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Centenario o non centenario?

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Grattacielo in costruzione

Si tratta ormai di mera curiosità, ma fa discutere i nostri lettori il taglio dell’acero davanti al grattacielo di Castelnovo ne’ Monti. Alle obiezioni sollevate da uno di essi alla nostra breve fotonotizia, dove “accreditavamo” la pianta di un centinaio d’anni di età o giù di lì, ha risposto oggi Romano Marchi, che scrive: “L’acero di cui si parla era già pianta di pregio quando venne edificato il grattacielo. In quel periodo frequentavo le elementari e con il maestro Tondelli andammo a misurare la circonferenza, già allora ragguardevole. Sembrava si dovesse abbattere ma poi i progettisti riuscirono a salvarlo riducendo lo spazio che in un primo momento era previsto per il transito delle auto. Se si potesse recuperare il seme di quell’acero sarebbe bello cercare un albero diretto discendente di quello appena tagliato. Pare che piante secolari diano origine ad alberi altrettanto longevi”.

Prima del grattacielo

Il primo lettore a sostegno della sua tesi ha inviato la foto che pubblichiamo (sopra), che a prima vista sembrerebbe dimostrare che al momento della costruzione non ci fosse nulla. Ma a ben guardare quell’immagine non “copre” un campo di vista sufficiente sulla sua parte destra. In effetti, altre fotografie, precedenti, relative a quando al posto del grattacielo vi erano ancora altri edifici (ricordiamo che la costruzione risale a primi anni sessanta e che quindi contando a ritroso fanno già cinquant’anni di vita “minima” dell’acero) sembrano invece confortare la testimonianza di Marchi. Ve ne mostriamo una (qui a lato).

 

7 COMMENTS

  1. L’acero era lì, non so se albero di pregio ma già alto nel 1948, quando siamo andati ad abitare alla “Maestà”. Era lì, sulla destra del cancello d’accesso, in ferro, a via Roma, ed era già lì ancor prima della costruzione del ponte che porta a Vetto – fotografia 1 -, costruzione che aveva cancellato la “maruga” e le ciliege dei Beretti, superfici all’interno di quel cancello. La costruzione del grattacielo, allora, si era “solo” limitata a segare quattro splendide piante di prugna, il cui profumo a primavera cominciavi a sentirlo già da piazza Peretti quando scendevi dalla corriera, almeno così diceva la professoressa Zanni che ogni giorno veniva a far scuola da Ramiseto. C’era poi un altro ingresso a… No, adesso basta: non vi voglio tediare raccontandovi la mia infanzia…

    (Giovanni Annigoni)

  2. A proposito dell’acero della Maestà il sig. Nino Giovanelli, nato a Castelnovo ne’ Monti nei primi anni del Novecento e coetaneo di mio padre nonchè cugino, mi raccontò anni or sono che tale albero fu piantato da suo padre Attilio, detto Bigarel, in occasione della sua nascita. La data di nascita del Sig. Nino ora deceduto non la conosco con esattezza, ma conosco l’anno di nascita di mio padre, 1906, per cui possiamo definire l’acero certamente centenario.

    (Pier Giorgio Simonazzi)

  3. Visto l’interesse manifestato per l’acero secolare del grattacielo, propongo a chi fosse interessato, un incontro per formare un gruppo di appassionati in grado di recuperare semi, talee e piantine di alberi monumentali da ripiantare in parchi pubblici o altri luoghi protetti. Si potrebbe cominciare con le querce della Pieve e con l’agrifoglio delle Acque Bianche, magari coinvolgendo le scuole e la Forestale.

    (Romano Marchi)

  4. Una delle leggi di Murphy: ‘Qualunque cosa tu decida di fare, prima nè devi fare un’altra’.
    Salviamo prima gli ippocastani, l’allarme è già stato lanciato su questo giornale. Dai commenti letti poi, la diagnosi fatta sull’acero è stata fatta in un modo approssimativo, per usare un eufemismo, ma l’ ‘esecuzione’ ha avuto la tempistica di un blitz. Possibile che si debba mandare sui viali la storia di un paese, per qualche posto macchina in più o per ridurre le spese di una assicurazione comunale?

    (mv)