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“Ecco il Parco che ho guidato”

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Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano è senza conducente. Infatti, Fausto Giovanelli, presidente dal 20 novembre 2006 ha concluso il suo mandato il 4 gennaio 2012. Cinque anni di lavori, idee, obiettivi, ma anche polemiche e dibattiti.

Secondo quanto previsto dalla legge il ministro dell’ambiente, Clini, ha espresso una proposta alle Regioni (che pare abbiano accettato), optando per la riconferma dello stesso Giovanelli. Ora è previsto un parere non vincolante delle competenti commissioni parlamentari. Al termine di questo iter complesso ci sarà la nomina e la, probabile, riconferma. Tempo di bilanci.

 

20 milio di euro di investimento in 11 anni, 105 progetti negli ultimi due

 

Giovanelli, in sintesi quali risultati ritiene di avere conseguito?

“Sarò cortissimo: nel 2006 il Parco non c’era: ora, nel 2011, il Parco c’è”.

Quante risorse ha investito il Parco dalla sua costituzione?

“Il Parco Nazionale esiste dal maggio del 2001. Sino al 2006 è stato per lo più commissariato. Dal 2006 al 2011 ha avuto finalmente i suoi organi ordinari (presidente, direttivo e direttore), ultimamente anche un vicepresidente e anche una giunta esecutiva. Ha movimentato e riversato sull’Appennino (sedici comuni) oltre venti milioni di euro. In parte risorse proprie e in parte che abbiamo avuto la capacità di attrarre e di utilizzare”.

Quale il bilancio annuale?

“Sfiora i 4 milioni di euro, nonostante il contributo dello Stato sia di poco superiore al milione. La restante quota di bilancio è frutto della capacità di intercettare altre risorse, fondi europei in primis. Il nostro ha un bilancio di 3,8 milioni con 5,5 dipendenti”.

Pochi.

“Il Parco del Gran Paradiso, per esempio, ha un bilancio di 4,4 milio di euro, con oltre 90 dipendenti. Questo ci dà un grande vantaggio di flessibilità e possibilità di proiezione all’esterno e rapporto coni privati”.

Ci sono però obiettivi che non ritenete di avere raggiunto?

“A mio parere in questo quinquennio abbiamo raggiunto il doppio dei risultati preventivabili a inizio mandato. Però capisco che è la mia è può apparire come la risposta dell’oste riguardo alla qualità del suo vino”.

Negli ultimi due anni avete presentato centocinque progetti: se ne vedono i risultati?

“Il territorio è molto più ricco e articolato di quanto non appaia a chi lo conosce solo per singole parti. I centocinque progetti sono quanto è emerso come potenzialità immediata e in qualche caso come realtà già in corso d’opera nel campo del turismo naturalistico, della qualificazione dei prodotti tipici, dello sviluppo delle identità territoriali, delle collaborazioni pubblico privato. Centri visita, punti info,… che hanno molto caratterizzato questo Parco rispetto ad altri Parchi ragionali e nazionali”

C’è chi lamenta che non avete fatto opere infrastrutturali o forestazione.

“Non siamo una stazione appaltante: c’era chi si aspettava che facessimo frane, foreste, altro… Non siamo questo. Non siamo spesa pubblica con risorse che non abbiamo. Siamo un ente di valorizzazione dell’ente e della cultura. Non siamo il sostituto della vecchia politica del riequilibrio attraverso la spesa: un sistema che non ce la ha fatto. Allora sarebbe stato sufficiente potenziare Province e Comunità Monatne. Il valore aggiunto lo diamo come orientamento alle imprese, costruzione di prospettiva, affezione al territorio.

  

L’Appennino si spopola: “è un tema di civiltà Il Parco può…”

 

Abbandono della montagna: gli ultimi numeri non sono esaltanti. Il Parco può avere un ruolo?

“L’emigrazione e la perdita di popolazione non sono un tema della cronaca, non sono un ‘problema politico’ contingente, ma hanno un secolo di profondità. E’ un tema di civiltà. Il Parco Nazionale dell’Appennino rappresenta un tentativo, non l’unico, ma forse il più forte, per restituire attrattività e modernità a questi territori nel quadro di uno sviluppo, dove non sono solo l’industria e la manifattura a fare da traino, ma soft economy, green economy ed economie dei servizi si presentano come modelli di un futuro nel quale l’Appennino può avere un ruolo trainante e una propria competitività”.

Pare la ricetta di Montezemolo. Ma intanto, attorno, muta il quadro istituzionale. E il Parco perde un alleato, le Comunità Montane. O no?

“Le Comunità Montane come luoghi di raccolta e distribuzione di una spesa aggiuntiva per il bosco o le frane sono al tramonto. Ma l’aggregazione delle comunità umane dei territori montani rimane una necessità e una opportunità di valore persino accresciuto di fronte alla crisi e all’esigenza di crescere senza spesa pubblica. Il cuore dei 105 progetti e del piano del Parco sta proprio nel valorizzare la creatività e della concertazione, tra enti pubblici e tra questi e i privati, piuttosto che su mega progetti o mega finanziamenti statali che non arriveranno”.

E le Province?

“Credo che si possa agire con una riforma ma non penso che possano essere cancellate perché sono parte dell’identità di questo paese. La provincia non è solo palazzo Allende o il suo omologo di Massa Carrara”

 

 Il Parco è nel mondo

 Avete promosso oltre sessanta ambasciatori nel mondo: quali i risultati?

