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C’era una volta una biblioteca

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Riceviamo e pubblichiamo il seguente contributo.

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Una biblioteca con libri  e persone che si trovano per studiare, consultare, prendere in prestito…

Un piccolo paese dove i bambini vanno a leggere le storie, ad ascoltarle. Dove i giovanissimi scelgono libri intriganti. Dove i ragazzi studiano, fanno ricerche, consultano testi  e romanzi di autori incontrati in classe. Dove i genitori e i nonni trovano il piacere di una lettura serale.

Sembra l’inizio di una fiaba.

Ma questa storia che stiamo per raccontarvi è una fiaba all’incontrario: non ha un happy ending!!!

Villa Minozzo ventunesimo secolo.

Alcune insegnanti studiano all’Università della Tuscia i metodi per catalogare i libri. La scuola che, e ci piace ricordarlo, ha questa idea: creare uno spazio aperto a tutti, un’opportunità per crescere, per incontrare storie, persone; per dare e prendersi tempo prezioso.

Chiede all’Amministrazione comunale i locali per potere allestire scaffali, libri, videocassette, giornali, riviste e una sezione di storia locale.

Okay! Si parte! I locali del vecchio comune, chiamato La Rocca, ubicato in Piazza della Pace (che bel nome per una biblioteca!!). Stanze piccole, con angoli di privacy, con i solai a volta, le pareti spesse e un’atmosfera  intima.

L’apertura la garantisce la scuola, così come catalogazione, acquisto di testi.

Due volte la settimana alcune insegnanti, con funzione obiettivo, si impegnano a offrire questo servizio…

Ahimè arriva l’inverno… Si sa che in montagna, ma non solo, l’inverno è freddo e lungo. I pomeriggi in biblioteca possono essere una valida alternativa alla televisione, al computer, alla solitudine. Ma come? I riscaldamenti non funzionano… qui si gela... come si fa a studiare, a stare anche alcune decine di minuti, se non sono mezz'ore, seduti fermi?

Le insegnanti hanno tanta catalogazione, lavoro di precisione e prerogativa per il prestito alla cittadinanza. Persistono nel loro impegno, non è facile, si coprono, ma le mani si devono usare e come si fa? Si usano i guanti???? Non si riesce…

Si fa presente all’Amministrazione, ma….. “Sì, l’impianto è vecchio, malfunzionante, per mettere in moto il riscaldamento si spende un sacco e i risultati non ci sono...”. “Beh, per forza, non c’è neppure una porta che chiuda la biblioteca, che è divisa dalle scale da una pesante e improbabile grata di ferro…! Potete mettere una porta, un tendone, qualcosa che fermi la dispersione di calore… Ma almeno prima provate ad accendere…”.

Così passano gli anni e la situazione non cambia. La scuola, fatta di persone che hanno scelto di dedicare il loro lavoro, il loro tempo, ai giovani, al nostro futuro, non si rassegna e dispiace anche solo l’idea di chiudere i battenti.

Anche le pulizie non sempre vengono fatte. Spesso la biblioteca è sporca e, avendo l’ingresso e le finestre sulla piazza principale, viene utilizzata nelle feste di paese per i servizi igienici o per riprese con telecamere.

“Ma come…?? La grata è aperta??? I bagni sporchi??? Ci sono avanzi di piatti di pasta sui tavoli della biblioteca? Sporco, carte e pedate di fango dappertutto??? E scatoloni di libri vecchi  sporchi che il Comune non sa dove mettere e scaffali rotti che contenevano volantini di chissà dove e  chi. Ma di chi è questa roba e cosa ci fa qui?  Oggi la biblioteca dovrebbe essere aperta, ma come si fa? Chi l’ha lasciata in queste condizioni??? Ah, ma (oggi è lunedì) sabato c’è stata la festa per la vittoria di Razzo 'Miniera d’oro per il nostro comune' (parole del primo cittadino – no comment), con la Rai, ospiti illustri, bla bla bla… Eppure noi siamo qui, tutti i giorni, al caldo e al freddo, e cerchiamo di dare una possibilità a chi la cerca di crescere e accrescere la sua cultura. Ma questa non è cultura, è mancanza di rispetto e di sensibilità... E si parla di miniera d’oro????? Questa dovrebbe essere la nostra miniera d’oro, ma non fa clamore, è il lavoro silenzioso di tutti i giorni…”.

E’ avvilente…

Denunciamo la situazione. Scriviamo lettere per potere discutere il da farsi con la giunta comunale, almeno con gli assessori alla cultura e alla scuola e con il sindaco. Ma non ci arriva neppure una risposta. 

