rimanere un’eccezione per casi motivati e necessari e non una regola; credo che la pet teraphy debba essere sostenuta, ma in luoghi idonei che non sono gli ospedali. Per i luoghi di vacanza sono invece d’accordo che bisognerebbe stimolare le strutture all’accoglienza. Ma per gli esercizi pubblici (es. panetterie, giornalai, ecc.), dove la sosta è più breve, credo che si possa prescindere. Bisogna rispettare l’animale ma anche chi può averne paura o può non ritenere opportuna la loro presenza.

    (Anna)

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    NOTA DELLA REDAZIONE: Eppure la sentenza pare chiara, certo non occorre estremizzare ma se un paziente ricoverato, ora, volesse ora il suo cane avrebbe riconosciuto questo diritto.

  4. Ritengo, se necessario e solo in casi particolari, l’ingresso dell’amico dell’uomo in ospedale utile. Bisogna poi pensare che ci vorrebbe un controllo da parte di veterinario, ad esempio, all’ingresso ad attestare la buona salute dell’animale e la corretta igiene. Per non peggiorare ad esempio le possibilità infettive. E se il vicino di letto, ad esempio in reparto chirurgico, dove ci sono neooperati, fosse anche allergico al pelo dell’animale? Spero questa nuova disposizione sia ben regolamentata, se no mi sa che ne vedremo delle belle!!!

    (Mariapia)