“Abbiamo riacceso il legame con l’Appennino nelle più importanti comunità emigrate nel mondo e anche in Italia, da Genova a San Paolo del Brasile, passando per Mendoza o Melbourne dove i cosiddetti ambasciatori hanno promosso iniziative nelle loro comunità e si tengono in contatto con noi. Nel mondo ci sono centomila persone che hanno radici nel nostro Appennino. Sono i figli e il prodotto di una gravissima perdita ma sono anche una ricchezza straordinaria. All’immigrazione del passato da ferita abbiamo dato un volto nuovo per l’Appennino”.

Atelier delle acque di Ligonchio: quali i numeri e i risultati per la collettività del Crinale.

“Dal 2008 al 2011 abbiamo bruciato le tappe, da un progetto preliminare all’avvio concreto. Oltre seimila visitatori, di cui oltre duecento dall’estero. Da trenta Paesi e da cinque continenti diversi. Abbiamo reso a Ligonchio orgoglio per la sua storia e un’attrattività di primo livello riguardo i bambini e il mondo della pedagogia”.

 

Polemiche & prospettive

 Chi vuole il Parco oggi?

“Chi crede che l’Appennino possa avere un ruolo diverso dal passato e crede che la qualità dell’ambiente e l’essere montagna non siano handicap, ma un vantaggio per la qualità della vita, il lavoro e la competitività delle attività economiche”.

Chi non lo vuole?

“Chi ha dell’Appennino una vecchia idea di sviluppo subalterna ai distretti industriali e considera l’essere montagna e la qualità dell’ambiente come vincoli e svantaggi”.

Come si sta lavorando per allargarlo?

“I progetti strategici cui stiamo lavorando (Parchi di Mare e d’Appennino, Parco nel Mondo, Autunno d’Appennino, Cittadinanze del Parco…) hanno valore per l’insieme del territorio appenninico e non solo per i singoli comuni e i singoli borghi. Ci sono comuni esterni al Parco come Berceto (Parma), Castiglione e Frassinoro con San Pellegrino in Alpe (Lucca e Modena), e, nel reggiano, come Vetto che avrebbero tutte le condizioni e l’interesse a entrare nel Parco nazionale”.

In Emilia ci sono ancora tanti parchi regionali… Uno spreco?

“La Regione Emilia-Romagna ha appena approvato una legge che istituisce una ‘macroarea’ (Modena e Reggio Emilia) che dovrebbe gestire unitariamente il Parco del Frignano, il Parco dei Gessi di Rocca Malatina, il futuro Parco del Secchia, il paesaggio protetto dell’area Matildica attorno a Canossa. Questa legge prevede un coordinamento con le politiche del Parco Nazionale i cui Comuni esprimeranno un delegato nel governo della ‘macroarea’. Mentre per Parma è prevista un’altra ‘macroarea’ (con Piacenza) nella quale pure avremo una rappresentanza”

Alle Cinque Terre una crisi di vicende giudiziarie e dall’alluvione. “Spero sia momentanea”

 A Reggio non le hanno ancora perdonato di aver dato la sede legale a Massa. Cosa risponde.

“A Ligonchio c’è una sede operativa del Parco. E c’è anche molto di più. Credo che a Sassalbo sarebbero disponibili a cambiare la sede con l’Atelier”.

I massesi come percepiscono la parentela con Reggio?

“Mi pare sia percepita come un’opportunità. Non abbiamo ancora sviluppato abbastanza il gemellaggio, siglato recentemente, tra Castelnovo Monti e Fivizzano. Si può fare molto di più”.

Ai reggiani quale vantaggio ha comportato?

“L’idea di legare l’Appennino reggiano alle Cinque Terre sta prendendo quota presso tutti coloro che guardano allo sviluppo del territorio in proiezione futura. Ora, però, le Cinque Terre stanno attraversando una crisi dovuta in parte a vicende giudiziarie e in parte all’alluvione che auspico momentanea. Constato che la città e la Provincia di La Spezia si stanno ambientando nel portare avanti con Massa e con Reggio Emilia l’idea di un area vasta di mare e d’Appennino sul confine euromediterraneo come nuovo distretto di turismi moderni e soft economy”.

 

“Siamo un Parco senza comitati contro!”

In questi anni di mandato lei si è trovato dinnanzi ad alcune polemiche. Prima il logo, poi la Valle dei Gessi, l’immaterialità dei progetti, trasloco non completato, una quasi rissa, le Porte del Parco… Come mai?

“Quando si porta avanti un disegno innovativo è normale che ci sia chi non è d’accordo. Qualcuno, come San Tommaso, non è convinto finché non ci mette ‘il naso’. Qualcun altro non è d’accordo per principio e quindi, legittimamente, non lo sarà mai. Ma l’andamento degli ultimi 50 anni d’Appennino e ancor più la crisi che stiamo attraversando chiede di attraversare l’innovazione e non di rivangare o consolare nostalgie. Comunque siamo uno dei pochi parchi che non ha vertenze giudiziarie né vede comitati permanenti in conflitto con l’ente. Al contrario abbiamo una grande rete di concertazione e collaborazioni. Le resistenze culturali ci sono: le rispettiamo e le combattiamo”.

