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Lo sciopero del malcontento. Tir e padroncini fermi. Quando nei supermercati gli scaffali sono vuoti e manca la benzina. Ecco come ci si ricorda di un settore al collasso

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Scioperare è un diritto. Lavorare è un diritto. C’è una parte dell’Italia in ginocchio per lo sciopero di pare poche sigle sindacali, eppure in molte zone  il paese è fermo. Anche da noi, la gente preoccupata comincia a fare rifornimento di benzina. Non si sa mai… Il sindacato che raccoglie il maggior numero di iscritti, Cna Fita, non ha aderito allo sciopero e rivendica la possibilità di lavorare. Invece i fermi bloccano tutti. Chiede legalità e fa sapere di avere trattative con il governo e di voler fare azioni ma rispettando le regole.

Alcuni trasportatori locali interpellati hanno dichiarato che pur non partecipando allo sciopero ne condividono però le motivazioni. Un settore in profonda crisi, che in questi anni ha visto fallire molte imprese, di cui si ci ricorda solo quando iniziano azioni eclatanti come lo sciopero che ha paralizzatola Sicilia  e rischia di fermare l’Italia. E la gente se ne accorge solo se i supermercati sono vuoti e se manca la benzina. Purtroppo però l’esasperazione è tanta e il rischio di infiltrazioni e atti violenti è elevato.

Gisella  Corradini, sassolese, da anni camionista per passione e professione,  attiva portavoce dei diritti e doveri della categoria, ha dichiarato: “Conosco personalmente molti trasportatori che hanno aderito allo sciopero in Sicilia. Con l’estrema destra non c’entrano niente. Sono persone esasperate che da mesi non vedono lo stipendio. Costi dei traghetti e del carburante alle stelle e le banche che hanno chiuso i crediti. Anche nelle nostre zone sono molte le aziende in grossa difficoltà e che rischiano il fallimento. Senza più nessuna garanzia dei pagamenti e nessuna garanzia al credito. In poche parole, aziende che hanno sempre svolto il proprio lavoro con onestà e correttezza  pur avendo sempre  pagato regolarmente vengono considerate categoria a rischio indipendentemente dai pagamenti”.

E aggiunge: “Purtroppo i sindacati sono diventati enti che erogano servizi. C’è grande paura”. Altri interpellati riferiscono di camion fermi, di molti autisti a spasso e per alcuni è davvero difficile rientrare nel mondo del lavoro. Però ribadiscono si il diritto di protestare, ma sempre nel rispetto delle regole. Evitando il far west e di danneggiare ulteriormente le imprese. Qualcuno dice che i camionisti non sono delinquenti ma lavoratori e in questo momento esasperati. E l’esasperazione si sa non è ne di destra ne di sinistra…”.

 

1 COMMENT

  1. Condivido GIsella,quando fa’ il punto su come e’messo il settore dell’autotrasporto.Siamo alla frutta ,le ragioni sono tante e vengono da lontano responsabilità dei sindacati dei vari Governi della committente che non paga quanto realmente costa un trasporto.Ma penso che la responsabilità principale sia dei trasportatori perché non siamo in grado di farci pagare di farci concorrenza e soprattutto il settore del trasporto e’ fortemente contaminato dalle infiltrazioni mafiose e dall’illegalità .il fermo di questi giorni conferma questo dato ai picchetti organizzati ai caselli erano presenti tanti nomi “noti” presenti con auto di grossa cilindrata e qualcuna blindata.Questi personaggi non hanno nulla a che fare coi problemi sollevati da Gisella.sono quei signori che dopo e prima del fermo fanno concorrenza a prezzi bassi.uno spaccato di questa situazione si puo’ veder questa sera a piazza pulita alle 21.00 sulla 7. Grazie.

    (Bini)