Passa il tempo, la biblioteca viene sempre aperta e si cerca di renderla accogliente, di organizzare pomeriggi di letture per i ragazzi, di invitarli a studiare. Siamo due insegnanti, possiamo aiutarli nei compiti. Ma i computer non ci sono. Quelli che avevamo, due, li hanno presi in Comune, li usano loro e ce ne hanno dati altri due che neanche si accendono. Il telefono non funziona, la stampante per le etichettature è spesso rotta. Con il freddo si accartocciano gli adesivi delle etichette e si inceppa la macchina. Anche studiare in questo modo, senza computer, senza internet… Cerchiamo sui libri, ma capiamoci: non siamo competitivi... I ragazzi avrebbero l’aiuto, sì, ma fanno prima a casa loro con Wikipedia… Non c’è neppure il fotocopiatore per, eventualmente, fotocopiare pagine da enciclopedie, peraltro datate...

Primavera 2011: ad un Consiglio di istituto finalmente il sindaco partecipa. Gli si chiede maggiore attenzione e impegno, sensibilità. Nonché due computer, l’accesso ad internet (con la rete wireless non dovrebbe essere difficile, dal  momento che La Rocca guarda il Comune nuovo). Due pannelli per scaldare, pulizia, una porta per isolare la biblioteca dalla scala.  E due scaffalature nuove. Non sappiamo più dove mettere i libri che giacciono in seconda fila e poco visibili…

“Okay, ve le garantiamo”,ci rispondono. E le parole sono al verbale del segretario del Consiglio di istituto.

Gennaio 2012, lunedì 23. La biblioteca è fredda, ci sono scatoloni che ostacolano l’apertura. Roba che non c’entra, foto di vecchie mostre allestite dal comune. Non hanno nulla a che vedere con la biblioteca.

Basta! L’insegnante esce, scrive un foglio che appenderà sulla porta “CHIUSO PER FREDDO”. Qualcuno forse lo leggerà.

In questo mondo forse qualcuno proverà ancora stupore. Forse...

(Le addette alla biblioteca)

 

5 COMMENTS

  1. Appartengo a questo comune; non ho mai letto per pigrizia, ma ho sempre spinto i miei figli ad essere migliori di me, per fortuna ora sono grandi e possono utilizzare la biblioteca a Castelnovo e per motivi di studio a Reggio, ma penso a tutti quelli che ancora hanno i figli piccoli o quegli aduli che magari non sempre riescono ad accedere ad altre strutture. Poteva essere un centro di aggregazione sano per i nostri giovani e non solo ma, anche per molti delle famiglie della giunta di maggioranza e di minoranza del sindaco stesso, ma forse loro si sentono già culturalmente arrivati, tanto da ritenere che una biblioteca nel comune sia inutile. Se non ricordo male era stata incentivata da un fondo cui, ora non ricordo, avevano partecipato anche i miei figli allora studenti delle medie lavorando ad un progetto scolastico; io stessa avevo portato dei libri che in casa da me erano inutilizzati e solo pieni di polvere.
    Vabbeh! I prossimi saprò dove portarli… E pensare che la cultura non ha prezzo.

    (bg)

  2. E’ una cosa impensabile che nel 2012 un comune lasci una biblioteca chiusa,sporca,con scaffallature rotte e FREDDA . Complimenti alle maestre che non ostante tutto provano a dare vita alla biblioteca io sono un ragazzo giovane abito nella parte alta del comune e mi piacerebbe molto poter andare in biblioteca quando non lavoro la biblioteca e’ uno strumento bellissimo ed indispensabile che va assolutamente attivato.

    paolo

  3. Da quando è stata aperta, più di dieci anni non è mai stata riscaldata,mi risulta essere una biblioteca scolastica e allora mi chiedo:
    come mai è stata ubicata in una posizione così infelice? non era forse meglio avere la biblioteca all’interno della scuola ? già regolarmente riscaldata e sempre a portata degli alunni? La scuola a suo tempo prese un contributo cospicuo per questa biblioteca perchè si optò per i locali della vecchia sede del comune pur sapendo che per l’apertura invernale si sarebbe dovuto riscaldare l’intero edificio con costo davvero elevati e a carico del contribuente?

    (Francesco Baroni)

  4. Semplicemente rispondo: la scuola non aveva spazio. Solo recentemente, in sede di progettualità per la ristrutturazione antisismica che ha interessato la scuola media del capoluogo, per ovviare al problema del riscaldamento, si era ipotizzato uno spazio al piano terra dove ospitare la biblioteca (con ovvi problemi di apertura, però, perchè la biblio si prefigge di essere un servizio aperto a tutta la cittadinanza e non solo alla scuola e di ordine all’interno della stessa, poichè i ragazzi non possono utilizzarla senza personale competente e ci vuole sorveglianza e capacità di carico-scarico dei prestiti oltre che di scaffalatura). L’amministrazione comunale ha preferito, e qui non entro in merito alla decisione, che ritengo positiva, allestire un micronido in quello che era lo spazio destinato alla nuova biblio, lasciando a disposizione della scuola solo 70 metri quadrati. Capirete che non si può in tale spazio ridotto allestire una biblioteca!!!
    Poi, però mi dico: ma è così difficoltoso per un comune riscaldare un ambiente (e non è solo questo il problema)?? Capisco la spesa, ma rimango dell’idea che se non si ha il coraggio di investire sui giovani e sulla cultura non si va da nessuna parte!

    (Antonella D.)