Riconferma quasi scontata. Solo un esponente della Lega di Reggio Emilia si è espresso contro. Lei come si sta muovendo?

“Il ministro Clini, apprezzando il lavoro dei primi cinque anni del Parco, ha espresso il mio nome sulla riconferma. Mi risulta che le Regioni si siano dichiarate d’accordo. L’iter è in corso intanto il Parco è guidato dal vicepresidente, dalla giunta e dal direttivo”.

Se la Lega si dovesse opporre in Commissione?

“Non compete a me fare queste valutazioni”.

 

“Le mie figlie non vivono in Appennino, ma loro sono la soddisfazione più grande”

 Giovanelli nel privato. La sua soddisfazione più grande.

“Le mie figlie che crescono benissimo”.

Rimarranno in Appennino?

“Per ora no. Una lavora e studia per una multinazionale quindi, per ora, è in giro per il mondo. L’altra studia medicina a Parma e, fortunatamente, per il momento è ben radicata qui”.

Una cosa in vita sua che non rifarebbe.

Ci pensa su. “Mi trova impreparato. Comunque non ho particolari rimorsi”

Una polemica che lei giudica ingrata.

Deciso: “Quella sulla casa mia e di mio fratello in via Roma a Castelnovo Monti: la giudico penosa”

 

 Cariche e redditi: 164.710 euro nel 2011. “Ho rinunciato allo stipendio del Parco”

 C’è chi le ha contestato accumulo di cariche. Quali ricopre?

“Da senatore sono stato contemporaneamente presidente della Matilde spa, ma lo ho fatto sempre gratuitamente e rinunciando a ogni indennità. Sottolineo che all’epoca nessuno lo aveva chiesto e che Matilde spa è una delle poche società pubbliche che ha incrementato il suo patrimonio. Ultimamente ho ricoperto solo ed esclusivamente la carica di presidente del Parco, cessata il 4 gennaio e ho rinunciando all’intera indennità a favore dell’Atelier di Ligonchio”.

Quanto guadagna?

Chiama in diretta il commercialista. “Detratte le imposte guadagno circa 85 mila euro all’anno. Il reddito lordo del 2011 è di 164.710 mila euro, di cui 90.700 dovuti al vitalizio parlamentare e il resto allo stipendio da insegnante, di diritto ed economia, e a redditi da immobili”.

Vitalizio, stipendio da insegnante, altri redditi: ha anche i rimborsi delle spese del Parco?

“Sì, ma quelli non sono un reddito. Uso l’auto di mia proprietà per muovermi”.

Favorevole al taglio dell’indennità ai parlamentari?

“Credo che il parlamento abbia preso una decisione giusta. Per altro io ho sempre rinunciato alla metà del compenso netto per 14 anni (168 mesi) di mandato parlamentare, devolvendola al mio partito, prima ancora di arrivare a me (Pci, Pds, Ds)”.

Ma questo non c’entra. Uno dei proprio soldi fa quello che vuole…

“Prima ancora avendo fatto l’insegnante e il funzionario di partito c’era una regola: due lavori, ma un solo stipendio. Io sono cresciuto nel Partito comunista italiano e lì l’etica civile e la dedizione a una causa e a una idealità collettiva erano una regola vera e rispettata. Rinunciavo allo stipendio da funzionario per il partito”.

E che c’entra?

“Quello che si chiede oggi ai politici e ai parlamentari il Pci lo ha sempre chiesto e ottenuto dai suoi dirigenti, 30, 40, 50 anni fa quando nessuno parlava di casta. Vengo da questa scuola e non sono cambiato”.

Eppure c’è chi le rimprovera ancora di essere stato comunista

“I comunisti italiani hanno firmato la Costituzione con la penna di Umberto Terracini e con il contributo dato alla Resistenza. E’ la nostra Costituzione che insegno a scuola con un certo orgoglio”.

Fausto Giovanelli nel tempo libero

Amo molto lo sport amatoriale. Il calcio, che sto smettendo per limiti d’età (61 anni), lo sci di fondo di cui sono ufficialmente maestro, il ciclismo e l’escursionismo che mi ha portato anche in Himalaya. Leggo un po’ di tutto: dai quotidiani (nazionali e locali) ai classici greci e latini non solo, e mi sto alfabetizzando con l’I-pad. Ora sto leggendo la vita di Steve Jobs…”

Sin qui l'intervista. Poi, Fausto Giovanelli chiede di potere parlare maggiormente di contenuti e, per questo, ci fa pervenire la relazione di fine mandato del Parco che, pur nella sua non brevità, come documento pubblichiamo in versione integrale in calce.

(G.A.)

* * *

 

PARCO NAZIONALE DELL’APPENNINO TOSCO EMILIANO PROGETTI E STRATEGIE (2006/2011)
In questi 5 anni il Parco è stato costruito a partire dalle fondamenta. A fine 2006 Il Parco Nazionale non aveva né organi, né sedi, né personale sul territorio montano.
Aveva sedi e collaboratori a Reggio Emilia e Lucca, una collaborazione col Parco del Gigante, destinato alla chiusura entro l’anno. Il personale era precario, scelto senza precisi criteri di professionalità, di fatto lontano ed estraneo al territorio del Parco. Erano ancora da costituire tutti gli organi di governo previsti dalla legge: Consiglio Direttivo, Direttore, Giunta e vice-presidente. Era anche aperto un conflitto lacerante tra Emilia e Toscana e persino tra singoli Comuni per avere la sede (c’era stata anche una manifestazione di protesta dalla montagna davanti alla sede sulla via Emilia rivendicandone il trasferimento sul crinale). In altre parole il Parco era un’aspettativa per quel momento delusa. Faceva notizia per i conflitti sulla sede e sulla ripartizione delle risorse. Ora, fine 2011, ci sono sedi condivise (sul crinale a Sassalbo e Ligonchio), personale stabilizzato (sei unità più il Direttore). Il Corpo Forestale di vigilanza (CTA) è stato rafforzato e il comando ha sede a Cervarezza. Ci sono tutti gli organi direttivi operanti, il profilo identitario di Parco di confine tra Europa e Mediterraneo, logo e immagine coordinata.
Sono state prodotte e diffuse la prima guida nell'edizione classica della guida verde del Touring; varie brochures di presentazione multilingue, la prima carta illustrata, la carta dei sentieri, la galleria fotografica, sito internet (il più visitato tra quelli dei parchi italiani), profilo facebook (9300 fan), webcam collegate in rete. Sono stati realizzati, in collaborazione con privati, 4 centri visita (Apella, Lagdei, Ponteccio, Succiso) già molto attivi e frequentati. Altri due sono già convenzionati e finanziati (Fonti di Poiano, Passo del Cerreto). Sono stati allestiti 25 punti informativi presso altrettanti esercenti privati; realizzate due “porte” di visibilità, di accesso e valorizzazione dei luoghi (altre 3 sono in corso di realizzazione).
Sassalbo e l’Alpe di Succiso Il profilo del Cusna dalla Porta di Sparavalle sul confine euromediterraneo. Si svolgono correntemente attività coprogettate e gestite autonomamente da scuole di ogni livello ed insegnanti del territorio appenninico, (CCQS, GLL e il Comitato Scientifico delle scuole di Lucca per un totale di circa 19 Istituti comprensivi e direzioni didattiche).
Hanno avuto luogo e si sono affermate iniziative turistiche e culturali come Neve Natura e Autunno d’Appennino, concorso Menu a km zero e Buon Natale Appennino. Altre iniziative promozionali sono: “Sole e Parco” (promozione del fotovoltaico), “Raccontando l’Appennino con le mani” (laboratori di artigianato contemporaneo), percorsi di prevenzione e riabilitazione per il benessere e la salute (Cuore nel Parco), bike sharing (accesso dolce all’Appennino in fase di avvio).
Opere di interesse pubblico sono state realizzate a Succiso, Cecciola, Cervarezza, Sparavalle, Cerreto Alpi, Ligonchio, Gessi Triassici- fonti di Poiano, Sologno, Sala Campeggio di Febbio, Abetina Reale, e in parte minore a Castelnovo ne’ Monti, nonché a Corniglio, Bosco di Corniglio, Val di Tacca, Rigoso, Casarola, Apella di Licciana Nardi, Filattiera, Bagnone, Comano, Rometta, Sassalbo, Magliano e Ponteccio, Orecchiella, Miramonti, San Romano, Villa Collemandina. Si sta completando l’Alta Via dei parchi (progetto della Regione Emillia Romagna) che migliora le connessioni tra percorsi e rifugi sul sentiero Italia, che interessa il crinale tra Averna e Berceto.
Sono stati realizzati progetti LIFE e altri sono in corso: progetto Life Ex-tra Convivenza lupo, Life Gypsum, (geositi), Ecocluster (qualità ambientale Cerreto Laghi) Corem (connessione col mare e aree decentrate), progetto Aquila, cavalli del Ventasso, Monchio e Comano.
Sono in corso azioni di sostegno all’occupazione nel settore forestale con l’utilizzo di fondi europei. Il Parco Nazionale ha registrato l’ingresso di due nuovi importanti Comuni (Bagnone- MS e Monchio delle Corti -PR) e di tre frazioni (Sologno, Torsana e Camporaghena). Si è perfezionata
l’appartenenza della Pietra di Bismantova e dei Gessi Triassici al Parco. Si sono azzerati i residui passivi e utilizzati fondi europei per duplicare le risorse. Sono attive convenzioni per l’esercizio di funzioni condivise e l’utilizzo di personale con le Comunità Montane di Parma Est, dell’Appennino reggiano, della Garfagnana, con i GAL. Sono state realizzate ricerche in materia ambientale e storico archeologica, in convenzione con diverse Università (Modena e Reggio, Bologna, Pisa, Cremona, La Sapienza di Roma). Convenzioni e protocolli sono stati sottoscritti per attività, servizi e promozione imprenditoriale e sono operanti con Enel, Ausl, Cai dell’Emilia e della Toscana, Cna di Re, Ms, Pr e Lu, Confcooperative e Lega nazionale delle Cooperative, Uisp nazionale. Sono stati approvati dal Consiglio Direttivo, dalla Comunità del Parco e quindi inviati alle Regioni il Piano del Parco e il Piano di sviluppo economico e sociale che consta in 105 progetti  in buona parte già realizzati e avviati. E’ un fatto nuovo che il piano sia già operante ancor prima dell’approvazione definitiva.
In particolare sono in corso di attuazione e già ben visibili i tre progetti strategici sotto indicati:

- PARCHI DI MARE E D’APPENNINO è un intesa sottoscritta e già operativa tra 6 (e ora 8) Parchi nazionali e regionali, fino alle Cinque Terre. E’ sottoscritto un protocollo tra le tre giunte Regionali di Emilia Romagna, Toscana e Liguria con riferimento al turismo, all’agricoltura e
all’ambiente; è attivo sul portale dei Parchi un riferimento unitario di conoscenza, informazione e prenotazione on line che interessa già 998 esercizi e attività turistiche private.

- PARCO NEL MONDO (progetto gestito in convenzione con la Comunità Montana della Garfagnana) ha avvicinato e valorizzato con le attestazioni di “cittadinanza affettiva” la straordinaria risorsa costituita da migliaia di famiglie emigrate dall’Appennino nelle città, nella pianura e negli altri continenti. E’ una ricchezza a costo zero che viene sollecitata ad attivarsi e che vede occasioni di ritorno sempre più frequenti, anche di giovani di tutto il mondo (Orizzonti
Circolari). E’ attivo per questo un Club Appennino con 226 soci e 46 operatori convenzionati. Orizzonti circolari alla Pania di Corfino Gente di Succiso: cooperativa paese Giovani da Argentina Brasile e Uruguay

- L’ATELIER DELLE ACQUE E DELLE ENERGIE in collaborazione con Reggio Children è stato progettato e realizzato in tempi record e già ha dato a Ligonchio e all’alto Appennino, prestigio, notorietà, capacità di attrazione senza precedenti. Ha già registrato oltre 6000 visite e con la Settimana Internazionale di studio del luglio 2011 ha preso corpo il primo fatto di “Turismo” culturale ed internazionale a Ligonchio e nelle sue borgate con sentita forte partecipazione degli operatori e della popolazione. Si sono formate in breve tempo professionalità di livello per 4 operatrici del luogo e un’associazione di volontariato di “Amici dell’Atelier” ed un progetto di migliore accoglienza per i bambini in 8 locali pubblici di Ligonchio. “Atelier delle acque e delle energie Di onda in onda” I laghi del Sillara, sull’Appennino parmense (Ligonchio, RE) Le opere realizzate sono per oltre il 95% attivate e affidate in gestione a privati. Tra queste di particolare rilievo le cooperative paese di Succiso, Cerreto Alpi, Sologno e Civago, in collaborazione con entrambe le centrali cooperative nazionali. Tutto questo nello spazio temporale di 5 anni con rispetto delle regole e dei tempi della pubblica amministrazione, in un contesto di vincoli normativi e di riduzione delle risorse trasferite (50 euro/anno per ettaro del Parco che equivalgono 10 euro/anno per ettaro dei territori dei 16 comuni del Parco).
Idee innovative e progetti inediti contenuti nel piano, sono proposti e messi in circuito, all’attenzione degli operatori e dell’opinione pubblica nazionale e locale, tramite una pubblicazione (speciale ALP), che riassumerà punto per punto il Piano di sviluppo economico e sociale.

15 COMMENTS

  1. Mi sembra un po’ autoreferenziale. Sarebbe interessante, a conferma o smentita, effettuare un sondaggio pubblico di chi lo vive il Parco, per valutare quale è l’effettiva percezione del lavoro svolto in questi anni da chi ha amministrato, gli effetti sul territorio percepiti da chi lo vive come residente o come fruitore
    Così per la nomina del futuro Presidente.

    (Francesco)

    • Francamente preferirei un tecnico a un politico di lungo corso.
      E’ ora di innovare e il Parco è una delle speranze di rinascita della nostra montagna.
      A me pare che fino ad oggi di sostanza non ce ne sia stata molta.
      Occorre un turnaround deciso.

      (Alberto Magliani)

  2. Le nomine e le scelte sono come sempre a carico dei palazzi del potere.
    Visto il territorio del parco, dissestato e mal tenuto (per chi non ci crede, sono disponibile ad accompagnare sul territorio chiunque voglia approfondire)… visto il continuo calo della popolazione, vista la mancanza di lavoro e vista l’ entità di soldi pubblici spesi negli 11 anni, considerato che in qualità di consigliere comunale, a suo tempo ho espresso parere favorevole alla costituzione del PN anche nel territorio del mio comune,
    oggi sono pentito della scelta fatta.
    I 20 milioni di euro aggiunti a quanto speso dal vecchio Parco Regionale e agli ultimi 105 progetti, avrebbero dovuto sviluppare la montagna e trasformarla in un giardino produttivo.
    Inutile parlare, è sufficinte guardarsi attorno, visitare i paesi (non a ferragosto) e ascoltare la popolazione residente e operante nel crinale (però non sotto tornate elettorali)
    PROPOSTA:
    -abolire la gestione e la macchina operativa del Parco Nazionale e trasferire i fondi per gli investimenti ai Comuni del crinale, con obbligo di utilizzarli per l’ ambiente, flora e fauna, il turismo sarà una conseguenza naturale di un ambiente bello, ben gestito e manutenuto, ma non solo il turismo, ogni attività nuova o presente nel crinale, ogni proprietario o fruitore temporaneo ne trarrà vantaggi e lo stato risparmierà almeno il 50% di quanto oggi spende.

    (Fabio Leoncelli per la minoranza del consiglio comunale di Busana)

  3. Dalla intervista si evince che il prof Giovanelli verrà riconfermato, dal ministro Clini , presidente del Parco Nazionale, per l’ennesima volta si ha la conferma che le nomine a certi livelli diventano perpetue . Io mi chiedo, ma questo governo che con una velocità supersonica ha varato la riforma pensionistica, non ha tempo per valutare altre candidature? Non sarebbe il caso di effettuare un ricambio generazionale? Tengo a precisare che non ho Nulla di personale verso l’ex presidente, ma mi ripugna che chi ha avuto dei ruoli politici continui ad averli per vita natural durante e addirittura in alcuni casi si tramandano di padre in figlio. Io credo, inoltre, che sarebbe stato molto opportuno e democratico se alla fine del mandato, il Presidente, avesse proposto un sondaggio pubblico su Redacon per una valutazione sui punti di forza e di debolezza del suo mandato dopodichè la sua relazione avrebbe assunto un significato politico molto ma molto importante.

    (Maura)

  4. La lunga intervista del Sen.Giovanelli merita sicuramente una analisi approfondita ,per non cadere nel classico confronto tra chi vede solo i meriti o solo difetti,ma l’intervento del consigliere Fabio Leoncelli,mi trova completamente d’accordo e sono convinto che vista la situazione economica in cui versano i comuni, rivedere il ruoli dei Parchi nazionali sarebbe una buona base per iniziare un confronto serio.

    (Robertino Ugolotti resp.ufficio Enti Locali UDC)

  5. Da semplice abitante della montagna e frequentatore del nostro crinale mi chiedo: 20 mln di euro sono tanti …….. 105 progetti TANTISSIMI ……..
    Propongo la possibilità di coinvolgere e formare giovani che sfruttino le potenzialità del ns territoio , cito un esempio 4 anni fà al rifugio battisti incontrai una ragazza norvegese che insegnava al gestore come fare il pane con lo yogurt !!! , alla mia domanda cosa fai qui ? rispose : organizzo e accompagno turisti americani alle apuane e da qualche tempo ho inserito il cusna , ………… Dunque dico: potenziare la scuola alberghiera e fare progetti mirati di sviluppo incentrati su giovani e turismo

    (Pierpaolo Bertocchi)

  6. Ho letto accuratamente l’opuscolo dei progetti del Parco nazionale e sinceramente mi sono stupito dei tanti progetti che sono in atto.
    Credo che siano tutte OTTIME iniziative anche se,purtroppo, sono ancora poco pubblicizzate, non tanto nelle nostre zone ma più che altro all’estero.
    Abbiamo un grandissimo potenziale e sono sicuro che col tempo sarà sempre più considerato.
    Complimenti per il lavoro svolto.

    ( Mattia Rontevroli )

  7. Non voglio entrare assolutamente nella sterile polemica dei “pro” o i “contro” Giovanelli…mi sembra che la tribuna degli “esperti” sia già abbastanza piena…
    Solo una puntualizzazione che mi spetta di dovere in quanto Presidente della Legambiente Ligonchio che ha avuto spesso la fortuna di lavorare fianco a fianco con il Parco Nazionale. E’ chiaro che l’operato del Parco non è stato sempre impeccabile, sappiamo bene tutti che tante volte sono state fatte scelte discutibili. Però una cosa è certa, questo è stato il Parco del “coraggio”, delle scelte difficili e “moderne”, quindi spesso incomprese per quella che è la mentalità, ahimè, ancora troppo diffusa in Appennino, la “vecchia” e “apatica” mentalità montanara che ha portato l’Appennino all’ormai prossima morte (è un dato di fatto, statistico, indiscutibile)…mi pare proprio che se il “moribondo” ad oggi sia ancora in vita sia anche e soprattutto per la scelta di far nascere e sviluppare sul territorio un Parco Nazionale, scelta che sinceramente ad oggi, a troppa gente ancora non va giù…magari solo perchè il prezzo da pagare è stata qualche rinuncia o qualche regola di troppo…
    Dal nostro punto di vista invece, il coraggio di alcune decisioni (prima su tutte l’Atelier dell’Acqua e dell’Energia di Onda in Onda) ci ha permesso di capire finalmente la mentalità e lo spirito che spesso ha determinato le scelte di questo Presidente. Sono scelte coraggiose, spesso “visionarie” ma di un importanza che però, noto con dispiacere, da tante persone (soprattutto del luogo) non sono state assolutamente capite e per questo respinte. Io se penso a questo Parco, lo associo ad un libro molto interessante, ma difficile da capire…allora, se un libro non si è capito, non si dice che fa schifo ! Si dovrebbe iniziare nuovamente a leggerlo sperando di capirci qualcosa in più…
    Solo un ultimo consiglio Presidente, provi a dare un pò più di importanza ai giovani e alla loro mentalità…il “vecchio” già lo conosciamo e sappiamo che ha miseramente fallito (visti i risultati degli ultimi 50 anni)…ora tocca a noi, ci dia spazio ed importanza e vedrà come tutto andrà più velocemente e meglio…Buon lavoro, mi auguro in continuità con quello che già è stato fatto…

    (Stefano Regio)

  8. Sono un operatore di Ligonchio, ho letto con attenzione i commenti, bene per chi vuole interpellare gli abitanti del luogo, eccomi sono una di quelli.
    Il Parco Nazionale 6 anni fa non c’era, ora c’è ed è ben presente. Sicuramente si può fare meglio e di più , sempre in tutte le cose ogniuno di noi può fare di più.. ma questa grande sfida partita da poco con tutti gli effettivi, ha sicuramente giocato un’ottima partita, non sempre si vince, forse si pareggia, ma come ho potuto dire in altre occasioni, giocare bene dà sempre soddisfazione. Certamente caro Presidente, chiunque ora cambierebbe l’Atelier con una sede……. Io per prima ho criticato fortemente la scelta di 2 sedi…. devo dire che ho sbagliato. Alla luce dei fatti, tu Fausto, non sei perfetto ma neppure noi, io neppure, gli errori si fanno ma quando vengono poi limitati con opere come l’Atelier…..tanto di cappello.
    Se mi è permesso dire solo una cosa per la riconferma di Giovannelli Presidente: per esperienza personale, (credetemi) non c’è cosa peggiore che cominciare dei progetti con entusiasmo e volontà e poi venire “segati” e non poterli portare a termine, solo perchè ti chiami Giovannelli o pincopallino ……perchè hai già fatto politica e amministrazione……… prima di pensare al “RINNOVAMENTO” aspettiamo di vedere cosa ancora quel personaggio (chiunque sia) ha ancora da dare alla montagna o all’ente che rappresenta. Mi auguro che chi chiede un tecnico alla presidenza del Parco lo chieda solo perchè euforico del nostro attuale governo. I politici hanno fatto gravi errori, ma…….. vorrei ricordarvi che prima del governo tecnico avevamo i “politici”…….quelli che la gente ha scelto……… la politica la facciamo noi cittadini per primi con il nostro voto, ricordiamocelo. Grazie e Buon Lavoro al Presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.

    (Emilia Paoli)

  9. Il Comitato promotore della Diga di Vetto e della fondovalle Val d’Enza ha sempre apprezzato l’impegno, la serietà e la costanza con cui il Senatore Giavanelli ha portato avanti il suo mandato come Presidente del Parco.
    Ma di fronte al dissesto dei territori montani, allo spopolamento dei paesi del crinale, alla mancanza di lavoro, di sviluppo e di un futuro per le nuove generazioni; i progetti del Parco sono come le pillole antidolore che l’USL somministra ai malati terminali.
    Nella situazione attuale alla montagna non servono “le belle immagini o i bei progetti” da diffondere ai vari mass media per far apparire bello e attraente il ns. Appennino; servono opere strutturali che portano lavoro e sviluppo, come sarebbe la Diga di Vetto; serve il miglioramento della viabilità; lo sfruttamento delle risorse della montagna; la riduzione della tassazione alle poche attività commerciali che sono rimaste su questi territori e tanto altro.
    Se il Senatore Giovanelli ha legami affettivi con la montagna deve dedicare il suo impegno, le sue notevoli capacità e conoscenze per pensare alle grandi cose; ora non serve pensare ai quadri o ai vasi di fiori, pur belli, da mettere alle pareti o sui mobili di una casa, se prima non pensiamo a costruire o a salvare la nostra casa, e la montagna rappresenta la nostra casa; ai quadri e ai fiori, rappresentati dai progetti del Parco, ci si penserà dopo.
    Se il Senatore Giovanelli ci aiuterà in questo sarà ricordato come un “grande”; come colui che avrà contribuito a salvare la montagna; come colui che ha dato un futuro all’agricoltura Reggiana, che ha dato lavoro a tantissimi Reggiani e Parmensi, che ha contribuito a ridurre l’inquinamento e a produrre energia elettrica pulita; che ha contribuito a realizzare un’opera che proteggerà l’intera Valle dell’Enza da ogni possibili alluvione; che avrà permesso la realizzazione di una bellissima area faunistica intorno al lago di Vetto, paradiso della fauna migratoria e stanziale, compreso i lupi che ama tanto e che avrà dato una speranza alle generazioni future di vivere e di visitare questi territori montani; sarà ricordato, come oggi ricordiamo, il senatore Giuseppe Micheli, il patriarca della Montagna; grazie comunque per quanto fatto dal Senatore Giovanelli.
    Il Presidente del Comitato pro Diga di Vetto
    e fondovalle Val d’Enza Lino Franzini

  10. Sig. Presidente, indipendentemente della politica e delle decisioni già prese all’interno del palazzo (o stanza dei bottoni), sono personalmente contrario alla sua riconferma, in quanto le cose che lei ha citato come opere fatte o da fare, non trovano riscontro nel diretto impatto, per quanto attiene a “miglioramento”, in senso generale. La ns montagna è stata oggettivamente abbandonata e non sarà piu’ possibile recuperare il tempo perso. Molti giovani si sono illusi che il loro futuro potesse avere una speranza, direttamente collegata anche allo sviluppo del parco. Vorrei darle (giacché sarà sicuramente eletto anche per il prossimo mandato), due suggerimenti:
     Abbandonare il progetto delle porte del parco, poiché se penso a quella che è stata realizzata sulla Sparavalle e se cerco di tradurre l’opera in “valore”, non riesco a capirne il concreto vantaggio; piu’ persone mi hanno espresso lo stesso pensiero in diverse occasioni.
     I soldi risparmiati, potrebbero essere utilizzati per aiutare quei giovani valorosi e coraggiosi, che con tanta difficoltà ancora coltivano i campi e allevano bestiame (pecore e vacche). Mi sto ovviamente riferendo alla bella realtà di Valbona, e il mio suggerimento è di dare un aiuto economico giornaliero a ognuna delle persone che fanno questo lavoro, perché sono loro che valorizzano il territorio e quindi il parco, per non parlare poi dei danni che possono subire dai tanti animali presenti sul territorio..
    Buon lavoro

    (Enrico 60)

  11. Prima di effettuare un qualunque commento credo che sia opportuno riflettere su alcuni dati che sintetizzano una situazione reale con dei numeri che sono alla portata di tutti e che tutti dovrebbero tenere bene in considerazione, soprattutto chi ha posizioni di potere e decisionali perché nessun ente e nessun progetto può essere sviluppato in un contesto già antropizzato se non tenendo in considerazione l’uomo.
    Vediamo dunque cosa è accaduto alla popolazione locale negli ultimi 100 anni se indaghiamo le realtà dei quattro cumuni del crinale che fanno parte dell’Unione dei Comuni alto appennino reggiano: Busana, Collagna, Ligonchio e Ramiseto.
    Busana
    La popolazione di Busana conta 1319 persone (dati 2010), ma se ci facciamo indietro di 100 anni e precisamente nel 1911 aveva all’attivo una popolazione residente di 2311 persone che corrisponde anche al picco massimo degli ultimi 150 anni. La popolazione di Busana è quella che dei 4 Comuni ha risentito meno, percentualmente parlando, del calo, anche se questa precisazione è una magra consolazione visto che quello odierno è il picco minimo di residenti degli ultimi 150 anni.
    L’età media a Busana è di 49,9 anni e il tasso di natività del 2010 (che è stato un anno particolare per le nascite) è del 9,1.
    Collagna
    La popolazione 2010 di Collagna conta 984 persone contro le 2511 del 1911 e contro le 2688 persone (picco massimo) del 1936.
    Negli ultimi 100 anno possiamo affermare che la popolazione di Collagna si è ridotta a circa un terzo. L’età media di Collagna è di 51,4 anni e la sua natività ha un tasso di 5,1 (dati 2010).
    Ligonchio
    La popolazione attuale di Ligonchio è di 875 persone contro le 2553 del 1911 e contro (picco massimo) le 2831 del 1921.
    La sua popolazione ha un’età media di 54 anni, un tasso di natività di 5,6 (dati 2010).
    Come si può notare la popolazione di Ligonchio negli ultimi 100 anni si è quasi ridotta a un quarto.
    Ramiseto
    La popolazione di Ramiseto conta 1307 persone contro le 3700 persone del 1911 e le (picco massimo) 3838 del 1921.
    Riassumendo in cento anni la popolazione di Ramiseto si è ridotta a un terzo.
    L’età media della sua popolazione è di 52 anni e il suo tasso di natività è di 9,1 (riferito al 2010, anno sempre particolare per le nascite nei comuni di Busana e Ramiseto).
    Dopo questa introduzione rifletto sulle vittorie paventate dal Sig. Giovannelli e non posso nascondere la mia incomprensione. Con dei dati di questo genere come è possibile continuare a portare avanti progetti avulsi da un contesto umano, finalizzati a creare zone su cui insistono vincoli insormontabili, senza tenere in considerazione che per creare ricchezza in questi luoghi bisogna favorire il ricambio generazionale e sviluppare la colonizzazione umana e non solo quella di animali selvatici?
    Non è vero che non vuole il Parco “Chi dell’Appennino ha una vecchia idea di sviluppo subalterna ai distretti industriali e considera l’essere montagna e la qualità dell’ambiente come vincoli e svantaggi”, il Parco non lo vuole chi sceglie la vita delle prossime generazioni qui, chi ha il coraggio di rimanere sul territorio, chi ha la volontà di fare delle scelte importanti finalizzate a vivere in montagna, chi non se ne va perché ama la montagna e perché sente di appartenere alla montagna. E’ vero, non ci sono comitati contro il Parco, ma penso che in molti con me non condividano questo status quo, non vedano di buon occhio questo ente e ne riconoscano il suo fallimento.
    (I.V.)

  12. A ragion veduta, il Parco è stato uno strumento per impoverire il territorio e legare le mani a chi ancora cerca di sopravvivere nei 4 comuni del crinale.
    La popolazione è stata costretta ad accettare un piano demenziale non suo, i proprietari , di fatto, sono stati esautorati e derubati della propria terra, pur continuando a pagarvi le tasse, Questa situazione é vergognosa in un paese che si reputi ancora democratico…Se veramente i nostri governanti si classificano ” democratici”, devono indire un’assemblea pubblica con relativa votazione segreta da parte degli interessati, cioè gli stessi proprietari che hanno subito questo esproprio legalizzato e dalla votazione uscirà il verdetto .. Allora, vincita o sconfitta accetteremo con serenità anche il Parco e le sue esose porte, Anche i progetti del Parco sono molto discutibili: progetto lupo, neve e natura…atelier…ecc .ecc. sono belle parole che non portano frutti. Noi siamo gente concreta e vogliamo dei progetti tangibili,che portino a creare lavoro ai nostri figli….Dei progetti che evidenzino un vero miglioramento del territorio e, in particolar modo, della rete stradale. Se poi, il Senatore si facesse da parte non ricandidandosi Presidente, forse un cambio generazionale potrebbe portare migliori frutti.
    (L.D.)